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Lusi: "Ho molto da dire ai Pm". Punirne uno per salvarne cento

Voglio fare qui i nomi dei coraggiosi eroi che ieri in Senato, in spregio al pericolo, hanno votato no alla richiesta di arresto del collega Lusi:

Longo e Pera in dissenso dal Pdl. Tra gli interventi contro l’arresto quelli di Piero Longo – avvocato di Berlusconi – e Marcello Pera (che hanno partecipato al voto in disaccordo con la linea del gruppo) e dell’ex assessore pugliese Alberto Tedesco, per il quale Palazzo Madama negò tempo fa l’autorizzazione alla misura cautelare. Pera, in particolare, ha spiegato di sentirsi a disagio poiché al voto ha partecipato anche Francesco Rutelli “chiamato in correità” dallo stesso Lusi nel suo intervento. Peraltro alcuni esponenti del Pdl hanno esposto, durante l’intervento di Gasparri, alcuni cartelli con la scritta: “Rutelli parte civile, no, parte in causa. Prima Lusi e poi li getti”. 

I 13 che hanno votato contro appartengono in maggioranza al centrodestra e due al gruppo misto. I senatori del Pdl contrari sono, oltre a Longo e Pera, Diana De Feo, Sergio De Gregorio, Marcello Dell’Utri, Guido Possa. I senatori di Coesione Nazionale sono Valerio Carrara, Mario Ferrara, Salvo Fleres, Elio Palmizio e Riccardo Villari. Ha votato contro anche il repubblicano Antonio Del Pennino. Il senatore che si è astenuto è l’ex leghista Piergiorgio Stiffoni, ora nel misto.

Almeno loro ci hanno messo la faccia: il PDL invece, per salvare un'altra parte del corpo, ha fatto come Ponzio Pilato, disertando il voto.

Dopo il voto, Lusi, dimostrando un alto senso dello stato e delle istituzioni, ha lasciato l'aula lanciando un segnale nemmeno troppo sibillino: “Ma ho ancora molto da dire ai pm”.

Come a dire, non ho agito da solo... La solita repubblica dei ricatti.


 
Lusi, capro espiatorio, pagherà con qualche mese di carcere, per salvare tutti gli altri.
Altri che in questo momento stanno preparandosi alle prossime elezioni, che non si preannunciano nemmeno troppo vicine: per far cadere questo governo serve un voto di fiducia, e B. ieri ha garantito che sul ddl lavoro, il PDL farà la sua parte (sempre che vogliamo credere al cavaliere).
 
Fallito il tentativo delle liste civiche (forza lira, forza gnocca), si sta rispolverando il vecchio amore: l'alleanza tra Pdl e Lega. Entrambe unite dall'odio verso l'Europa e l'Euro ("non è una bestemmia uscire dall'euro", solo una sciocchezza, che c'è ne facciamo di una moneta che non varrà più niente?).
 
Io do una cosa a te e tu dai una cosa me: la Lega concederà il semipresidenzialismo alla francese a Berlusconi, e B. concederà il senato federale alla Lega. E tuti e due voteranno su intercettazioni (bavaglio) e sulla responsabilità civile dei magistrati. Il taglio dei parlamentari, la legge elettorale, il taglio o la limitazione dei rimborsi sono cose che possono aspettare.
 
Loro si sono salvati.
E noi?
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