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Libertà psicologica e libertà personale

L’uomo massa dovrebbe riscoprire i vantaggi dell’uomo veramente libero: “l’uomo cosciente, ragionevole e libero perché padrone di sé… L’uomo che ha come primo principio che nessuno è superiore a nessun altro” (J. Ortega y Gasset, La ribellione delle masse, Milano, SE, 2001).

Nelle seguenti parole di Virginia Woolf viene denudato il meccanismo psicologico che ci schiavizza e che ognuno di noi utilizza per tentare di rendere più sopportabili gli accadimenti terreni: “La vita, tanto per un sesso quanto per l’altro, è ardua, è difficile, una lotta continua. Richiede un coraggio e una forza giganteschi. Più che altro, forse, perché siamo creature d’illusione richiede fiducia in se stessi. Senza fiducia in noi stessi siamo come i bambini nella culla. E come possiamo generare in noi, nel modo più sbrigativo possibile, questa imponderabile eppure inapprezzabile qualità? Pensando che gli altri sono inferiori a noi. Pensando che possediamo qualche superiorità innata rispetto agli altri. Perciò è così importante, per un patriarca il quale deve conquistare, il quale deve governare, la possibilità di sentire che moltissime persone sono per natura inferiori a lui. Anzi deve essere questa una delle fonti principali del suo potere” (Una stanza tutta per sé, Milano, SE, 1991).

La libertà personale è invece fondamentale per avere la libertà politica: “discorso e azione sono le modalità in cui gli esseri umani appaiono gli uni altri, non come oggetti fisici, ma in quanto uomini. Questo apparire, in quanto è distinto dalla mera esistenza corporea, si fonda sull’iniziativa, un’iniziativa da cui nessun essere umano può astenersi senza perdere la sua umanità” (Hannah Arendt, Vita activa. La condizione umana, 1958).

Oggi il dibattito attivo nella sfera pubblica deve servire anche per decidere sul come gestire gli usi e gli abusi delle nuove tecnologie. E il processo politico liberale dovrebbe essere inteso come l’equivalente della condizione dei genitori che mettono al mondo i figli per poi lasciarli andare. Il dato fondamentale della vita è che nulla dura per sempre e nella vita politica abbiamo bisogno di qualcosa e di qualcuno che ci orienti, non che ci comandi (l’idea di Natalità di Hannah Arendt).

Sono dunque i popoli stessi, che per ammirazione, imitazione e tradizione, si lasciano o per meglio dire si fanno signoreggiare” (Etienne de La Boétie, Discorso sulla servitù volontaria, 1552, Sellerio, Palermo, 1994). Bisognerebbe quindi ricordare sempre che “l’uomo che vi parla di sacrifici, di solito sta parlando di servi e di padroni, e ovviamente intende essere lui il padrone” (Ayn Rand, La rivolta di Atlante, 1957). E “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare. Ricordatevi: ogni giorno, sulla libertà bisogna vigilare, vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica” (Piero Calamandrei, discorso agli studenti milanesi, gennaio 1955).

Anche nel laboratorio scientifico il vero scienziato non impone nulla e riesce a trasmettere “ai collaboratori quell’atteggiamento di dubbio vigile che porta ad individuare nuovi problemi mentre se ne sta risolvendo uno o spiegare loro il tipo di intuizione fondata nell’esperienza che fa capire subito che una certa direzione porterà probabilmente a un vicolo cieco” (Richard Sennett, L’uomo artigiano, 2008).

Ma la libertà presuppone anche il rispetto della libertà degli altri. Quindi per incentivare l’apprendimento delle regole civili nel periodo più delicato della vita, si potrebbe prevedere un reddito da buona condotta di circa 500 euro mensili, a tutti i giovani studenti e disoccupati dai 18 ai 25 anni, che non hanno subito condanne penali e che non risultano positivi ai test antidroga e antialcool durante la guida. Si potrebbe anche utilizzare una carta di credito per favorire i consumi culturali (libri, computer, viaggi all’estero, università, formazione varia, ecc.). Prevenire è meglio che curare e un carcerato costa moltissimo alla comunità: gli paghiamo pure i contributi pensionistici. Infatti per responsabilizzare i carcerati sarebbe molto meglio obbligarli ad un lavoro remunerativo per recuperare le spese di gestione: occorre trasformare le pene detentive in obblighi sociali e sanzioni personalizzate anche in denaro come fanno nei paesi anglosassoni (ad esempio affiancare i vigili del fuoco durante gli incidenti stradali per chi guida in stato di ebbrezza).

Comunque la vera libertà che libera la mente è la rinuncia all’esercizio del potere fine a se stesso: è “la libertà di pensare le cose come sono” (Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé, 1991).

Riscopriamo dunque l’intelligenza del cuore.

 

P.S. L’accoppiamento della libertà personale e della libertà psicologica produce la libertà di pensiero e la creatività. La sintesi estrema di questa libertà è l’aforisma. Questi sono alcuni miei esempi: l’economia è la scienza inventata dagli adulti per fottere i giovani; la finanza è la scienza creata da più ricchi per fottere i più poveri. L’economia finanziaria è la politica imposta dai vecchi più ricchi per fottere i giovani e gli adulti più poveri. Una volta erano i re a non pagare i loro debiti, oggi sono le banche.

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