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Lavoratori Conateco in sciopero a oltranza. Paralizzata l’attività del molo Bausan di Napoli

Sono circa 450 i lavoratori del Co.na.te.co (Consorzio Napoletano Terminal Container) che dallo scorso lunedì 22 luglio hanno incrociato le braccia, paralizzando del tutto le attività del molo Bausan nel porto di Napoli.
 

Si tratta di uno sciopero nato in maniera del tutto spontanea e senza alcuna copertura sindacale: la ragione va ricercata nel mancato accordo con i vertici del consorzio per il rinnovo del contratto collettivo aziendale e nelle generali condizioni di lavoro, oltre che nell’abolizione dei ticket mensa fin dal primo luglio scorso (7 euro al giorno, per un totale di circa 200 euro in meno ogni mese su ogni busta paga).

Le conseguenze dell’imposto stop alle operazioni di carico e scarico dei container non si sono lasciate attendere e hanno paralizzato dal principio i traffici marittimi, per poi coinvolgere inevitabilmente anche le aziende di autotrasporto e gli spedizionieri, travolti da un grave danno economico per il mancato rispetto delle commesse negli ultimi giorni.

Fin dal 24 luglio, una volta compresa la determinazione dei lavoratori a proseguire a oltranza con lo sciopero, la MSC Crociere ha annullato le toccate previste per 3 delle sue navi, abbandonando di fatto lo scalo e minacciando di proseguire su questa strada fino a che “Conateco non riprenderà a funzionare e i suoi dipendenti a impegnarsi per un livello di produttività decente”. Si tratta di un muro contro muro su cui si gioca una partita molto importante: MSC è il maggiore utente-cliente del terminal - oltre che comproprietaria del Co.na.te.co. stesso per il 50% - e la sua scelta non sembra lasciare alcun margine di trattativa con i lavoratori. Di fatto è stata definita come “una catastrofe” dall’agenzia marittima partenopea.



Gli operai, ad ogni modo, non si sono lasciati intimidire, proseguendo con lo sciopero senza l’appoggio sindacale di Filt-Cgil, Uiltrasporti, Ugl Trasporti, Fit-Cisl, nonostante anche dalla prefettura fosse stata posta come conditio sine qua non per l’apertura della negoziazione la partecipazione delle associazioni di categoria e, dunque, il rientro della protesta nel quadro delle norme sullo sciopero.

Nonostante il rischio di sanzioni e del mancato riconoscimento della legittimità della mobilitazione, i lavoratori hanno risposto in maniera compatta, muovendosi in corteo dal molo Bausan verso il centro del porto e paralizzando per diverso tempo anche il traffico veicolare al suo interno. Questo avveniva la mattina del 25 luglio.

La mediazione dell’Autorità portuale ha fatto sì che già l’indomani il Prefetto convocasse i vertici dell’azienda affinchè venisse vagliata l’ipotesi di un congelamento delle modifiche alle condizioni contrattuali almeno fino al prossimo settembre. Era stata posta come condizione all’avvio di questa trattativa, però, il ripristino delle attività portuali entro le successive 12 ore, condizione che è rimasta disattesa dal momento che anche per tutta la giornata del 26 luglio, i lavoratori si sono rifiutati di rientrare in servizio, annunciando di non voler tornare sui propri passi fino a che non sarà data garanzia di un ripristino delle condizioni salariali precedenti e di un accordo sul nuovo contratto collettivo aziendale.

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