• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Lucy e il viaggio nella percezione

Lucy e il viaggio nella percezione

Lucy non sa cosa fare della sua vita e dedica il suo tempo ai rave party dove si sballa con i suoi amici. Un giorno Richard gli consegna una valigetta e gli dice di entrare in un hotel. Successivamente Richard viene ucciso e Lucy fatta prigioniera. Poi la ragazza viene operata chirurgicamente e nel suo addome “nascosto” un quantitativo ingente di droga.

Dopo un pestaggio il contenuto del pacco contenuto nella sua pancia si riversa nel suo corpo modificandolo in modo inaudito. Lucy ora è in grado di sviluppare capacità fisiche ed intellettive inimmaginabili, con le quali si libera da un gruppo di gangster e poi riesce a rintracciare anche gli altri uomini a cui erano stati destinati gli altri pacchi della droga come era successo a lei e si riesce a impossessare di questi altri quantitativi di droga.

Lucy grazie alle sue capacità fisiche e mentali aumenta in modo incredibile la sua capacità di sfruttamento del proprio cervello. Per la protagonista inizia un viaggio ai confini della realtà, un viaggio nella percezione di tutto ciò che la circonda, un viaggio che la porterà a sacrificarsi al fine di lasciare tutte le proprie conoscenze all’umanità.

Lucy di Luc Besson è un film abbastanza complesso che parla, in modo velato, di intelligenza artificiale, di capacità superiori a quelle dell’uomo comune. É un film che sembra suggerirci, a livello metaforico, che forse quello che succede a Lucy già sta succedendo per tutti gli individui grazie ad internet. Lucy alla fine del film dice di essere ovunque: grazie all’uso di internet e dei computer possiamo essere ovunque a livello virtuale muovendoci a velocità supersonica e ricoprendo distanze enormi.

Lucy fa anche riflettere sulla sua condizione post-umana: un individuo con capacità del genere che vita condurrebbe? Riuscirebbe ad avere una “vita”, nel senso comune del termine, dovendo gestire una quantità di dati impensabile per un uomo del mondo odierno? E soprattutto, come si domanda uno dei personaggi del film, è pronta l’umanità per tutto questo?

Il film parla del post-umano, parla della società tecnologica e iperattiva contemporanea e lo fa con un tono di glorificazione e santificazione del progresso senza però tralasciare in sottofondo interrogativi inquietanti e sconvolgenti.

Il film parla anche del delirio di onnipotenza, presente in tanti film odierni che hanno protagonisti supereroi: delirio di onnipotenza che allo stesso tempo è rifiuto categorico della realtà e desiderio di una realtà altra e quindi una fuga psicogena.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità