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LinkedIn: identità innovative e relazioni lavorative

Antonella Napolitano è l’autrice di “LinkedIn”, un mini manuale che ci spiega nei dettagli come funziona una delle reti digitali più diffuse del mondo (www.apogeonline.com, novembre 2011).

“La rete per trovare il lavoro dei sogni” è il sottotitolo del libro, che è strutturato con una grafica sexy molto funzionale. Linkedin è un social network specializzato nella gestione delle identità professionali: navigando si possono trovare le persone giuste o la giusta ispirazione per far nascere un’idea o una strategia di cooperazione aziendale innovativa. Su LinkedIn le aziende possono ricercare professionisti in tutto il mondo e possono mettere annunci pubblicitari o promuovere eventi. L’iscrizione può essere gratuita o a pagamento e c’è una sezione con le offerte di lavoro.

Per chi opera nel campo delle relazioni pubbliche e della ricerca del personale è uno dei sistemi migliori per ricercare persone esperte. Infatti LinkedIn “è uno strumento di social networking mirato a un pubblico professionale che offre numerose possibilità di connessione e costruzione di reputazione”. I professionisti hanno la possibilità di accumulare capitale sociale e “di tenere traccia, sistematizzare e organizzare le persone, i contenuti”, per creare nuove opportunità.

E qui devo aprire un parentesi personale in pieno conflitto di interessi. Dato che le reti servono per sviluppare nuovi contatti e siccome da pochi giorni LinkedIn ha aperto la nuova sede commerciale di Milano gestita da Marcello Albergoni, qualcuno dello staff potrebbe spiegare a tutti noi in un commento perché una società così innovativa richiede a una persona iscritta di contattare solo persone conosciute. In realtà quasi tutti gli iscritti vogliono sperimentare nuove conoscenze.

Se conosco una persona ho già altri mezzi per gestire il rapporto. Il valore aggiunto di LinkedIn è proprio quello di creare nuove relazioni. Se una persona non è interessata può rifiutare il contatto e la cosa può finire lì. L’avviso vincolante di contattare solo persone che si conoscono è controproducente. Siamo matti? Stiamo ritornando alle società tribali? A mio parere ha ragione Sergio Maistrello che desidera una piattaforma “spinta verso la cittadinanza digitale” interprofessionale (prefazione).

Comunque, “nel marzo 2011 LinkedIn dichiara di aver raggiunto i 100 milioni di utenti, con un tasso di crescita di un nuovo utente al secondo”. Inoltre a inizio agosto 2011 i visitatori unici mensili ammontavano a 82 milioni e a oggi gli utilizzatori sono diventati oltre 135 milioni. In Italia siamo arrivati a più di 2 milioni di membri, con un tasso di crescita annua intorno al 50 per cento. E la versione in lingua italiana risale solo all’aprile 2010.

Infine chiudo con una riflessione psicoeconomica: forse l’anomala mancanza di produttività italiana è dovuta anche al fatto che i professionisti indigeni cambiano azienda troppo di rado, evitando così il confronto creativo con altri lavoratori e con altri sistemi aziendali. Di sicuro “l’Italia è l’unico paese industrializzato in cui sia calata la produttività negli ultimi dieci anni; del 30 per cento” (Dominick Salvatore, economista italoamericano, il Resto del Carlino, 1 dicembre).

Antonella Napolitano si è laureata in Diritto dell’Informazione all’Università di Bologna e si occupa di consulenza nell’ambito della comunicazione. Collabora con l’Unità e altre testate. Esperta di social media è molto attiva anche nel web: nel blog dell’organizzazione americana Personal Democracy Forum (www.personaldemocracy.com/europe) e nel blog personale http://svaroschi.blogspot.com.

Nota – La stampa multicolore molto curata, simpatica e moderna di questo libricino potrebbe rappresentare il promettente futuro dell’Italia, se finalmente si lasciasse il giusto spazio ai giovani.

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