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Lazio, sanità proibitiva: tre giorni in pronto soccorso

I nosocomi della regione Lazio versano ormai in condizioni talmente indecenti da rendere proibitiva la salute del malcapitato paziente. Il caso di un malato trattenuto in una corsia di pronto soccorso, da tre giorni, in attesa di un improbabile ricovero. In che mani siamo finiti?

Lo sapevo che sarebbe finita così, non per niente, la sanità della regione Lazio è tra le più indecenti. Grazie ai tagli di Renata Polverini e alle strutture ospedaliere soppresse, i nosocomi restanti versano nel caos assoluto. E va bene. I sanitari che operano nei centri rimasti attivi non possono fare miracoli, ma a tutto c’è un limite!

Ora, qualcuno mi spieghi come si possa tenere un paziente due giorni in una corsia di pronto soccorso, con disturbi gravi alla colonna vertebrale, immobilizzato in un letto, in attesa di un giaciglio in reparto e, soprattutto, aspettando una indispensabile risonanza magnetica che, dicono i medici, può essere effettuata solo se si viene ricoverati, pur tuttavia passandogli i pasti come un normale degente. 

Posso capire l’impotenza dei preposti, causa sovraffollamento, ma non è accettabile che un malato sosti in un corridoio illuminatissimo dove notte e giorno sono uguali, con via vai di urgenze di ogni genere, quando in quell'ospedale non esiste comunque un reparto adatto al tipo di malattia.

Impossibilitato a spostarsi, se non con autoambulanza privata, cosa dovrebbe fare, il malcapitato? Attendere che peggiorino le sospette patologie? Buon senso imporrebbe di trasferire il sofferente in un centro specializzato che disponga di posti liberi. Eppure, a più di 48 ore di distanza, nulla si muove, anzi, il disgraziato trascorrerà un’altra nottata in quelle condizioni.

Il malato disperato ha quindi preteso il trasferimento in un centro idoneo ma qualche mente eccelsa ha deciso che non è necessario. Almeno finché non si avranno gli esiti della RM, però è impossibile fare l’esame via pronto soccorso! La situazione si avvita su se stessa e intanto il tempo passa inesorabilmente. E’ dunque ragionevole trattenere un paziente senza sottoporlo velocemente agli accertamenti e/o interventi necessari? Assolutamente no.

Senza soldi non si cantano messe, così sempre più persone potrebbero vedere compromessa ulteriormente la propria salute perché capitati in una struttura ospedaliera in preda alla confusione generale. Altrimenti c’è la clinica, privata, e chi non può permettersela s’attacca al tram.

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