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Libertà e giustizia per Milagro Sala

Nasce un comitato in difesa della leader Tupac Amaru.

Nicola Viceconti, sempre in prima fila nell’impegno civile e in difesa dei diritti umani, ha partecipato all’istanza presentata nell’aprile del 2013 ad alcune istituzioni italiane per chiedere di contrastare l'archiviazione del processo in Uruguay riguardante un crimine di lesa umanità perpetrato ai danni di Aldo Perrini, un cittadino di origine italiana, o alla più recente petizione che lei ha firmato a sostegno dei lavoratori della Biblioteca Nacional di Buenos Aires, destinatari delle recenti politiche di licenziamento avviate dal Governo Macri. E’ di questi giorni la sua adesione al Comitato per la Liberazione di Milagro Sala. Ci può spiegare qualcosa in merito?

E’ stata una decisione dettata unicamente dal sentimento di giustizia e verità nei confronti di una donna, indigena, leader e “madre protetora” di un’intera comunità. Come ha dichiarato recentemente Adolfo Perez Esquivel in una intervista su Il Manifesto, Milagro Sala, deputata del Parlasur e dirigente dell’organizzazione Tupac Amaru, “è una prigioniera politica”. Il suo arresto, pertanto, rappresenta una misura messa in atto più per ragioni politiche che penali. La fondatrice della citata organizzazione è stata privata della libertà il 16 gennaio 2016 per aver organizzato una protesta pacifica in una piazza di San Salvador de Jujuy. Il sit-in, era stato organizzato davanti alla sede dell’esecutivo dell’omonima provincia insieme ad altre organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti civili e aveva come obiettivo la richiesta di un colloquio con Eduardo Morales, il governatore della Provincia. Nonostante si trattasse di una manifestazione pacifica, per Milagro Sala è scattata una denuncia per “istigazione a delinquere e agitazione” che si è tradotta in un conseguente e immediato arresto.

Non si può non essere d’accordo con il Nobel per la pace quando, nel marzo scorso, in occasione della visita in a Milagro Sala, detenuta en la carcel de las mujeres della città di Jujui, ha definito il suo arresto “un delitto terribile per il Sistema - e ha ribadito che - esiste una condanna prima ancora di un giudizio e che questo costituisce un fatto grave che mette a rischio il diritto della persona e il diritto del popolo”.

Il caso di Milagro Sala ha avuto una vasta eco in molti Paesi nei quali immediatamente sono nate iniziative di solidarietà nei suoi confronti. In Italia il Comitato per la Liberazione di Milagro Sala è composto da singoli cittadini, istituzioni e associazioni impegnate nella difesa dei diritti umani. Un mondo di realtà eterogenee tra loro unite nella lotta per l’ottenimento della giustizia e della verità. Con un appello del 22 gennaio 2016, il Comitato ha espresso profonda preoccupazione per la notizia dell’arresto ed ha chiesto pubblicamente l’immediata scarcerazione della deputata del Parlasur, nonché l’avvio di un dialogo costruttivo con le autorità responsabili.

Le azioni del Comitato rientrano in una più ampia campagna internazionale che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sulle misure intraprese dall’attuale governo argentino, a circa sei mesi dalla salita al potere di Mauricio Macri.

 

Chi è Milagro Sala?

E’ una donna che fin dagli anni ’90 anni, in pieno menemismo, si è battuta in prima linea per la difesa dei diritti delle popolazioni originarie del nord del paese sud americano. “Milagro è forte, ha combattuto tutta la sua vita contro tutte le avversità” ha scritto di lei la giornalista Sandra Russo sulla testata argentina Pagina12. Credo che sia questa l’essenza di Milagro Sala. E i risultati del suo impegno sono tangibili: l’organizzazione Tupac Amaru, nel 2014, a quindici anni dalla nascita, è riuscita a costruire ben 8000 case, 23 polisportive con piscina, scuole primarie, consultori e centri di salute in diversi paesi della provincia di Jujuy.

L’attivismo dei Tupac Amaru nasce per contrastare l’aumento degli indici di povertà e di fame. Soltanto con l’ascesa al governo del Presidente Kirchner - che ha messo a disposizione dell’organizzazione fondi per la costruzione di case per i poveri - Milagro Sala è riuscita a portare avanti un progetto ancora più ambizioso che le ha consentito di fornire alla classe indigente risposte strutturate e soluzioni reali nei settori del lavoro, della salute e dell’educazione pubblica.

La tenacia e la determinazione di Milagro Sala per la realizzazione di tali obiettivi ha intimorito i suoi avversari politici come recentemente sottolineato dal sociologo italo-argentino Claudio Tognonato: “In realtà - spiega Tognonato - hanno paura del prestigio e della forza di questa organizzazione nata e cresciuta tra i diseredati, tra i popoli indigeni del nord ovest dell’Argentina costruendo case, scuole, centri di assistenza e ricreazioni”.

 

In che modo è venuto a conoscenza dell’esistenza del Comitato di liberazione e quali recenti iniziative sono state intraprese?

La rete di solidarietà per Milagro Sala, così come altre iniziative sulle tematica dei diritti umani si muove su un piano di comunicazione parallelo a quello dei media ufficiali. I social network rappresentano uno dei luoghi di incontro e di dibattito principali nei quali, oltrepassando i confini geografici dei singoli Stati, il popolo del web si aggrega per sostenere cause sociali e forme di lotta democratica. Nel caso specifico dell’arresto di Milagro Sala, un ruolo fondamentale nella divulgazione di notizie è stato svolto costantemente dall’agenzia di Stampa internazionale “Pressenza”, da sempre sensibile alla non violenza, ai diritti umani, al disarmo e alla non discriminazione nelle società. Informandomi all’interno di questo “spazio aperto all’espressione della base sociale” ho avuto modo di conoscere, ad esempio, l’interessante iniziativa che si è svolta a Roma giovedì 9 giugno 2016, relativa alla proiezione presso l’Aula del gruppo dei parlamentari della Camera dei deputati, del documentario “Tupac Amaru, algo está cambiando” dei registi Magalí Buj e Federico Palumbo.

Il filmato narra l’Argentina degli anni ’90, quale esempio di uno dei principali laboratori di sperimentazione del neoliberalismo in America Latina e descrive la politica di deregolamentazione dell'economia e dei processi di privatizzazione dei servizi pubblici locali, che ha condotto il paese alla terribile crisi del 2001. Il documentario offre, inoltre, un ritratto dell’associazione sociale di Milagro Sala che ha cambiato negli ultimi vent'anni il destino di migliaia di argentini. All’ iniziativa del 9 giugno a Roma ha previsto altresì un dibattito al quale hanno partecipato, oltre ai registi, Giovanna Martelli (deputata di Sinistra Italiana e promotrice dell’ evento), Riccardo Noury (portavoce di Amnesty International), Gabriella Garcia (autoconvocados per Roma) e Olivier Turquez (Movimento Umanista, coordinatore della redazione italiana di Pressenza).

Da rilevare, infine, che nella stessa giornata a Madrid, presso il Casino de la Reina, si è svolto un incontro con Eduardo Tavani, politologo e avvocato querelante nelle cause di crimini contro l’umanità e membro del Comitato per la liberazione di Milagro Sala in Argentina.

 

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