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La storia New Trolls al teatro Toniolo

Mestre - Come spesso succede, quando un gruppo pop famoso si scioglie, insorgono litigi, che spesso portano al tribunale, il quale stabilisce chi dei vari componenti possa continuare ad esibirsi, portando avanti la denominazione originale del gruppo. Ma, anche se a Vittorio de Scalzi e Nico di Palo non è stato consentito di fregiarsi del nome primigenio, per tutti, i New Trolls sono loro. E così è stato a Mestre.

Platea e galleria affollate in prevalenza da ultracinquantenni nostalgici, affluiti per respirare l’atmosfera degli anni Sessanta, per ricordare e/o rimpiangere una giovinezza ormai alle spalle. E i due New Trolls, affiancati da tre validi giovani, ma non giovanissimi musicisti, Andrea Maddalone, chitarra elettrica, Francesco Bellìa, basso elettrico, Giorgio Bellìa, batteria, hanno saputo toccare le loro corde emotive, con una compilation, degli anni ’60 e ’70 in prevalenza, fino agli ’80, ai ’90 e all’attualità. Professionali, i cinque hanno riproposto il felice incontro, era il 1971, tra il Rock melodico e la musica barocca, che produsse, grazie al compositore e direttore d’orchestra argentino Luis Enriquez Bacalov, l’entusiasmante "Concerto Grosso n.1", eseguito a Mestre per intero, e quello n.2, ascoltato solo in parte.

Stupisce De Scalzi, abile sia come musicista – suona le tastiere, la chitarra e nei concerti grossi il flauto traverso, nello stile portato al successo da Ian Anderson dei Jethro Tull - sia come affabile, lievemente dolciastro, presentatore, il quale con un timbro di voce morbido, cattura le folle. Commovente Nico di Palo, il quale, nonostante l’uso perduto di un arto, dovuto ad uno spaventoso incidente d’auto occorsogli nel 1998, riesce a cantare quasi come nel passato e a suonare le tastiere con una mano sola. Gli applausi più calorosi se li è conquistati lui, interpretando "Una miniera", "Davanti agli occhi miei" e "Visioni" in cui sono affiorati i suoi indimenticabili, lunghi acuti. Il pubblico dimostra di gradire e li complimenta ad alta voce.

Il tempo trascorre lieto, non ci si accorge di aver raggiunto i 100 minuti, e si arriva così al brano conclusivo, amato/odiato dal gruppo, cui viene sempre immancabilmente richiesto, "Quella carezza della sera", cantata dopo una sola breve prova assieme ad una platea entusiasta. Ma non ci si può lasciar così, ed ecco "Musica" e una versione personale “in stile New Trolls”, come dice De Scalzi, de "Il cielo" di Renato Zero. Le luci si accendono. I cinque sfilano e si inchinano sul proscenio e tutti se ne vanno un po’ più contenti di prima. Il concerto faceva parte dell’XI° edizione di "C’era una volta il Beat", un appuntamento a scadenza annuale, organizzato dall’associazione culturale di Marghera (VE) "I ragazzi della panchina".

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