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Macron si fa beffa della libertà di stampa: in 133.000 protestano

« E’ punito con un anno di reclusione e con una multa di 45.000 euro, l’atto di diffondere, con qualsiasi mezzo e su qualsiasi supporto, allo scopo di provocare un danno all’integrità fisica o psicologica, l’immagine del volto o qualsiasi altro elemento di identificazione di un funzionario della polizia nazionale o di un membro della gendarmeria nazionale quando questi agisce nell’ambito di un’operazione di polizia».

Questo è il testo del primo comma del progetto di legge n. 3452 in discussione in Francia, e già approvato all’Assemblea nazionale dei deputati, che sta creando un serrato dibattito in Parlamento, sui mass media e tra la popolazione francese.

Solo ieri, secondo le stesse fonti del ministero dell’interno, almeno 133.000 persone sono scese in piazza in tutta la Francia [2], ed in particolare a Parigi, Lione, Rennes e Strasburgo, per le “Marce delle Libertà” e protestare contro il progetto che fa coriandoli della legge sulla libertà di stampa che risale addirittura al 29 luglio 1881.

Altre 22.000 persone avevano già sfilato sabato della scorsa settimana alla manifestazione indetta dal sindacato dei giornalisti.

Abbassate le armi, abbasseremo le telecamere!” è lo slogan della protesta contro la violenza della polizia francese, il suo razzismo e, in particolare, il testo della legge redatta dal partito del presidente Macron, LREM, e, tra gli altri, dall’ex ministro degli interni Christophe Castaner.

Al Popolo che si lamenta della violenza, la polizia risponde coi gas

La polizia ha risposto ai manifestanti come sa fare : col lancio di gas lacrimogeni e delle pericolose granate assordanti. Poco importa di alcuni episodi violenti avvenuti durante le manifestazioni.

Il presidente Emanuel Macron ha risposto su Twitter in maniera surreale : « chiedo al Governo di farmi rapidamente delle proposte per riaffermare il legame di fiducia che deve esistere naturalmente tra il popolo francese e coloro che lo proteggono. Io credo nelle nostre libertà di cui io sono il garante ».

L’ubbidiente primo ministro Jean Castex si è istantaneamente attivato per la costituzione di un’inutile ed offensiva Commissione che, assieme al presidente dell’ordine degli avvocati, e del CNCDH, Jean-Marie Burguburu, vagli la stesura di un emendamento all’articolo da presentare poi al Senato in barba al potere di tale Organo democratico.

Di sopprimere l’articolo 24, e l’intera scandalosa proposta di legge [ basta leggere anche gli articoli 23, 25 e 26 per rabbrividire ulteriormente, NdR] , non se ne parla proprio.

Lega Diritti Umani: in democrazia, la Polizia non può sfuggire all’opinione pubblica

« Queste leggi hanno lo scopo di mettere la museruola all’opposizione e alla resistenza », ha chiosato Thérèse Bourgeois della Lega dei Diritti Umani, partecipando alla manifestazione di Marsiglia.

L’articolo 24 della proposta di legge, ha denunciato Malik Salemkour, presidente della Lega dei Diritti Umani (LDH) [3], rappresenta « il segnale inviato ai membri delle forze dell’ordine -, che è peraltro lo scopo politico di questo articolo – è un segnale di sostegno, che, ancora una volta, alcuni ritengono sia stato tradotto in un’impunità ancora maggiore ».

« Non è accettabile – ha aggiunto Salemkour – che, in una democrazia, il funzionamento di un corpo di funzionari pubblici sfugga all’attenzione dell’opinione pubblica. Questo è, tuttavia, ciò a cui questo articolo porterà, attraverso un aumento dell’aggressività dei membri delle forze dell’ordine ».

Poco importa in tutto questo, ha concluso il presidente della LDH, che il contestato articolo 24, col suo secondo comma, non vieti le riprese televisive ma ne limiti la eventuale « comunicazione alle autorità amministrative e giudiziarie competenti » per denunciare eventuali violenze subite.

Parole chiare, pesanti, ma che non smuoveranno Macron dalla suo percorso autoritario neo-fascista.

Fonti & Note:

[1] Il testo integrale del progetto di legge n. 3452 relativo alla “Sicurezza globale”

[2] FranceTvInfo del 28 novembre 2020

[3] Dichiarazione integrale di Malik Salemkour, presidente della Lega dei Diritti Umani (LDH), sul sito della ONG.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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