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Le stelle di Grillo

 

La funzione di Grillo e del suo movimento può essere paragonata a quella che hanno certi componenti chimici adatti a neutralizzare le reazioni di laboratorio. Bloccano le attività dei reagenti e rendono vano il proseguire secondo le proprietà intrinseche di ciascun componente. Il che applicato al piano della fisica non è cosa molto grave, mentre se cerchiamo di estendere l’esperimento al campo sociale e politico, gli effetti sono nefasti. Perché nessuno può più dire di essere se stesso, e il rischio più grosso che si corre è quello di provocare reazioni innaturali, come quelle che si ottengono quando si vogliono mettere insieme il diavolo e l’acqua benedetta. Il superamento dei partiti predicato da Grillo è, infatti, come la notte in cui tutte le vacche sono nere.

Gli effetti del reagente grillino in politica ormai li conosciamo: niente fiducia ai parlamentari, ai partiti e alle loro aggregazioni; blocco della possibilità di formare una maggioranza vincente con il reagente; vedere tutte le reazioni come frutto di un’anomalia; alterarsi in qualcosa di diverso da sé sublimandosi in una sfera di millantata superiorità.

Ergo: i deputati non appartenenti alla casta prediletta dei grillini sono “malati psichiatrici che devono essere presi con le buone maniere e accompagnati con delicatezza a casa”. Essi hanno bisogno di un neurologo, di uno psichiatra, o di uno psicologo, per evitare che i loro traumi si perpetuino. Bisogna “accarezzarli” come faceva quel sant’uomo del barone Pisani a Palermo che aveva costruito per i pazzi la Real Casa dei Matti, una sorta di cittadella separata dal consorzio civile costruita dagli stessi matti per rinsavirli con l’ergoterapia, il teatro, le piscine con l’acqua di mare, ecc. Al pari del grande filantropo, Grillo ritiene che questa casta di spostati di cervello, se si infuria, va calmata cullandola fino al sonno.

Il fatto grave è che Grillo non si rende conto di essere il primo in questa comunità di pazzi ormai alienati, e che il suo ingresso in parlamento ha segnato la sua estromissione da ogni partecipazione legislativa. Insomma, nominati tra tanti nominati (e non eletti), i grillini si sono visti stringere fino alla fame da un capocomico che impedisce loro persino di essere autonomi culturalmente, di potersi esprimere come meglio credono, e di potere decidere senza paura di essere sbattuti fuori dalla porta di questo manicomio che è il M5S. E meno male che Grillo, nella sua concezione dei tempi in cui viviamo, si è fermato alla rivoluzione francese senza ghigliottina.

Un mio parere? Questo teatrino è un lusso che l’Italia non si poteva proprio permettere. Loro, cavalcando la protesta parlano di diarie, mentre l’Italia si spegne giorno dopo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.224) 18 maggio 2013 20:03

    Ridicolezze >

    Guai a chi non si fa bastare la metà della diaria, ha intimato Grillo ai suoi eletti. Il resto servirà a creare un Fondo di sostegno alle microimprese.
    Poi, discutendo, ogni caso è diventato un caso a sé stante con specifiche esigenze e con le spese da documentare solo su richiesta. Ergo.
    Entro fine anno, nel migliore dei casi, la somma accantonata sarà all’incirca il 60% del numero delle imprese interessate (4,3 milioni).
    Una mancia che sfiora il “ridicolo” in confronto agli almeno 2 miliardi di euro calcolati dai “saggi” di Napolitano per evitare il “collasso” del sistema.

    C’è di più.
    E’ ridicolo non avere la minima idea del futuro, tuona Grillo contro i partiti al governo.
    Da tempo infatti ripete che in autunno l’Italia “va in bancarotta” e lo Stato finirà i soldi.
    Ha una alternativa? Certo.
    Conquistato il Parlamento, assicura Grillo, per i prossimi 4-5 anni “saremo più poveri, ma più contenti”.
    Ecco uno “zuccherino”, ma solo per i più poveri.
    Nel suo programma in 20 punti si è dimenticato (?) della lotta all’evasione fiscale ed alle attività “sommerse”. Sono quei non “gonzi” che sottraggono risorse agli altri cittadini per centinaia di miliardi l’anno.

    Postilla. Forse è Tutta colpa di Carosello se anche in politica ora piovono spot …

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