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 Home page > Tribuna Libera > La strana nonchalance della magistratura per l’eversione di Berlusconi

La strana nonchalance della magistratura per l’eversione di Berlusconi

Il sogno irrealizzato e la sua finalità dichiarata per "Forza Italia": "Conquistare il 51% dei voti per abbattere questo sistema sancito da questa Costituzione...". Così dichiaratamente il pluricondannato per le varie - e più diverse - note vicende, Silvio Berlusconi.

Che dopo le condanne per le vicende Mediaset, Ruby e Mondadori, per citare solo le più significative, l'ultima sia stata persa contro il pur bravissimo Marco Travaglio, dice chiaramente che ormai smalto e grinta del nostro sono decisamente agli sgoccioli. Tutta colpa - ovviamente - della magistratura (specie magistratura democratica) infarcita fino al midollo di stantio e maleodorante bolscevismo. Fin qui il gracchiare incantato di un vecchio floppy da 5 e 1/2 di vent'anni fa sempre riutilizzato per l'occasione. Il punto è che il reiterato utilizzo è tanto e tale ed ha ormai così assuefatto che neppure si è più stati capaci di cogliere appieno il senso delle dichiarazioni aperte ed esplicite sopra riportate: se fossero state in bocca ad un Vallanzasca, ad un Curcio o - perché no? - ad un Valerio Borghese gli si sarebbe contestato - giustamente, come d'altronde a qualsiasi altro cittadino italiano o meno - il reato di eversione e, in quanto sfociante in un movimento o "partito politico", anche quello di cospirazione contro lo Stato con messa al bando del partito medesimo.

Stranamente invece il "feroce accanimento giudiziario" nel momento in cui queste parole stanno in bocca al pluripregiudicato Silvio Berlusconi non sortiscono effetto alcuno da parte della magistratura così costitutivamente bolscevizzata. Invero, la stasi della magistratura in proposito è assai preoccupante trattandosi di reati ben più gravi di quelli già notevoli per i quali il nostro (?) è già stato condannato. Al gioco fa da spalla un ex comico da teatrino degli anni Settanta della prima repubblica, che, per dirla con Gad Lerner, oggi fa le battute improvvide contro un grande Presidente quale fu Sandro Pertini, mentre lui all'epoca - lasciato palco del teatrino e battute di schifo - girava in Ferrari (alla faccia nostra, si capisce).

Ecco così la richiesta di "impeachment" contro "Re" Giorgio, appellativo in realtà tutt'altro che comico o ironico, agli occhi di entrambi - il pregiudicato e lo pseudo comico da prima repubblica: Napolitano è davvero un Re e lo è nel senso più proprio, ossia politico, ed è un monarca assoluto. E' lui infatti che ha in mano il potere di sciogliere o meno le Camere e perciò consentire o meno le elezioni "subito", in concomitanza alle europee.

E Napolitano, uomo di ben altro spessore umano e politico, ha già detto con chiarezza un bellissimo secco ed italianissimo "NO". Di più ha anche ventilato le proprie eventuali dimissioni le quali imporrebbero non solo il semestre bianco, ma elezioni "poi". Poi cioé dopo, ma in questo caso "dopo" significa anche quando diverranno esecutivi i "domiciliari" e con essi l'interdizione dall'attività politica.

L'assegnazione ai servizi sociali - che invece consentirebbero l'attività politica - appare infatti assai remota, vista la recentissima negazione degli stessi ad altri politici anche illustri, un nome per tutti: "Totò" Cuffaro, reduce da condanna significativa ma ben meno grave.

Di più "dopo" significa anche quando al comichetto della prima repubblica è finita di cadere la maschera svelando un'identità un bel pò meno prosaica...

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.204) 3 gennaio 2014 19:01

    Ma sai com’è ? Il pregiudicato il 51% non lo avrà mai e quindi è come il cane che abbaia alla luna .
    Ma hai proprio ragione ,è veramente singolare che un organo istituzionale (e costituzionale) come la Magistratura consenta a questo delinquente pluricondannato e plurinquisito di continuare a sbeffeggiare e a minacciare .
    E’ veramente incomprensibile che dei giudici ,anche di alto rango come un presidente di Corte di Cassazione , non intervengano a salvaguardare ,non dico il loro onore , ma il rispetto istituzionale dovuto .
    Nemmeno nei regimi sudamericani era consentita una cosa del genere , per non citare ovviamente altri paesi (vedi gli USA) dove basta una parola storta che somigli anche lontanamente ad una offesa verso il giudice (o la corte) per andare dritti e filati in galera .
    Da noi tutto è permesso . Umberto Bossi dichiarava (e probabilmente dichiara ancora) che con la bandiera italiana (simbolo nazionale protetto da una legge) ci si spazzava il culo .
    Lo hanno punito? Macché , è diventato senatore e anche ministro .
    ciao

  • Di (---.---.---.10) 1 febbraio 2014 19:40

    Eccoci di nuovo, Paolo (credo che lei sia lo stesso a cui ho dato una risposta poco fa su un altro articolo).

    Ritengo comprensibile che "giudici, anche di alto rango" tacciano. Fanno il loro lavoro nelle sedi competenti, punto e basta. Sarebbe veramente da pollaio, che un giudice si lasciasse coinvolgere nelle chiacchiere di un giudicando. E’ proprio il distacco della magistratura che la rende rispettabile (per chi crede che lo sia).

    Ma che paese sarebbe, se non si potesse neanche parlare? Ma stiamo scherzando? Già trovo esagerati i due reati di vilipendio al presidente e vilipendio alla bandiera (sì, proprio in Italia dove gli italiani stessi sono i primi a non apprezzarsi!), ma figuriamoci se non si può neanche criticare - e a questo punto una critica vale un’altra (ma non confondiamo le critiche con le offese).

    Intendiamoci: non sono d’accordo con Berlusconi, i suoi sono vaneggiamenti falsi e anche demagogici, convinto di acquisire consenso facendo così (e qualche stupido ci crede anche). Ma non mi si dica che dovrebbe essere perseguitato per questo. L’esempio che lei cita dell’America non è un bell’esempio; sappiamo che le forze dell’ordine là siano spesso incivili e, da quanto lei riporta, anche la magistratura non scherza. La sua è una visione un po’ fascista, direi.

    Cordiali saluti,

    Gottardo

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