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Lost River: una visione tra allucinazione ed incubo

Lost River è un film del 2014 diretto da Ryan Gosling al suo primo film come regista dopo tanti come attore. Lost River è un film decisamente sopra le righe, una visione allucinata tra fantasia, incubo e mondo onirico allo stato puro.

Nel film vediamo le vicende di Billy, una madre single di due figli e uno dei due figli è il protagonista principale del film ossia Bones. Essi vivono nella città di Lost River, un luogo decadente, un luogo in rovina, un luogo dove spesso ci sono incendi di case che sembrano epifanie di un sogno malato e perverso. Un giorno Bones trova un passaggio segreto che conduce ad una misteriosa città sottomarina. La strada per arrivare a tale città sembra un tragitto tra due mondi: il sogno e la realtà…La città sottomarina sembra anche un’utopia, un’aspirazione esasperata della mente contorta del ragazzo, costretto a subire le angherie di Bully, che crede di essere il padrone della città.

Nel film vediamo la vicina di casa di Bones, Rat, la quale vive con una nonna, un ex star del cinema, che sembra totalmente fuori di testa. Rat alleva un ratto come fosse un criceto, ratto che viene decapitato in una scena del film da Bully. La ragazza ha anche un legame affettivo con Bones, il quale alla fine del film uccide Bully grazie ad una testa di dinosauro ritrovato nella città sottomarina.

Il film si caratterizza per le ambientazioni a dir poco strambe e assurde, per un’oggettistica parossistica, per le luci e i colori, nonché per gli effetti speciali. Il film di Gosling è raffinato e decadente e allo stesso tempo elegante e contorto come la mente di un pazzo. L’intero film sembra partorito da un delirio di una persona poco sana di mente e gli stessi personaggi sembrano vivere in una città che assomiglia ad una clinica per malati mentali.

Il film mostra una realtà fatiscente e logora all’inverosimile e i personaggi che si succedono nel film sembrano caratterizzarsi, anche loro, per un animo fatiscente, decaduto e logoro, uno stato mentale che sfocia in atti inconsulti e che porta, per esempio, a viaggiare e a ritrovarsi in luoghi che fanno parte dell’irrealtà, della follia.

Il film contiene anche un’elevata dose di poesia come allo stesso tempo è un film profondo e introspettivo che suscita vari stimoli e riflessioni. La casa in fiamme della scena finale trasmette allo spettatore calore umano ed è allo stesso tempo una visione onirica di un mondo interiore vivo e pulsante.

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