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La spada di Damocle pende sulla testa di marittimi e passeggeri

Stress ed affaticamento sulle navi sono tra le maggiori cause degli incidenti marittimi, i quali negli ultimi anni hanno avuto la tendenza ad aumentare.

Da studi sull’affaticamento sulle navi è risultato, tra l’altro, che le attuali norme, sia nazionali che internazionali, in materia di sicurezza degli equipaggi, non sono sufficienti, o almeno, secondo l’IMO (Organizzazione marittima internazionale), che si occupa della sicurezza sulle navi, non vengono applicate come si dovrebbe.

L’affaticamento degli equipaggi, oltre ad essere un potenziale pericolo per i marittimi e di conseguenza per i passeggeri, è spesso causa anche di inquinamenti dipesi direttamente da questi incidenti.

Fino a quando il lavoratore sarà considerato un semplice pezzo di ingranaggio del sistema, stress ed affaticamento resteranno come spada di Damocle a pendere continuamente sulla testa degli equipaggi e dei passeggeri e sulle coste che continueranno ad essere deturpate da questi incidenti.

La politica di riduzione degli equipaggi, adottata da anni dagli armatori di tutto il mondo, abbinata all’accellerazione dei traffici, ha portato ad un continuo stress sugli equipaggi, che alla fine, insieme all’affaticamento, è andato a ripercuotersi sulla sicurezza, fino a divenire una delle prime cause degli incidenti marittimi. Il famoso fattore umano, causa di questi incidenti, spesso origina dalla combinazione di questi due elementi.



Ed è per questo che i marittimi oggi spingono continuamente verso una soluzione radicale di questo problema chiedendo anche una vera solidarietà alla Chiesa. Purtroppo la legge di mercato non ha consentito, fino ad ora, l’applicazione integrale di regole utili a fermare questa situazione.

In questi giorni, per quanto riguarda l’armamento delle navi, i marittimi del SDM hanno nuovamente sollecitato il Governo a prendere seriamente in considerazione la loro proposta di una corretta variazione delle tabelle di armamento (tabelle che riportano il numero minimo di personale che una nave deve avere).

In Italia è dal 1999 che esiste una legge, la 271/99, emanata anche per ridurre gli orari di lavoro a bordo delle navi, il cui articolo 11, riguardante proprio questi orari di lavoro, è stato modificato con il decreto legislativo 108 del 2005 e del quale non si è ancora vista l’ integrale applicazione.

La struttura del lavoro marittimo rende impossibile scindere le ore di lavoro dal numero dei componenti l’equipaggio delle navi: la mancanza di uno solo di questi porta come conseguenza ad un aumento di lavoro e quindi di stress ed affaticamento sulla totalità o su una parte del restante personale.


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