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Libia: i ribelli conquistano Tripoli. Che ne sarà di Gheddafi?

Il governo di Gheddafi sta subendo un duro attacco iniziato domenica pomeriggio. Ormai Tripoli è nelle mani dei ribelli, ma delle sorti del rais ancora nessuna notizia certa.

Internet è tornato a funzionare in Libia. E’ questa la notizia giunta dalla terra nordafricana questa mattina dopo sei mesi di assenza di linea. Da domenica pomeriggio si sta assistendo a una controffensiva inarrestabile da parte dei ribelli libici nella capitale della Libia, Tripoli. Ad oggi hanno già preso l’80% della città, come riporta AlJazeera, mentre il restante 20% rimarrebbe ancora sotto il controllo di Muhammar Gheddafi. E già tre dei suoi figli sarebbero stati catturati.

Tripoli è caduta, ma il rais ancora resiste. Tuttavia le notizie che arrivano da diversi media sarebbero di una trattativa tra i ribelli e Gheddafi per un cessate il fuoco in cambio dell’esilio del colonnello. La meta prescelta? Potrebbe essere il Sudafrica. Tuttavia il Governo sudafricano, sempre secondo AlJazeera, ha negato le voci che vedrebbero due suoi aerei sul suolo libico per portare in salvo il rais. Infatti il Ministro degli esteri Maite Nkoana-Mashabane ha affermato che non è a conoscenza di nessuna trattativa o piano per l'accoglienza di Gheddafi nel suo Paese.

Mahmoud Jibril, un membro anziano dell’opposizione National Transitional Council, ha parlato alla tv nazionale rivolgendosi a tutti i cittadini e ai ribelli, pregando tutti di non rovinare questo momento di festa, di non cercare la vendetta, di non rovinare le proprietà e di non prendersela con gli stranieri o con i prigionieri.

 
Dalla città sotto assedio giungono continue testimonianze dei combattimenti che tutt'ora sono in corso, come la registrazione fatta da un inviato della BBCRupert Wingfield-Hayes, che stava seguendo un convoglio dei ribelli quando questo è stato attaccato dalle forze di Gheddafi. O come le drammatiche notizie dei morti che stanno cadendo da entrambi le parti del fuoco, tra cui anche un giornalista russo.
 
Nel frattempo il portavoce degli affari esteri dell'Unione EuropeaMichael Mann, ha fatto sapere che stanno già pianificando il post-Gheddafi per la Libia, prevedendo diversi scenari che potrebbero formarsi per affrontare nel modo migliore la caduta del rais.
 
Il Ministro degli esteri Frattini ha dichiarato, secondo un report della Reuters, che non più del 10-15% di Tripoli si troverebbe nelle mani delle forze governative, dichiarando la fine della dittatura. Ha successivamente aggiunto che l'Enel avrà un ruolo di rilievo nel futuro energetico del paese libico, motivo per cui i tecnici dell'agenzia starebbero già collaborando coi ribelli per rimettere in funzione gli impianti petroliferi e del gas.
 
La Cina inoltre, ha appoggiato la scelta dei ribelli libici, e si augura che i nuovi governatori del paese vogliano ottemperare gli accordi presi in precedenza nella ricostruzione della Libia alla fine del conflitto armato.
 
Moussa Ibrahim, ex Ministro dell'informazione e portavoce di Gheddafi, ha annunciato un primo bilancio approssimativo della spesa umana che sta avendo questa guerra: si parla, infatti, di almeno di 1.300 morti. Ma i feriti negli scontri per il controllo della capitale sarebbero almeno 3.000. Inoltre, ha apostrofato duramente la Nato per essere in parte responsabile per questo spargimento di sangue.
 
I giornalisti si troverebbero nell'Hotel Rixos, nascosti nei sotterranei dell'edificio che è ancora controllato dalle truppe del rais. Ma la situazione sembra essere molto delicata, infatti i soldati sparano verso est in direzione dei ribelli e il personale dell'hotel ha abbandonato la struttura dopo aver ricevuto minacce di attacchi per la presenza di ufficiali delle forze del governo.
 
Dalla Corte Penale Internazionale, invece, arriva la notizia che si sta organizzando il trasferimento all'Aja del figlio prediletto del rais, Seif el-Islam Kaddafi, ricercato come il padre per crimini contro l'umanità e arrestato dalle truppe ribelli. Sarebbe accusato di aver collaborato attivamente insieme al padre nella messa in atto della repressione violenta dei movimenti di protesta di febbraio.
 
Secondo quanto scrive PeaceReporter Gheddafi non si troverebbe rinchiuso nel suo bunker, ma si troverebbe al sicuro nascosto nell'ambasciata venezuelana a Tripoli e sarebbe anche pronto ad accettare la proposta di accoglienza del Presidente del Venezuela Hugo Chavez.
 
Al pari dello stato sudamericano anche in Italia si alzano voci favorevoli a concedere l'asilo politico al rais nel bel paese in nome dell'amicizia che da anni lega l'Italia alla Libia. Giancarlo Lehner, ex deputato per il Pdl, ora "Resposabile", ha dichiarato: '"Ammesso che sia possibile gestire una qualche politica estera autonoma, sarebbe auspicabile da parte dell'Italia, a lungo amica ed alleata col regime libico, un'iniziativa umanitaria a favore di Gheddafi e dei suoi familiari, concedendo loro immunita' ed ospitalita''.
 
Durante una conferenza stampa, il Primo Ministro inglese Cameron ha lanciato un chiaro messaggio a Gheddafi: i combattimenti devono finire, si deve arrendere immediatamente. Aggiunge però che non sanno dove si trovi in questo momento il rais. "La primavera araba - ha detto - è sempre più lontana dalla dittatura e sempre più vicina a una democrazia".


LEGGI: Dichiarazione choc di Giancarlo Lehner: “L'Italia conceda immunità e ospitalità a Gheddafi”


 

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