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Legge elettorale e fiducia. Il tempo delle decisioni forti

 

"Se le posizioni della minoranza rimarranno inamovibili non c'è alternativa alla fiducia". Lo conferma in un'intervista a la Repubblica la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani, a poche ore dall'assemblea del gruppo alla Camera sul testo della legge elettorale, che Area Riformista non intende votare senza radicali correzioni. 

"Se si discute e si decide a maggioranza in un modo, poi il metodo dovrebbe essere che si vota tutti secondo quanto è stato deciso". Roberto Giacchetti vicepresidente della Camera. 


Gli unici momenti in cui il PD si è trovato unito, ieri sera, è stato quando si parlava delle intercettazioni«C'è una partita che dobbiamo chiudere, che è il tema delle intercettazioni» ha raccontato ieri Matteo Renzusconi. E' intollerabile lo sputtanamento dei nostri (intesi come politici) sui giornali solo perché frequentano tizio, prendono soldi da caio, sono in affari con Sempronio.
Come ha spiegato il garante Soro, non tutto ciò che è di interesse pubblico deve essere pubblicato (il senso era quello).

Poi si arrabbiano quando Landini spiega che questo è peggio di Berlusconi (che almeno era stato eletto..).
Uno che ha scalato il partito, promettendo il contrario di quello che sta facendo, che governa coi presi per le elezioni dove il programma era un altro.
E che ora minaccia di usare la fiducia su una legge elettorale di nominati, con un premio per la lista vincente vergognoso e dove alla fine viene fuori che i deputati saranno dieci in più.

E' arrivato il momento delle decisioni forti, impegnative e improrogabili.

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