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La standardizzazione, l’omogeneità e l’uniformità

Jean Baudrillard definì la società contemporanea come “la società dei consumi”. Una società dove siamo “ridotti” tutti allo stesso piano e alla stessa dimensione ossia quella del consumatore.

La società dei consumi ha prodotto tra l'altro, insieme ad altri fattori, fenomeni come l'appiattimento culturale, la massificazione e la desertificazione culturale. Una società dei consumi che col tempo è diventata “società dell'immagine”, espressione del sistema-società neoliberista e capitalista.

Una società contemporanea dove sono sempre più presenti fenomeni come la “standardizzazione”, “l'uniformità” e “l'omogeneità”. É infatti risaputo che anche coloro che hanno redditi più alti comprano le stesse cose di chi ha redditi più bassi anche se in “forme” diverse: tutti usufruiscono di una certa quantità di oggetti che vengono acquistati dai ceti sociali più bassi fino a quelli più alti.

Dopo la seconda guerra mondiale abbiamo visto il “boom” di oggetti come il televisore o il frigorifero o ancora la lavatrice e il ferro da stiro etc. Tutti questi oggetti nel secolo scorso sono entrati nelle case delle persone colonizzandole e al giorno d'oggi sono diventati ultra-tecnologici. Poi negli anni recenti si è visto il boom dei computer, dei telefoni cellulari, dei tablet, dei videogames etc.

Tutti gli oggetti su citati hanno reso possibile la standardizzazione, l'omogeneità e l'uniformità: tanti oggetti tecnologici e innovativi che ci hanno anche resi “dipendenti” da loro. Tanti oggetti che ci hanno resi tutti simili, conformi, omogenei etc.

Nella società contemporanea viviamo una sorta di assuefazione da tecnologia, una “tecno-dipendenza” che è ormai consuetudine per tanti individui e che ci ha condotti nell'era del “post-umano” e del “cibernetico”, un'era fredda, grigia, artificiale.

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