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M5s, unioni civili e libertà di coscienza: ragioniamo a mente fredda

Anche sulla legge sulle unioni civili si è scatenata una tempesta intorno al M5s, ma che va molto ridimensionata, a guardar bene le cose. Capiamoci: sono un sostenitore della legge, compresa le stepchild adoption, che venga approvata ed invito i parlamentari M5s a votarla così come è e senza stralci. Ma mi sembrano poco motivate, le accuse della stampa a Grillo di aver fatto chissà quale reato, ammettendo la libertà di coscienza.

In sé, non è una cosa così eretica come si vuol far pensare, anzi ricordo che, quando all’inizio della legislatura il M5s propose l’abrogazione dell’art 67 della Costituzione per introdurre il mandato imperativo, la stampa condannò questa posizione difendendo la libertà di decisione del parlamentare che “esercita il suo ruolo senza vincolo di mandato”. E personalmente ero su questa posizione, per cui non posso contraddirmi solo perché la legge in discussione mi va bene; ma per la stampa il M5s sbaglia qualunque cosa faccia.

Dunque, sulla questione di principio, che riconosce libertà di coscienza ai parlamentari mi pare si stia facendo un passo avanti. E, pur riconoscendo la necessità di un vincolo disciplinare dei gruppi parlamentari, non ho mai amato regole come il centralismo democratico (in auge nel Pci d’antan). Penso si debba trovare un equilibrio fra l’esigenza di unità e quella di libertà del parlamentare, possibilmente basandosi più sulla persuasione che sul vincolo disciplinare.

Ma per fare questo, per ottenere una adesione convinta e non frutto di costrizione, occorre avere il tempo per un dibattito serio ed articolato. Non so se i parlamentari che oggi hanno riserve di coscienza sul punto delle adozioni (e che immagino non numerosissimi, ma molto pochi) abbiano manifestato in precedenza –e quando- queste loro riserve: male se non lo hanno fatto (o lo hanno fatto solo da qualche tempo). Male perché chi sente davvero un simile problema di coscienza deve dirlo subito e non aspettare il “momento buono”, se lo hanno fatto e c’è stato dibattito nel gruppo parlamentare, male lo stesso perché gli aderenti al movimento ne sono stati tenuti all’oscuro, mentre si era promessa trasparenza su tutto.

Per cui, pur ammettendo che il linea di principio la libertà di coscienza dei parlamentari su questioni etiche di questa portata sia sacra, direi che è stata scelta male l’occasione ed il momento: capisco i problemi in cui si è venuto a trovare Beppe Grillo ma, nei suoi panni, avrei risposto a chi mi chiedeva una dichiarazione favorevole alla libertà di voto, che si era ormai fuori tempo massimo per decidere decentemente una innovazione così delicata (è la prima volta che accade) e su un tema così scottante. Magari lo si sarebbe potuto decidere prima o magari dopo, ma non a due giorni dal voto. Ma che: su una questione di questa portata si decide in poche ore e senza discussione? E questo spiega le proteste di molto aderenti e parlamentari che si sentono aggirati dopo che la posizione del M5s era stata proclamata con tanta chiarezza e senza incertezze di sorta (anzi, si era arrivati a dire che se la legge dovesse essere modificata, il Movimento non la avrebbe più votata ritenendola snaturata).

In certe situazioni il momento in cui si fanno le scelte conta. Per cui, pur rispettando i problemi di coscienza di ciascuno, inviterei i parlamentari del M5s a valutare con grande onestà il danno che verrebbe all’impresa collettiva da un tardivo sussulto di coscienza: che si sia detto nel gruppo parlamentare o meno di questi dubbi, resta il fatto che non c’è stato un confronto aperto a tutto il movimento e che questa assenza pregiudica molto anche la credibilità di queste crisi di coscienza.

Il risultato è che sui giornali stanno passando leggende incredibili per screditare il M5s come quella per la quale la responsabilità sarebbe di Di Maio e Casaleggio che si sarebbero intimoriti per un sondaggio che indicava la presenza di un elettorato di destra fra i votanti del M5s che si sarebbero allontanati se il M5s avesse deciso in un certo modo. Balle: per come conosco Roberto Casaleggio, non è tipo che si impressiona per un sondaggio, anzi proprio non crede ai sondaggi. Poi non è tipo da fare questo tipo di valutazioni e, comunque non è così sprovveduto da non valutare le ben più gravi perdite che avrebbe sul fianco opposto. E, comunque, la posizione del M5s, come ha ribadito Grillo (che non ha fatto nessuna marcia indietro, come scrive la stampa) è favorevole alla legge, per cui questi eventuali “elettori di destra” contrari alla Cirinnà, avrebbero comunque di che essere scontenti della posizione del M5s sul tema. Insomma. È una ricostruzione che non sta in piedi. Ma il danno di immagine si sta producendo lo stesso.

Per cui, cari amici, non facciamo sciocchezze (poi alla fine, se la legge viene affossata, sarà “colpa dei soliti cinquestelle”) e facciamo passare una legge che è un segnale di civiltà. Peraltro ci sarà sempre tempo per ritrattare il problema se davvero si hanno dubbi in materia: le questioni di coscienza si affrontano con battaglie a viso aperto e non con manovrette di corridoio per premere sul capo del Movimento ed estorcergli una autorizzazione a fare gli obiettori a buon mercato. Chi ha problemi di coscienza è pronto ad affrontare espulsioni o anche peggio, gli obiettori di coscienza al servizio militare, negli anni settanta, andavano in galera pur di non tradire le proprie convinzioni. Fatto all’ultimo momento, tutto questo diventa una manfrina poco onorevole: diciamolo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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