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La sberla di Bergoglio ai politici: «Difficile che un corrotto riesca a tornare indietro»

LA SBERLA DI BERGOGLIO AI POLITICI: «DIFFICILE CHE UN CORROTTO RIESCA A TORNARE INDIETRO» – Un esercito all’altar. Tanti sono i politici presenti alla messa celebrata ieri da Papa Francesco. Sono in tutto 518: 176 senatori, 298 deputati, nove ministri, 19 sottosegretari più tre parlamentari europei e 23 ex parlamentari. Data la partecipazione straordinaria, la Messa, inizialmente prevista nelle Grotte vaticane, è stata celebrata nella basilica, all’Altare della Cattedra. Ci sono i presidenti di Camera e Senato Boldrini e Grasso, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Del Rio, i ministri Alfano (Interno), Boschi (Riforme e Rapporti con il Parlamento), Madia (Pubblica amministrazione), Pinotti (Difesa), Lupi (Infrastrutture e Trasporti), Giannini (Istruzione), Lorenzin (Sanità), Orlando (Giustizia). Manca solo il premier Renzi. Ma si sa, deve prepararsi al suo gran debutto col presidente americano e deve fare i compiti.

NESSUNA FOTO RICORDO – Hanno fatto la levataccia alle cinque della mattina, si legge nei loro tweet assonnati. La mattinata è gelida e piovosa. Sono sacrifici a cui forse non tutti sono abituati. Solo la prima fila è assegnata, le altre no. E c’è la corsa per accaparrarsi i primi posti. Ma a questa fatica forse sono più allenati. Francesco arriva e sembra snobbarli. «Non concede alcuna nota di calore, – scrive sull’Huffington Post la senatrice Pd Emma Fattorininon instaura nessun filo, non cerca quel rapporto diretto con l’interlocutore che lo rende così speciale e attraente. Non vuole nessuna empatia con noi. Neppure quella negativa che molti si aspettavano». Anche alla fine Bergoglio saluta solo Laura Boldrini, Pietro Grasso e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano del Rio. Niente passerella per i tanti che, accompagnati da parenti e collaboratori, speravano in una foto ricordo da mettere nel proprio ufficio politico. Il papa non si concede, come è solito fare. Ha fretta. Deve incontrare di lì a poco il presidente Usa Barack Obama.

papa-francesco politici itPOLITICI LONTANI DAL POPOLO – L’omelia di Bergoglio ai politici italiani è “bellissima e durissima”, commenta la Fattorini. Il testo è breve, asciutto, senza fronzoli, saluti di circostanza. Francesco va subito diritto al cuore delle letture del giorno, il profeta Geremia, il vangelo di Matteo. Sine glossa. Senza commenti depistanti o edulcorati. «Dio, il Signore, si lamenta» . Un lamento per l’infedeltà del popolo che dura secoli, sino a Gesù. «Il popolo di Dio era solo, e questa classe dirigente – i dottori della legge, i sadducei, i farisei – era chiusa nelle sue idee, nella sua pastorale, nella sua ideologia». Anche allora una casta, che cercava giustificazioni pretestuose, sorda ai lamenti del popolo. «Si giustificano di non aver ascoltato la chiamata del Signore. Non potevano sentirla: erano tanto, tanto chiusi, lontani dal popolo». Parole che scendono come una mannaia nel silenzio della basilica vaticana. Una «classe dirigente - continua il papa - che si era allontanata dal popolo. Ed era soltanto con l’interesse nelle sue cose: nel suo gruppo, nel suo partito, nelle sue lotte interne. E il popolo, là… Avevano abbandonato il gregge». Erano peccatori? Si domanda il papa. La risposta è una lama di rasoio: «Sì, tutti siamo peccatori, tutti. Tutti noi che siamo qui siamo peccatori. Ma questi erano più che peccatori: il cuore di questa gente, di questo gruppetto con il tempo si era indurito tanto, tanto che era impossibile ascoltare la voce del Signore. E da peccatori, sono scivolati, sono diventati corrotti. È tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose, e questi erano corrotti». A quanti tra i presenti hanno un conto in sospeso con la giustizia umana ma si illudevano di farla franca con quella divina sarà venuto il mal di pancia. Dicono che i confessionali siano stati particolarmente affollati ieri. Che anche Bossi si sia confessato dopo 15 anni di astinenza sacramentale per prepararsi all’evento. Chissà se avrà chiesto perdono per ampolle idolatriche o guai giudiziari.

papa-francesco ai politici 5DUE PESI DUE MISURE«Questi hanno sbagliato strada – prosegue Bergoglio. «Hanno fatto resistenza alla salvezza di amore del Signore e così sono scivolati dalla fede, da una teologia di fede a una teologia del dovere». Una teologia opportunista e mistificatoria che impone doveri sulle spalle degli altri per preservare i propri privilegi. La morale dei due pesi e due misure. Arriva a questo punto implacabile la sferzata più dura di Bergoglio: «“Dovete fare questo, questo, questo…”. E Gesù dice loro quell’aggettivo tanto brutto: “Ipocriti! Tanti pesi opprimenti legate sulle spalle del popolo. E voi? Nemmeno con un dito li toccate! Ipocriti!”. Hanno rifiutato l’amore del Signore e questo rifiuto ha fatto sì che loro fossero su una strada che non era quella della dialettica della libertà che offriva il Signore, ma quella della logica della necessità, dove non c’è posto per il Signore». È questo un concetto caro a papa Francesco, che torna più volte nella sua Evangelli Gaudium. «Uomini di buone maniere, ma di cattive abitudini»- commenta amaro Francesco. «Gesù li chiama, loro, “sepolcri imbiancati”. Questo è il dolore del Signore, il dolore di Dio, il lamento di Dio».

All’uscita i commenti dei parlamentari sono di formale ossequio. Soprattutto di quelli che per convinzione o per contratto devono fare la parte dei papisti. Ma sotto sotto qualcuno mugugna. Che botte! Non ci si aspettava un’accoglienza così gelida e severa. Cominciano i distinguo: va bene la sberla ma non si può generalizzare, né fare di ogni erba un fascio. Qualcun altro avrà sospettato il papa di simpatie grilline o di populismo, ma non è politicamente corretto dirlo apertamente. Appunto: il politicamente corretto. Nulla di più lontano dallo spirito di Bergoglio. Il politicamente corretto l’hanno inventato i farisei, che erano maestri in questo campo. Correttissimi sempre.

Magari qualcuno starà cercando improbabili dietrologie o suggeritori occulti di Bergoglio che lavorano dietro le quinte vaticane per screditare la classe politica italiana. Senza capire che in fondo il papa si è solo limitato a citare il vangelo. E che avrebbe dovuto fare un papa se non citare il vangelo? In fondo è il suo mestiere.

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Un esercito all'altare.Tanti sono i politici presenti alla messa celebrata giovedì 27 marzo da Papa Francesco. Sono in tutto 518: 176 senatori, 298 deputati, nove ministri, 19 sottosegretari più tre parlamentari europei e 23 ex parlamentari. L'omelia è bellissima e durissima. All’uscita qualcuno mugugna. Non ci si aspettava un’accoglienza così gelida e severa. Ma in fondo il papa si è solo limitato a citare il vangelo. E che avrebbe dovuto fare un Papa se non citare il vangelo? In fondo è il suo mestiere.

Un esercito all’altare. Tanti sono i politici presenti alla messa celebrata ieri da Papa Francesco. Sono in tutto 518: 176 senatori, 298 deputati, nove ministri, 19 sottosegretari più tre parlamentari europei e 23 ex parlamentari. Data la partecipazione straordinaria, la Messa, inizialmente prevista nelle Grotte vaticane, è stata celebrata nella basilica, all’Altare della Cattedra. Ci sono i presidenti di Camera e Senato Boldrini e Grasso, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Del Rio, i ministri Alfano (Interno), Boschi (Riforme e Rapporti con il Parlamento), Madia (Pubblica amministrazione), Pinotti (Difesa), Lupi (Infrastrutture e Trasporti), Giannini (Istruzione), Lorenzin (Sanità), Orlando (Giustizia). Manca solo il premier Renzi. Ma si sa, deve prepararsi al suo gran debutto col presidente americano e deve fare i compiti.

NESSUNA FOTO RICORDO – Hanno fatto la levataccia alle cinque della mattina, si legge nei loro tweet assonnati. La mattinata è gelida e piovosa. Sono sacrifici a cui forse non tutti sono abituati. Solo la prima fila è assegnata, le altre no. E c’è la corsa per accaparrarsi i primi posti. Ma a questa fatica forse sono più allenati. Francesco arriva e sembra snobbarli. «Non concede alcuna nota di calore, – scrive sull’Huffington Post la senatrice Pd Emma Fattorininon instaura nessun filo, non cerca quel rapporto diretto con l’interlocutore che lo rende così speciale e attraente. Non vuole nessuna empatia con noi. Neppure quella negativa che molti si aspettavano». A

nche alla fine Bergoglio saluta solo Laura Boldrini, Pietro Grasso e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano del Rio. Niente passerella per i tanti che, accompagnati da parenti e collaboratori, speravano in una foto ricordo da mettere nel proprio ufficio politico. Il Papa non si concede, come è solito fare. Ha fretta. Deve incontrare di lì a poco il presidente Usa Barack Obama.

POLITICI LONTANI DAL POPOLO – L’omelia di Bergoglio ai politici italiani è “bellissima e durissima”, commenta la Fattorini. Il testo è breve, asciutto, senza fronzoli, saluti di circostanza. Francesco va subito diritto al cuore delle letture del giorno, il profeta Geremia, il vangelo di Matteo. Sine glossa. Senza commenti depistanti o edulcorati. «Dio, il Signore, si lamenta» . Un lamento per l’infedeltà del popolo che dura secoli, sino a Gesù. «Il popolo di Dio era solo, e questa classe dirigente – i dottori della legge, i sadducei, i farisei – era chiusa nelle sue idee, nella sua pastorale, nella sua ideologia». Anche allora una casta, che cercava giustificazioni pretestuose, sorda ai lamenti del popolo. «Si giustificano di non aver ascoltato la chiamata del Signore. Non potevano sentirla: erano tanto, tanto chiusi, lontani dal popolo». Parole che scendono come una mannaia nel silenzio della basilica vaticana. Una «classe dirigente - continua il papa - che si era allontanata dal popolo. Ed era soltanto con l’interesse nelle sue cose: nel suo gruppo, nel suo partito, nelle sue lotte interne. E il popolo, là… Avevano abbandonato il gregge». Erano peccatori? Si domanda il papa. La risposta è una lama di rasoio: «Sì, tutti siamo peccatori, tutti. Tutti noi che siamo qui siamo peccatori. Ma questi erano più che peccatori: il cuore di questa gente, di questo gruppetto con il tempo si era indurito tanto, tanto che era impossibile ascoltare la voce del Signore. E da peccatori, sono scivolati, sono diventati corrotti. È tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose, e questi erano corrotti». A quanti tra i presenti hanno un conto in sospeso con la giustizia umana ma si illudevano di farla franca con quella divina sarà venuto il mal di pancia. Dicono che i confessionali siano stati particolarmente affollati ieri. Che anche Bossi si sia confessato dopo 15 anni di astinenza sacramentale per prepararsi all’evento. Chissà se avrà chiesto perdono per ampolle idolatriche o guai giudiziari.

papa-francesco ai politici 5

DUE PESI DUE MISURE«Questi hanno sbagliato strada – prosegue Bergoglio. Hanno fatto resistenza alla salvezza di amore del Signore e così sono scivolati dalla fede, da una teologia di fede a una teologia del dovere». Una teologia opportunista e mistificatoria che impone doveri sulle spalle degli altri per preservare i propri privilegi. La morale dei due pesi e due misure. Arriva a questo punto implacabile la sferzata più dura di Bergoglio: «“Dovete fare questo, questo, questo…”. E Gesù dice loro quell’aggettivo tanto brutto: “Ipocriti! Tanti pesi opprimenti legate sulle spalle del popolo. E voi? Nemmeno con un dito li toccate! Ipocriti!”. Hanno rifiutato l’amore del Signore e questo rifiuto ha fatto sì che loro fossero su una strada che non era quella della dialettica della libertà che offriva il Signore, ma quella della logica della necessità, dove non c’è posto per il Signore». È questo un concetto caro a papa Francesco, che torna più volte nella sua Evangelli Gaudium. «Uomini di buone maniere, ma di cattive abitudini»- commenta amaro Francesco. «Gesù li chiama, loro, “sepolcri imbiancati”. Questo è il dolore del Signore, il dolore di Dio, il lamento di Dio».

All’uscita i commenti dei parlamentari sono di formale ossequio. Soprattutto di quelli che per convinzione o per contratto devono fare la parte dei papisti. Ma sotto sotto qualcuno mugugna. Che botte! Non ci si aspettava un’accoglienza così gelida e severa. Cominciano i distinguo: va bene la sberla ma non si può generalizzare, né fare di ogni erba un fascio. Qualcun altro avrà sospettato il papa di simpatie grilline o di populismo, ma non è politicamente corretto dirlo apertamente. Appunto: il politicamente corretto. Nulla di più lontano dallo spirito di Bergoglio. Il politicamente corretto l’hanno inventato i farisei, che erano maestri in questo campo. Correttissimi sempre.

Magari qualcuno starà cercando improbabili dietrologie o suggeritori occulti di Bergoglio che lavorano dietro le quinte vaticane per screditare la classe politica italiana. Senza capire che in fondo il papa si è solo limitato a citare il Vangelo. E che avrebbe dovuto fare un papa se non citare il Vangelo? In fondo è il suo mestiere.

 

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