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Lavoro e salute: a cosa la priorità?

Ci troviamo nella citta di Taranto, città quasi distrutta dal problema ILVA che ormai coninvolge in prima persona tutta la popolazione. È proprio in questa città che sorge una delle questioni ultime più importanti. Si è in bilico; non si arriva a nessuna decisione definitiva.

Continuano le proteste del popolo tarantino che chiede e pretende giustizia per tutti gli ex-operai o persone a loro vicine che purtroppo hanno sacrificato la propria salute per quest'industria. I cittadini chiedono provvedimenti drastici quali la chiusura dell'impresa e continuano i cortei nel rione Tamburi. I cittadini non riescono a voltare pagina, scendono in piazza per protestare attivamente rivendicando il diritto alla vita.

L' ILVA non riponde, è in silenzio. Questo clima di tensione accompagna gli operai che sono dunque oggi ancora più insicuri rispetto al proprio posto di lavoro e protestano non raggiungendo la sede ma occupando le strade di collegamento. 

Durante l'ultimo corteo svolto nel rione Tamburi di Taranto ho personalmente raccolto la testimonianza di una cittadina. Sconvolta e arrabbiata con tanta voglia di cambiamenti ci confessa di come in poco tempo abbia perso quasi tutta la sua famiglia. Ci racconta che al mattino, svegliando la propria figlia, non può aprire le finestre perché completamente annerite da tutte le polveri dei minerali che arrivano lì.

Ci invita nei pressi della sua abitazione nel pomeriggio per farci osservare in prima persona le loro condizioni di vita. Racconta, poi, che i bambini non possono più giocare al di fuori della propria cameretta.

Successivamente a questa testimonianza abbiamo poi rilevato, chiedendo alle mamme tarantine presenti al corteo, di quanti bambini soffrano di asma e problemi di respirazione dovuti all'inquinamento. Sono arrabbiate quando ci raccontano delle cure a cui loro e i figli devono sottoporsi.

Ancora oggi non si è arrivati ad una decisione in merito alla chiusura o alla bonifica dell'industria ma i cittadini sono pronti a rivendicare i propri diritti e le proprie esigenze riguardanti la salute.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.144) 16 ottobre 2012 20:31

    L’ ILVA ha avuto per anni e anni utili miliardari. Poteva accontentarsi di guadagnare meno per inquinare meno, no? 
    Ora che il mercato dell’ acciaio è in calo esplode la questione ambientale a Taranto e questa volta i giudici non vengono fermati. Penso che forse produrre acciao in Italia non convenga più e che ora a Taranto il vero business sia la BONIFICA, un business enorme che ora è benvenuto, prima no. Chi lo pagherà? Temo che sarà in massima parte il contribuente.

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