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M5s, perché le sorti dell’Italia passano per Roma

Parma, Quarto, Livorno, Roma. Quattro città governate dai Cinque Stelle, quattro situazioni simili con amministratori indagati. Quattro risultati diversi.

di Giovanni Succhielli

Nella prima è stato sospeso il sindaco, nell’altra la prima cittadina espulsa, nel terzo caso non si è intervenuti, nella Capitale invece si va verso le dimissioni dell’assessore indagato ma non della sindaca.

Perché se a Roma saltasse Virginia Raggi, per il Movimento sarebbe una disfatta. Significherebbe ammettere che i grillini hanno fallito la prima vera esperienza di governo. Che l’incompetenza e la disorganizzazione hanno prevalso. Che non si è riusciti a trovare una squadra coesa nonostante le probabilità di vincere fossero altissime da mesi. Allora come poter aspirare a una futura maggioranza in Parlamento?

Per non parlare del fatto che la crisi della giunta Raggi è scoppiata su questioni banali, non per scelte politiche importanti e divisive, o per scandali come quello di Mafia Capitale. Sembra, in ogni caso, che le sorti di una amministrazione 5S dipendano da convenienze e legami. Pizzarotti è sempre stato critico nei confronti dei piani alti, ma troppo ingombrante per essere liquidato. L’espulsione dell’anonima Capuozzo è servita a cancellare rapidamente -e senza danni collaterali- una macchia sulla fedina morale, a Livorno si è deciso di non procedere per la lealtà dimostrata da Nogarin, mentre a Roma -come detto- sarebbe suicida chiedere le dimissioni della neosindaca.

Mancano, dunque, regole precise. E soprattutto chi le faccia rispettare. Si pone -per l’ennesima volta ma in modo amplificato- il problema di una gerarchia di comando all’interno del Movimento. Un qualsiasi militante risponderebbe che è sovrano il voto online. Ma in quante occasioni è stato interpellato? E con quali interferenze? Soprattutto, quale il legame tra blog e Grillo -ufficialmente solo portavoce e garante? Che funzione ha il Direttorio e quali sono i rapporti di forza all’interno di questo? E la Casaleggio Associati, i post anonimi online, l’autonomia del singolo amministratore locale?

Ecco allora che Roma diventa laboratorio per un nuovo Movimento: strutturato, forse più “partito”. Iniziando dall’accantonamento di uno sterile e spesso tradito “uno vale uno”. Si tratta, paradossalmente, di un’occasione fortunata che dà la possibilità di fare esperienza a elezioni (teoricamente) lontane. E con tutti i sondaggi favorevoli.

Ma attenzione: potrebbe essere l’ultima volta che gli elettori Cinque Stelle dimostrano tanta pazienza. Se vincerà questa sfida, il Movimento avrà forza e assetto per presentarsi come forza di governo; in caso contrario, avrà dimostrato che non ci si può ancora fidare.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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