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La vicenda Akhela: un focus sulla situazione dei lavoratori

Un approfondimento sulla situazione dei lavoratori dell’Akhela, in lotta contro i licenziamenti voluti dall’azienda nel luglio del 2014 e di cui ancora oggi non si conosce il futuro dei lavoratori. Con questo focus proviamo a tracciare un excursus storico dell’azienda, sino ad arrivare alle ultime drammatiche vicende dei dipendenti dell’Akhela.

Akhela nasce negli anni ‘90 in Sardegna, come branca della Saras che si occupa di ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione), di servizi informatici e sviluppo software.

Ingenti i contributi pubblici dati all’azienda dei Moratti, che ne permettono il rinnovo degli impianti Saras a Sarroch, in cambio della creazione di posti di lavoro in settori innovativi.

All’inizio del 2012 arriva però una svolta: la Saras decide di cedere la società, giustificando la cessione con l’esigenza di concentrarsi sul proprio “core business” ovvero l’energetico.

Viene deciso quindi di cercare un partner per Akhela che sia già attivo all’interno del mercato ICT per permettere così all’azienda di crescere. Dopo alcune interlocuzioni con importanti gruppi la scelta ricade sul gruppo Solgenia, società ICT canadese.

Il 5 marzo Solgenia s.p.a annuncia di aver completato l’acquisizione del 100% del capitale sociale di Akhela: operazione che a detta di Piercarlo Ravasio, allora a.d di Akhela, avrebbe permesso alla società di “implementare la strategia di internazionalizzazione e differenziazione della propria offerta, grazie alla sinergia con i prodotti e le competenza di Solgenia”

Viene da chiedersi perchè, visto l’interesse mostrato da diverse aziende importanti sul mercato ICT, venga scelta proprio la Solgenia, un’azienda con una lunga storia di acquisizioni fallite alle spalle, una vertenza in Italia per una procedura di licenziamento collettivo di 150 lavoratori (su 350 dipendenti presenti nella penisola) e per numerosi ritardi sui pagamenti degli stipendi.



Già a un anno dall’acquisizione i sindacati protestavano per la totale assenza di un piano industriale e di prospettive di sviluppo. Poi la doccia fredda: nel luglio del 2014 l’azienda avvia la procedura di mobilità per 49 dei 173 dipendenti.

Da qui in avanti ha inizio una lunga serie di scioperi da parte dei lavoratori dell’azienda che protestano per i licenziamenti e chiedono alla Saras di prendersi le sue responsabilità su Akhela.

Tutte le trattative avviate dai sindacati si concludono con esito negativo: la proposta dei sindacati di stipulare un contratto di solidarietà difensivo per garantire la continuità lavorativa, unitamente alla presentazione di un piano industriale fattibile vengono respinte al mittente dall’azienda.

Qualche giorno fa sono arrivate le prime lettere di licenziamento per i lavoratori in esubero, che hanno immediatamente organizzato un presidio di protesta davanti allo stabilimento di Macchiareddu.

I sindacati denunciano inoltre gravi rappresaglie di Solgenia verso i dipendenti che hanno partecipato allo sciopero: alcuni lavoratori si sono visti negare l’ingresso in azienda il giorno dopo la protesta, pur non essendo tra quelli che avevano ricevuto le lettere di licenziamento. Si parla addirittura di una “lista nera” che segnala i nomi dei lavoratori.

La vertenza Akhela insomma è ben lontana dalla risoluzione finchè Solgenia continuerà a rifiutare qualsiasi trattativa che possa evitare i licenziamenti.

da: Arrexini

Questo articolo è stato pubblicato qui

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