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Le inchieste di Presadiretta: il nostro polmone blu

Vi ha fatto piacere passare un inverno senza pioggia, senza neve in pianura, con temperature abbastanza miti, quasi sempre sopra lo zero?

Beh, non dovrebbe essere così, la scorsa settimana a Milano abbiamo registrato temperature semi primaverili, con punte fino a 16 gradi: è anche questo uno degli effetti dei cambiamenti climatici, inverni secchi e miti, pioggia assente, aria inquinata, ghiacciai che si sciolgono.
Di questo se ne è già occupata una passata puntata di Presadiretta che questa sera si occupa del nostro “polmone blu”, i nostri oceani, che rivestono una grande importanza nella regolamentazione delle temperature nel mondo.
 
 
Il nostro pianeta è coperto d'acqua per più del 70%, da qui l'espressione pianeta blu (questo il colore che si vede dallo spazio): è il mare il nostro polmone – ci racconterà nel servizio il giornalista Alessandro Macina – perché grazie a degli esseri invisibili di pochi micron, chiamati plancton, viene prodotto il 50% del nostro ossigeno.
Anziché proteggerli, i nostri mari li abbiamo depredati, inquinati e con i cambiamenti climatici li stiamo mutando per sempre.
In questo momento i mari assorbono circa il 30% dell'anidride carbonica che sta nell'atmosfera (e il 90% del calore immesso in atmosfera): il problema è che non sappiamo quanto a lungo gli oceani riusciranno a mantenere questa super attività di “sequestro” di co2.
Quando smetteranno, l'anidride carbonica rimarrà nell'atmosfera e continuerà ad aumentare e in quel momento gli scenari sui possibili effetti dei cambiamenti climatici saranno di difficile previsione.
 
Per capire lo stato di salute del nostro polmone, Alessandro Macina ha iniziato un viaggio sui mari a bordo di una barca a vela, la Tara, alla sua dodicesima missione internazionale, che ha avuto un ruolo fondamentale per censire per la prima volta i produttori di ossigeno del pianeta, il fitoplancton.
A Parigi il giornalista ha incontrato il biologo marino Eric Carcenti, ideatore e direttore scientifico della missione Tara Oceans: per il suo lavoro ha ricevuto una medaglia d'oro dal CNRS, li più alto titolo onorifico del mondo scientifico francese.
La vita è iniziata nell'oceano” racconta il biologo - “e solo grazie agli organismi marini si è creata l'atmosfera che ci ha permesso di poter vivere sulla terra, senza plancton non ci sono pesci e sono importanti anche per il clima, perché oltre a produrre ossigeno, sequestra la co2. Il riscaldamento climatico ha un impatto drammatico sul plancton e anche l'inquinamento lo avrà, perché anche loro mangiano le microplastiche. E' un enorme problema politico, perché impone di ripensare al modo in cui vogliamo vivere su questo pianeta”.
 
Già, perché non esiste un pianeta B su cui andare, una volta compromessi gli equilibri su questa terra.
Il 2019 è stato l'anno record del riscaldamento marino, ma tutti gli ultimi dieci anni sono stati i più caldi per i mari del mondo, “perché il mare ha assorbito il 90% del calore immesso in atmosfera dalle attività umane ”.
Al laboratorio europeo di biologia molecolare – EMBL, un'eccellenza della ricerca sostenuta da fondi comunicati, Alessandro Macina ha incontrato i ricercatori che analizzano i microorganismi nel mare in collaborazione con la missione Tara: sono loro che hanno lanciato l'allarme.
Per colpa del riscaldamento, il plancton sta perdendo la capacità di darci ossigeno: “una temperatura più alta” - racconta Bianca Silva una delle ricercatrici - “aumenta il metabolismo dei microorganismi che vivono nei mari, che quindi consumano più ossigeno, paradossalmente c'è meno ossigeno nel mare e questi organismi ne hanno bisogno di più, in un circolo che fa che ci sia sempre meno ossigeno a disposizione”.
Quanto sta diminuendo l'ossigeno in mare?
“In media, negli ultimi 50 anni è diminuito del 2%, sembra poco ma in realtà è tantissimo, perché piccole diminuzioni di ossigeno hanno grandi effetti. Ma questa è una media, ci sono alcune zone dove è diminuito anche del 40%, ci sono anche zone dette “zone morte”, queste sono quadruplicate”.
 
 
Quest'anno il Mediterraneo ha incamerato il calore della seconda estate più calda di sempre, segnando una temperatura del mare caldo eccezionale fino a tutto il mese di novembre compreso: questo ha avuto conseguenze disastrose nella nostra penisola, precipitazioni tropicali, sempre più intense e frequenti. Per la prima volta si è parlato anche di uragani nel Mediterraneo, innescati dalla temperatura ogni anno sempre più alta.
Parliamo oramai di oceani e di mari che sono caldi per parecchie decine di metri, è questo l'effetto che dimostra che gli oceani siano di fatto stremati.
Il Mediterraneo si è già riscaldato di quasi due gradi negli ultimi 50 anni: una vera e propria febbre del mare, persino più alta di quella del riscaldamento medio del pianeta.
I giornalisti di Presadiretta mostreranno i mari nella riserva della penisola del Sinis, nella marina di Cabras e intervisterà Giovanni De Falco, Geologo Ias del Cnr di Oristano.
 
Se i mari vanno in sofferenza, tutta una catena va in sofferenza: il mare racchiude l'80% delle specie viventi, infatti dà da mangiare a 4 miliardi di persone. Pensiamo che sia troppo vasto per subire modifiche originate dai nostri comportamenti: non è così, dobbiamo prendere coscienza che così come i cambiamenti visibili sulla terra, anche quelli degli oceani potrebbero essere irreversibili.
 
La scheda del servizio: Il polmone blu
 
Un viaggio di PresaDiretta per raccontare IL POLMONE BLU, l’ecosistema oceano, sempre più a rischio.Il mare è infatti il polmone del mondo: è lui a produrre il 50% dell’ossigeno presente sul pianeta, un respiro su due lo dobbiamo a lui.
Il mare finora è stato il nostro migliore alleato proprio nella lotta ai cambiamenti climatici: ha assorbito il 30% dei gas serra e il 90% del calore immesso in atmosfera. Ma tra poco non ce la farà più: le acque degli oceani oggi sono più calde, più acide e meno produttive.
La produzione di ossigeno è in diminuzione e il riscaldamento globale sta cambiando le correnti che regolano la vita e il clima.Cosa stiamo facendo per proteggere e salvare i nostri oceani?PresaDiretta ha attraversato l’Italia e non solo.
E’ andata nel santuario dei cetacei per capire quali sono i limiti delle aree marine protette, tra le isole del Mediterraneo, lungo le coste aggredite dall’erosione costiera, a Venezia dove l’ eccezionalità dell’acqua alta ha messo in allarme gli scienziati di tutto il mondo.Infine PresaDiretta è tornata in Artico, il luogo sentinella dei cambiamenti climatici, la regione che si sta scaldando più velocemente del Pianeta.Non diamo per scontato nulla, non esiste un Pianeta B.IL POLMONE BLU” è un racconto di Riccardo Iacona con Alessandro Macina, Fabrizio Lazzaretti.
 
 

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