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Ma l’Italia è pronta per Nichi Vendola?

Se fosse la domanda di un quiz la risposta sarebbe semplice: NO.
 
Ma se fosse un test di maturità, un quesito che richieda soprattutto una risposta culturale e non solo elettorale del nostro Paese, allora la questione si complicherebbe e non poco.
 
Perché l’Italia, a dispetto di quelli che possono essere gli auspici, in questi ultimi anni non si è assolutamente dimostrata pronta ad un Premier come Nichi Vendola.

Del governatore pugliese personalmente ho sempre apprezzato molto il modo di essere, più che di apparire un politico. Il modo di fare più che il modo di dire, parlare, filosofeggiare.
 
Insomma ho sempre apprezzato molto la sua concretezza, a prescindere dal politichese che spesso è la conditio sine qua non di tanti suoi ignobili colleghi.
 
E’ da alcuni giorni che penso a queste parole di Nichi: "L’Italia è pronta per un premier gay".
 
Non voglio pensare che il nostro Paese guardi e pensi a Nichi più come un sofisticato Cristiano Malgioglio che come un novello Obama bianco, ma sulla "prontezza" dell’Italia ad un Premier Gay io avrei i miei dubbi.
 
La settimana scorsa un Sindaco della Provincia di Treviso ha definito i gay "malati e deviati"; anche se poi si è scusato "l’omosessualità non è una malattia".

E’ dal 1973 che l’APA, l’American Psychiatric Association, ha rimosso l’omosessualità dal Diagnostic and Statiscal Manual of Mental Disorders, e nel 2010 in Italia siamo ancora costretti a parlare del Sindaco di una piccola provincia veneta, che fa dietrofront (e si scusa pure!) perché in realtà non ritiene l’omosessualità una malattia.
 
E tutto questo accade mentre anche l’Argentina legalizza le nozze gay.
 
Ora a prescindere dalla sessualità di Vendola, mai vissuta come un tabù, anzi sempre con pacata ostentazione, è la politica di Nichi che in Italia è la vera trasgressione.
 
Parliamo ad esempio della storia di Andrea Trisciuoglio.
 
Andrea Trisciuoglio è un foggiano di 32 anni, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, pugliese ma sfortunatamente italiano.
 
Sfortunatamente italiano, è il caso di dirlo, perché se Andrea in questo momento vivesse in Spagna non avrebbe gli assurdi problemi che ha avuto ultimamente con la giustizia italiana.
 
Andrea è un malato di SLA che si cura usando il "Badiol", un farmaco a base di cannabinoidi, che a quanto pare l’aiuta soprattutto nella deambulazione, e che gli viene passato regolarmente dall’ASL di Foggia: i carabinieri gli hanno prima perquisito casa, e poi l’hanno denunciato per spaccio.
 
Il Ministero della Sanità Spagnola, proprio in questi giorni, ha approvato un farmaco a base di cannabis per il suo uso terapeutico in caso di sclerosi: la Regione Puglia già nel mese di aprile, così come per la pillola abortiva RU486, aveva approvato l’utilizzo terapeutico delle principali sostanze psicoattive naturali derivanti dalla cannabis, con delibera di giunta regionale n.308/10.
 
Sul capo di Andrea, per lo Stato Italiano, pesa una denuncia in base all’articolo 73 del decreto 309-90, quello sulla detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio.

Ma l’ "anomalia" Vendola non è da constatare solo in campo sanitario: la Regione Puglia è anche la prima regione in Italia per produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici; a quanto pare sembra che la Giunta Vendola nel 2009 abbia installato perfino più impianti solari della Cina, 161 mw contro i 160 cinesi.
 
Il tutto mentre in Italia ci si interroga sul ritorno all’energia nucleare, con tanto di Agenzia per la Sicurezza che forse verrà capeggiata dall’oncologo Umberto Veronesi.

E vogliamo parlare della "piaga" dell’immigrazione?

Mentre in Italia il 15 luglio del 2009, con la legge n°94, veniva introdotto il reato di immigrazione clandestina, la Regione Puglia il 4 dicembre del 2009 promulgava la Legge Regionale n° 32, recante "Norme per l’accoglienza, la convivenza civile e l’integrazione degli immigrati in Puglia".

Allora di cosa vogliamo parlare?
 
Di un’Italia che sia pronta ad affrontare una politica simile a quella pugliese? Di uno stivale che si presti alle stesse sorti del suo tacco? Di 60 milioni di italiani, che come 4 milioni di pugliesi, siano disposti a lasciarsi governare da un Premier come Nichi Vendola?
 
Può essere curioso analizzare questo sondaggio di Ipr Marketing tra gli elettori di centrosinistra: Vendola batterebbe Bersani, 51% contro il 49% del leader del PD. Ma Bersani resterebbe il più affidabile, Vendola il più moderno.
 
E da qui potrebbe nascere un quesito ancora più interessante.
 
La domanda che dovremmo porci non dovrebbe essere se l’Italia è pronta per Nichi Vendola, ma: l’Italia è pronta per VINCERE (contro Berlusconi) o PER CAMBIARE?
 
 
"Di fronte a Berlusconi, il centrosinistra si è presentato come un gruppo di amministratori di condominio. Serve un racconto alternativo." (Nichi Vendola)
 

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