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"Le auto costose di preti e suore"

Sono coerenti le parrocchie dei nostri quartieri? 

Con quale spirito i parroci che conosciamo affrontano quotidianamente la loro missione pastorale? Organizzano le feste del santo patrono per avvicinare nuove pecorelle smarrite alla chiesa? Oppure lo fanno per fare incetta di donazioni dai commercianti locali? Gestiscono i Gruppi Ricreativi Estivi per rispondere ai bisogni delle famiglie? Oppure per assolvere ad un moderno spirito imprenditoriale di autofinanziamento esentasse? 

Ogni parrocchiano che va a messa può valutare con quale modello di sacerdote si confronta ogni giorno, dopo aver sentito in Tv le parole di Papa Francesco. E potrebbe, ogni parrocchiano, fare qualcosa per rendere migliore la propria comunità religiosa adoperandosi perchè si apra al territorio, adoperandosi perché i sacerdoti, così come hanno fatto in passato tanti altri sacerdoti (Don Milani, Don Sardelli, Don Gallo, ecc ecc), si calino pienamente tra la gente e nei quartieri, non restino arroccati nelle loro mura e facciano rete con i comitati, con le associazioni laiche, e non solo cattoliche, con le scuole pubbliche, e non solo private.

Una riflessione che diviene inevitabile dopo che sabato scorso, davanti a 6mila seminaristi di tutto il mondo, Papa Francesco ha pronunciato le seguenti parole: 

"A me fa male quando vedo una suora o un prete con la macchina ultimo modello". "Non si può andare con auto costose. La macchina - ha spiegato - è necessaria per fare tanto lavoro, ma prendetene una umile. Se ne volete una bella pensate ai bambini che muoiono di fame" "... dobbiamo dire no a auto e scooter veloci e alla moda: per essere testimoni bisogna essere autentici e coerenti". "Gesù bastonava gli ipocriti, quelli che hanno una doppia faccia. Questa è la responsabilità dei formatori: dare esempio di coerenza ai più giovani".

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