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Le nuove proposte culturali di Palazzo Mocenigo

VENEZIA

La XXIV^ mostra internazionale d’arte tessile contemporanea, organizzata dall’Associazione ‘Arte & Arte’ di Como, si è trasferita anche quest’anno da Villa Olmo al veneziano palazzo Mocenigo proponendo nell’ambito della ‘Textile (o fiber) Art’, 54 minitessili (miniartextil), selezionati, su circa 400 opere arrivate da tutto il mondo, da una commissione presieduta da Luciano Caramel, curatore dell’esposizione. Il tema su cui si sono ispirati gli artisti provenienti da 46 nazioni è Gea, la divinità primordiale nata dal Caos, l’immensa e incommensurabile Terra Madre, alla quale anche il cielo deve la sua nascita. I minitessili, che devono rientrare nelle dimensioni di 20x20x20 cm., realizzati esclusivamente con fibre naturali, sono esposti nel salone al piano nobile del palazzo.

Accanto ad essi, i visitatori potranno ammirare nello stesso piano tre installazioni : le “farfalle” di Patrizia Polese, che si intitolano ‘I love you 1’ e ‘I love you 2’ (2014), fatte di filo d’acciaio, rame, fili tubolari sintetici, canapa, vernice ; ‘Beneath’(2012) del milanese Fabrizio Pozzoli, un assemblaggio ed intreccio di filo di ferro ossidato ed aereo, in cui l’essere umano diviene radice, strumento attraverso cui la natura (albero) si nutre e grazie a lui sopravvive; ‘A winter’s tale’ (2014) del fotogiornalista Mattia Vacca, ossia stampa fine art, video proiezione, maschere di Schignano, materiali di recupero. Schignano, sul lago di Como, al confine con la Svizzera, è un borgo senza tempo, la cui tradizione più antica è il Carnevale. Mattia Vacca ha fissato con l’obiettivo un personaggio mascherato, malvestito e accovacciato a terra con una vecchia valigia vuota, che impersona un abitante del borgo, il quale, come avveniva ogni anno, sta per lasciare per nove mesi il paese natìo e la famiglia, per recarsi da emigrante in paesi lontani, portando con sé solo una valigia vuota, nella speranza di riempirla per il giorno del ritorno. Nel salone d’ingresso al piano terra, visibile anche dalla strada, il visitatore viene attratto da un’opera di grande impatto visivo, ‘The wonder forest’ (2014), dell’artista giapponese Hangai Manabu. E’ fatta di carta, realizzata con le alghe che proliferano intorno alle ostriche e che vengono eliminate in quanto dannose per la crescita del mollusco, con canapa, rami di legno e pigmenti. Mentre le opere citate saranno visibili fino al 15 settembre, al pian terreno sono state aperte al pubblico una sala multimediale, un attrezzato laboratorio del profumo e una “White Room”(stanza bianca), ossia uno spazio destinato ad eventi temporanei, il primo dei quali è l’installazione multisensoriale, che rimarrà aperta fino al 22 novembre, del veneziano Andrea Morucchio (1967).

Dopo l’ampliamento ed il rinnovamento nel percorso e nell’allestimento a partire dal novembre del 2013, con il progetto dell’architetto, regista e scenografo Pier Luigi Pizzi e con una nuova, importante sezione, dedicata alla storia del profumo e delle essenze, che si sviluppa in 6 sale, grazie al partnerariato tra la fondazione Musei Civici e l’azienda Mavive di Marco Vidal, palazzo Mocenigo consentirà a quanti rimanessero incuriositi ed interessati dopo la visita, di iscriversi ad un corso di composizione dei profumi, in un’area professionalmente attrezzata e dotata di oltre 200 essenze, durante il quale, in sole due ore, grazie all’assistenza di docenti di Mavive Parfum, ogni iscritto potrà creare e portarsi a casa – per 80 euro – la propria fragranza personale. Per ‘The rape of Venice’ (il ratto di Venezia), Andrea Morucchio, attivo fin dagli esordi nel campo della fotografia, ha rinunciato a questo medium per concentrarsi su quattro forme : le registrazioni audio, le proiezioni video, l’assemblaggio musivo, la miscela di una fragranza. Nella nuova saletta scorrono incessantemente, proiettate sui muri dello spazio, a caratteri cubitali e con una velocità tale da creare un leggero disagio, citazioni tratte dalla stampa internazionale sullo stato di Venezia, ripetutamente stuprata, senza cercare di difendersi o di ribellarsi a ciò che per essa hanno deciso una serie di politici di malaffare. Dopo aver selezionato centinaia di fotografie del pavimento musivo di San Marco, a terra Morucchio colloca lungo 54 metri quadrati una pavimentazione in vinile stampato calpestabile, ricomponendo le tessere di quel mosaico maestoso che copre il suolo della basilica, in maniera diversa dall’originale, per mostrare le infinite possibilità combinatorie di questa sacrale opera d’arte. L’audio è composto da registrazioni subacquee modificate, effettuate nei canali e in laguna aperta : eliche di barche, battelli e navi danno luogo ad un suono fastidioso quel tanto che basta a pervadere l’ambiente. Infine, nello spazio si diffonde, composto per l’occasione per Mavive da Maurizio Cerizza, maestro profumiere di grande esperienza di AFM (Atelier Fragranze Milano) , ‘The Essence of Venice’, un profumo di alghe gelate che causava una speciale felicità a Iosiph Brodskij, al suo arrivo a Venezia alla stazione ferroviaria, come riportato nel libro “Fondamenta degli Incurabili”. Quella di Morucchio è dunque una protesta, un grido di dolore e di impotenza, un richiamo a riflettere per tutti i cittadini, veneziani in primis, nel tentativo di salvare una città che ha perduto la propria identità, è agonizzante, si svende ogni giorno di più, e nella quale la gioia di vivere e la qualità della vita sembrano arrivate ad un punto di non ritorno.

 

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