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Lascia o raddoppia? L’ultima puntata di Servizio Pubblico

E così, la scomessa di Santoro, del team di giornalisti di Annozero, è riuscita: possiamo dirlo, alla fine della prima stagione televisiva di questa "cosa" rivoluzionaria che è andata in onda ogni giovedì sera su un network di reti locali e su internet.
 

Una scomessa vinta anche grazie all'impegno e alla volontà dei telespettatori, anzi dei cittadini, che non hanno accettato la scelta dei partiti di chiudere Annozero, invenstendo quei 10 euro per la messa in onda di Servizio Pubblico.

La scelta di continuare con questo conflitto di interessi che, a questo punto, dopo le nomine dentro AGCOM cui nemmeno il Partito Democratico si è sottratto, interessa solo i cittadini. Una scelta che non significa solo far sprofondare l'Italia in fondo alle classifiche sulla qualità dell'informazione, ma significa anche pagare quella multa da 10 milioni di euro a De Stefano, di Europa 7.

Il prezzo dell'inciucio, della tv in mano alla politica, della sottimissione ai voleri di Mediaset e di Berlusconi. Ieri sera è stata una puntata quasi autocelebrativa, da una parte, ma anche una sorta di funerale alla tv generalista: uno specchio più che del paese, del sistema dei partiti.

L'anteprima di Santoro

 



«Servizio Pubblico è nato dalla decisione di Berlusconi di cancellare dalla programmazione della Rai Anno Zero. Io non ho mai lottato contro di lui come persona o contro le sue idee politiche, ma solo contro la concentrazione di potere, quello che si chiama conflitto d'interesse». E, rivolgendosi al governo Monti e a Napolitano, sulle nomine delle authority. «Sono preoccupato - ha precisato Santoro - del vuoto che si è creato nella nostra società, come questo schifo delle Autorità lottizzate. Mi impressiona l'acquiescenza del governo Monti a questa lottizzazione e anche il silenzio del Quirinale, perchè c'è una violazione di un principio sancito dalla nostra Costituzione, così come - prosegue il conduttore - mi meraviglia che l'ex direttore generale della Rai Mauro Masi sia ricevuto in pompa magna ai giardini del Quirinale e i giornalisti scomodi tenuti fuori». [dal corriere]

Monti e il suo governo hanno scelto di non partecipare a questa trasmissione, e anche il PD ha emanato il suo diktat contro Servizio pubblico: ma in questa maniera non hanno delegittimato Vauro e Travaglio, hanno fatto esattamente quello che prima faceva Berlusconi. Fanno diventare Grillo un gigante e fanno crescere l'idea che non esistano idee di destra o di sinistra, ma solo idee a cinque stelle. Come quella notte di Amalfi che Santoro ha ricordato ieri sera, in cui assieme ad un gruppo di amici ex sessantottini, cantarono alla città dormiente "avanti popolo alla riscossa", oggi con Servizio Pubblico si è dimostrato che anche sui tubi precari (del set dove la trasmissione va in onda) può nascere un programma televisivo di serie A.

Bertazzoni, implacabile, nel suo primo servizio ha chiesto conto di queste nomine dentro AGCOM e privacy ai parlamentari italiani: chi svicolava, chi sorrideva sornione, chi non riusciva a comprendere il perchè di queste domande, chi non rispondeva affatto. Queste nomine, Martusciello, Iannini, soro .. sono di persone svincolate da qualsiasi partito politico? Che fine hanno fatto i 90 curriculum?
L'unico politico ad voler rispondere al giornalista è stato Arturo Parisi: "ma il PD è ancora dentro il progetto in cui è nato". Che fine ha fatto il conflitto di interessi, il merito, la trasparenza?

In studio sono intervenuti uno dopo l'altro, solo esponenti del mondo della tv come Bonolis, Carlo Freccero, Vittorio Sgarbi, gli attori Massimo Ghini, Claudio Santamaria, Neri Marcorè, e giornalisti come Padellaro o Mieli. Ma prima di partire, lo strepitoso sketch di Guzzanti, per il nuovo spettacolo su Sky (quando in Rai?), sul leghista in carcere.

Bonolis"la televisione è una specie di status quo, come la politica : tutto si omologa in un grigio sfumato".


Padellaro"i politici che entrano a Montecitorio sono ancora più comici di Guzzanti: dovremmo essere noi giornalisti a delegittimare questi politici [riferendosi alla polemica di Santoro nell'anteprima, sul diktat di Monti]".
E ancora "non hanno la percezione del discredito che ogni giorno fanno crescere sulle istituzioni".


Ma la Rai è veramente occupata da degli extracomunitari che decidono i palinsesti come dice Buoncompagni? E Santoro e Travaglio farebbero bene a candidarsi, come chiede Sgarbi (che ha definito Servizio pubblico come unica forma civile di trasmissione tv)?

Dopo Mieli che ha invitato Santoro a raddoppiare, l'anno prossimo, su altre TV, è stato Ghini a ricordare come anche sulla televisione siano arrivati i tagli che hanno colpito altre aree del pubblico.
Meno investimenti per cinema e fiction. Meno programmazione e meno sperimentazione: anche per questo la tv generalista, che ripropone gli stessi clichè (e lascia ancora fuori Guzzanti, Luttazzi e altri) sta morendo.
Perchè, come le authority, anche le commissioni che decidono sui finanziamenti al cinema, sono sottoposte alla politica.

L'intervista di Sandro Ruotolo alla Gabanelli

Con la nomina della Iannini "Vespa non violerà mai la legge sulla privacy", la battua finale della giornalista.

Il giornalista economico Gianni Dragoni, nel suo intervento in cui ha parlato del crollo della raccolta pubblicitaria di Rai e di Mediaset (in special modo dopo la fine del governo Berlusconi), ha parlato dell'ipotesi di una fusione di Telecom con Mediaset, per far passare la tv sui cavi telefonici.
Se ne era parlato tempo fa, nel periodo in cui Passera era ancora banchiere "di sistema" : ora che potrebbe diventare leader di una formnazione dentro il centrodestra, è una ipotesi non più fantasiosa.

L'intervento di Travaglio

 


E speriamo che questo sia solo la fine di un nuovo inizio.

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