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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Le Romain de la Rose a Palazzo Grimani

Le Romain de la Rose a Palazzo Grimani

Venezia. L’ensemble Oktoechos, invitato dall’Associazione culturale Musica Venezia, fondata e diretta da Roberta Reeder, ha presentato in un’ampia sala di Palazzo Grimani uno spettacolo letterario e musicale incentrato sul Roman de la Rose.

Il direttore e fondatore, nel 1995, dell’ensemble, Lanfranco Menga, assai conosciuto in città perché docente di Prepolifonia e musica medievale al Conservatorio “Benedetto Marcello”, ha proposto una lettura, necessariamente molto sintetica, di alcuni brani significativi del “Roman de la Rose”, con l’inserimento di musiche di Guillaume de Machaut (Reims, circa 1300-1377) a naturale completamento.

Le “Roman de la Rose”, assai famoso lungo tutto il Medioevo, è un poema allegorico iniziato da Guillaume de Lorris (1200-1238 circa),originario di Lorris, cittadina vicino ad Orlèans, e portato a termine da Jean de Meun (1240-1305 circa) tra il 1275 e il 1280. De Lorris scrisse 4028 versi; De Meun, che si chiamavo in realtà Jean Chapinal, ed era nato a Meung-sur-Loire, nei pressi di Orlèans, ne scrisse circa 18 mila. Tra le due parti intercorrono quasi 40 anni e affiora la diversa mentalità degli autori. Nella prima traspare il legame di Guillaume con il mondo poetico dei Troubadors, dei Trovieri del Nord e con il concetto di “Amor Cortese”, basato sostanzialmente su un criterio di sublimazione dell’amore impossibile per una donna. Nella seconda, la donna amata non è solo idealizzata. Diventa una donna concreta da conquistare, a costo di mille difficoltà, non solo oggettivamente, ma anche fisicamente.

La storia narra le imprese dell’ “Amant” per conquistare la Rosa, allegoria della donna amata, incontrata in sogno nel meraviglioso giardino di un castello. In un’alternanza tra personificazioni di sentimenti contrastanti, riuscirebbe infine a farla sua con l’aiuto di Venere, se sul più bello il poeta non si svegliasse dal sonno in cui ha sognato la conquista della Rosa, evidente simbolo di natura sessuale. Il poema esercitò un’influenza profonda negli scrittori delle generazioni successive, tra cui Dante, Petrarca, Chaucer, ma suscitò anche molte polemiche riguardo alla visione della donna espressa da de Meun ,tra cui quella della veneziana Christine de Pizan (1362-1431), che si può considerare una delle prime querelle femministe. Circa un secolo più tardi de Machaut, il più eminente poeta e compositore dell’Ars Nova francese, ne riprende i temi, personaggi e allegorie in moltissime sue composizioni, come il “Lay de la Rose”, il “Remede de Fortune” e il “Voir Dit”(“il Vero Detto”, 1365).

Menga ha costruito lo spettacolo facendo leggere alcun parti del Roman all’attore Massimo Somaglino, seguite dalle composizioni di Machaut, ottimamente interpretate da un quartetto di voci femminili – le soprano Claudia Grimaz ed Eugenia Corrieri, la mezzosoprano Marija Jovanovic, la contralto Lisa Friziero – che hanno eseguito nove brani, sei a cappella, tre sostenute dall’accompagnamento del liuto, suonato egregiamente da Gianluca Geremia. Il pubblico, numeroso come capita spesso negli episodi musicali del palazzo, non ha lesinato applausi, rapito dalla recitazione dell’attore e dall’affiatamento delle voci, capaci di creare un variegato tappeto sonoro alla interprete solista.

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