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La sinistra e l’immigrazione

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Intervista ad Agostino Spataro, giornalista, già parlamentare del PCI  per tre legislature, membro delle Commissioni Affari Esteri e Difesa della Camera dei Deputati, direttore di “Informazioni dal Mediterraneo” (www.infomedi.it), ha pubblicato in questi giorni il libro  ‘Immigrazione- La moderna schiavitù’, un saggio sulle politiche che mancano, in Italia come nel resto dell’Europa, per gestire costruttivamente le migrazioni.

- D. Lei scrive che i flussi sono anche incoraggiati dalle grandi oligar­chie globalizzate dominanti. A chi si riferisce e ci spiega questo meccanismo?

R- A mio parere, in varie parti del mondo è stato creato ad arte una sorta di “caos funzionale” da parte di potentissime associazioni d’interessi finanziari, note o coperte, che stanno destrutturando l’economia a loro favore. Oltre alle guerre, alle scorrerie in borsa, ai terrorismi veri o inventati, si fa ricorso a un uso spregiudicato dei flussi migratori. Lo scopo è, ormai, palese: importare il terzo mondo nel primo per scardinare il mercato del lavoro italiano ed europeo, provocando serie conseguenze sociali, e per produrre a costi da terzo mondo e vendere a prezzi da primo mondo.

Inoltre, con l’immigrazione clandestina di massa si perseguono due obiettivi in particolare:

1) favorire l’esodo delle nuove generazioni acculturate dei Paesi del Sud perché temute come potenziali forze antagoniste al malgoverno locale e ai disegni di rapina delle multinazionali straniere;

2) usare gli immigrati irregolari nel lavoro nero per indebolire, vanificare le conquiste contrattuali dei lavoratori europei. Insomma, per alimentare la guerra fra immigrati e lavoratori e disoccupati europei.

Per quanto riguarda i nomi, da più parti, si fa quello del plurimiliardario Soros. Ma penso che non sia il solo.

- Lei sostiene l’Europa, per mantenere un livello accettabile e dif­fuso di benessere, deve far ricorso all’immigrazione e parla della necessità di accordi di cooperazione con i Paesi d’origine, per legalizzare i flussi. Come si possono fare questi accordi? E perché non si fanno? 

R- La mia ipotesi si basa, innanzitutto, sugli andamenti demografici italiani ed europei. Poiché in Italia preferiamo allevare cani e gatti invece che figli, l’immigrazione si è resa necessaria e va accolta con spirito di umanità e di solidarietà. Ma deve essere regolata con leggi appropriate, con accordi bilaterali e multilaterali, in base ai quali ai lavoratori immigrati (regolari) devono essere riconosciuti, sul serio, gli stessi diritti dei lavoratori italiani ed europei. Questa è la vera accoglienza, l’integrazione.

Come fare? Ovviamente non ho la ricetta pronta. Tuttavia, una nuova politica migratoria è possibile. A condizione che ci sia una volontà politica determinata a chiudere con la “emergenza” (che emergenza non è poiché dura da diversi decenni!) e ad affrontare il fenomeno con idee e strumenti innovativi.

Il problema non è solo di prima accoglienza, di assistenza più o meno precaria. Talvolta anche pelosa, speculativa. E nemmeno di un Paese solo. E’ l’Europa (UE) che deve farsene carico mediante un’iniziativa mirata a programmare, a regolarizzare i flussi e a garantire una degna accoglienza. Si potrebbe pensare a una “conferenza intergovernativa sulle migrazioni”, per delineare un quadro giuridico e politico di riferimento, per pianificare e armonizzare gli interventi globali e quelli dei singoli Stati d’origine e d’accoglienza.

Così come, si potrebbe (re) introdurre (accanto al permesso di soggiorno) l’istituto dell’atto di richiamo, aggiornato alle nuove condizioni, affinché l’immigrato possa trovare un’accoglienza sicura presso un parente o un amico già residente che garantisca di fronte agli enti locali e allo Stato e quindi evitare la clandestinità. 

- Lei ritiene che i Paesi d'origine sarebbero disposti a farli? Non crede che oramai l'Europa abbia perso l'Africa con il suo pietismo e neocolonialismo? Non crede che l'Africa guardi sempre più verso la Cina e sia intenzionata sempre più a tenersi in casa non solo le proprie materie prime ma anche le proprie risorse umane per il proprio processo di sviluppo?

R- La scarsità delle risorse naturali ambientali, delle materie prime industriali e alimentari è, oggi, una questione di enorme importanza per il presente e, soprattutto per il futuro, a breve e medio termine, dell’umanità. 

Eppure, stranamente, quasi nessuno ne scrive sui giornali o ne parla nei salotti televisivi. Forse per non disturbare i manovratori che si stanno accaparrando della gran parte delle risorse strategiche presenti nei Paesi del Sud del mondo da dove, in genere, provengono gli immigrati. Che coincidenza!

Le straordinarie ricchezze della Nigeria sono davvero un caso illuminante. Anche se da qui provengono masse di giovani migranti.

Non è necessario essere grandi economisti per capire che la popolazione mondiale è triplicata negli ultimi 70 anni (1950-2017), passando da 2,3 miliardi (mld) di persone agli attuali 7, 2 mld . Le proiezioni ci dicono che nel 2050 (fra 30 anni) gli abitanti della Terra saranno10,5 mld.

Insomma, la popolazione cresce a un ritmo frenetico, incontrollato (e bisognerebbe controllarlo!) mentre le risorse per il suo sostentamento vanno a rilento e con gravi disparità distributive, territoriali e sociali.

Da qui, la corsa all’accaparramento delle risorse accertate e/o preventivate. Per condizionare i mercati, gli stili e le speranze di vita e quindi gli stessi andamenti demografici.

L’Africa, l’America Latina, il Medio Oriente sono le aree più ambite dalle multinazionali occidentali. Ma anche la Cina, con i suoi 1,7 mld di abitanti e una crescita economica eccezionale e duratura, è la più proiettata (in Africa e altrove) per assicurarsi una quota importante di tali risorse.

 - Il libro si apre con alcuni documenti politici e parlamentari del PCI che dimostrano come un grande partito popolare, autenticamente di sinistra, affrontò (già agli inizi degli anni ’80 del ‘900) il problema. Le chiedo di spiegarci quali erano le proposte di allora e perché non furono attuate e oggi ci troviamo nelle condizioni che sappiamo?

R- Ho ricordato questo momento per dire a una certa “sinistra”, immemore e sbarazzina, che un grande partito di sinistra qual’era il Pci di Enrico Berlinguer affrontò il problema dell’immigrazione (allora incipiente) con una visione e con proposte politiche e legislative basate sulla legalità e sulla solidarietà. Con la nostra proposta di legge (la 2990 del 24/11/1981) presentata alla Camera chiedevamo provvedimenti severi contro i fautori dell’immigrazione clandestina, contro il caporalato e il lavoro nero, e norme di salvaguardia e di buona accoglienza per gli immigrati regolari e le loro famiglie. Volevamo per gli immigrati in Italia gli stessi diritti, e doveri, che chiedevamo (spesso con successo) per gli emigrati italiani in Europa e nel mondo.  

La proposta di legge del Pci non fu approvata, nemmeno seriamente discussa, perché i rappresentanti della maggioranza ci fecero sapere, informalmente, che se fosse stata approvata “l’immigrazione non sarebbe stata più conveniente”. Ovviamente per padroni e padroncini.

- L'immigrazione, o meglio il come é presentata la questione immigrazione in Europa sta favorendo l'ascesa delle destre in tutta l'Unione. Questo allora significa che il problema non è solo italiano e della sinistra italiana. Ci può spiegare quando e perché secondo lei la sinistra in Europa ha cominciato a sbagliare tutto sull'immigrazione?

Purtroppo, la “sinistra” (intendo le forze che si richiamano all’Internazionale socialista) non ha sbagliato soltanto sulla questione degli immigrati, ma anche su tanti altri, importanti aspetti riguardanti gli assetti economici e di potere e i sistemi di relazioni sindacali europei. Non dice nulla sul futuro (oggi molto incerto) dell’Unione Europea, sul suo ruolo nel mondo. Basta vedere chi ha fatto (e come) le privatizzazioni (anche di settori strategici), chi ha promosso le leggi neo-liberiste (Job Act e altro), chi più ha voluto le guerre in M.O., nel Mediterraneo. Spiace dirlo- come ho affermato in una conferenza in Messico - sembra che in Europa la destra abbia deciso di governare mediante la sinistra.

A questa “sinistra” impellicciata si deve ricordare che, così agendo, si finisce per favorire l’affermazione elettorale (e culturale) delle destre. I risultati delle recenti elezioni in Germania e in Austria dovrebbero essere di monito per la sinistra europea. In particolare, per la “sinistra” italiana che temo stia rischiando grosso in questa campagna elettorale nazionale. Un’Europa, un’Italia dominate dal centro-destra non sarebbero un buon viatico prima di tutto per gli immigrati.

- Lei scrive che si dovrebbe trovare il modo di stabilire, nelle sedi opportune (Onu, tribunale internazionale), un obbligo di accoglienza, commisurato al danno provocato, da parte di quei Paesi che, con il loro in­terventismo militare e con i loro intrighi politici, hanno generato de­cine di milioni di profughi dal Medio Oriente all’Africa, al Sud est asiatico, ecc. Questo è molto interessante, ci spieghi bene

R- E’ un tema nuovo che ho voluto introdurre nel libro. Poiché ritengo sia venuto il tempo d’individuare (e perseguire) i responsabili, diretti e indiretti, delle tante guerre, conflitti, azioni terroristiche che sono la causa principale delle distruzioni di città e territori, di economie, di milioni di vite umane, ecc.

Queste azioni provocano danni gravissimi ed esodi di profughi e d’emigrati. 

Chi provoca il danno deve pagare! Deve farsi carico dei profughi, dei senzatetto, degli sbandati e partecipare, a titolo risarcitorio, alla ricostruzione materiale e civile dei territori danneggiati. Non è ammissibile che i Paesi aggressori (magari ricchissimi e/o posti a decine di migliaia di km) possano godersi la “scena” delle loro distruzioni e poi passare il conto a organismi pubblici internazionali, all’Europa o comunque a Paesi indenni da tali colpe.  

La questione va posta nei fori internazionali competenti (Onu, Tribunale dell’Aja, organismi per i diritti umani, ecc). Chi provoca il danno deve risarcire e accogliere, nella giusta misura, i danneggiati. Altrimenti, sanzioni, sanzioni, sanzioni!  

D- Può citare un caso specifico?

R- L’esempio più eclatante, e in corso di svolgimento, è quello della proditoria aggressione dell’Arabia saudita (uno Stato fra i più ricchi al mondo) ai danni del poverissimo Yemen. I bombardamenti aerei, oltre a distruggere uno dei patrimoni architettonici più belli del mondo, stanno provocando decine di migliaia di morti e di feriti fra i civili, malattie e milioni di senzatetto, di senza lavoro, ecc.

Una grande tragedia umana, una nuova, terribile fabbrica di morte e di profughi i quali, attraverso l’Etiopia, stanno cercando di raggiungere l’Europa. Se ci fate caso la gran parte dei flussi migratori è costituita da cittadini di confessione islamica, ma quasi nessuno viene accolto, aiutato dai ricchissimi Paesi islamici del Golfo.

E così dovremo predisporci ad accogliere chissà quanti migliaia di profughi yemeniti che fuggono (giustamente) dalle bombe saudite sganciate da aerei made in Usa e fabbricate in Sardegna per conto di una società tedesca.

 

(Intervista raccolta da Jeta Gamerro e pubblicata su “LINDRO” del 9/2/2018-

http://www.lindro.it/immigrazione-q...

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