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La rete per il Nobel e l’esempio di Avaaz

In questi ultimi anni è stata avanzata più di una volta la candidatura di Internet, della Rete o del Web nella sua totalità, al Nobel per la pace, ma è difficile dare un premio ad un’entità impalpabilmente manipolante e manipolatrice.
È difficile ritenere Internet promotrice di democrazia nel Mondo, se l’accesso alla Rete non è garantito a tutti e continuamente messo sotto tutela dai governi autoritari e democratici.
 
Il web, anche quando i politici si ergono a paladini della libera informazione, viene continuamente monitorato, non solo per le attività pedopornografiche o terroristiche, ma anche per gli sfoghi nei blog.
 
Una tutela che non permette la libera circolazione dell'informazione sul web ed è ingenuo pensare che l’organizzazione di rivolte e rivoluzioni possano essere attuate senza che le autorità ne vengano a conoscenza. Possono fuggire al monitoraggio delle autorità le prime fasi dello scontento, ma poi non è il web la strategy room delle rivolte, ma solo una finestra dell’insoddisfazione e, sino a quando gli viene permesso, informare di ogni sviluppo.
 
Una tesi illustrata da Evgeny Morozov nel suo recente saggio L'ingenuità della Rete (Codice edizioni), confutando il pensare comune che il Muro di Berlino sia crollato grazie ai programmi televisivi della Germania federale che filtravano nell’altra metà della Germania, con l’asserzione degli agenti della Stasi sul potere anestetico dello schermo con fiction e soap, estendendo la depoliticizzava dei tedeschi a quelli orientali. Diverso è l’influenza che può aver avuto la televisione nella fuga in massa degli albanesi ipnotizzati dal benessere irradiato dalla Tv italiana.
 
I regimi e i governi non cambiano perché i cittadini si connettono ai siti di musica o di gossip, ma perché i cittadini scendono in strada e altri sostengono la loro lotta con petizioni e critiche anche sul web, come molte persone continuano a fare da anni su Avaaz, una comunità che si crea intorno a una campagna, portando la politica dei cittadini nel processo decisionale in tutto il mondo.
 
Nata nel 2007 negli Stati uniti, Avaaz è una comunità transazionale, democratica, e potrebbe dimostrarsi più efficace delle Nazioni Unite, per dare "voce”, come suggerisce il significato di Avaaz in tante lingue europee e orientali.
 
Avaaz è un esempio di condivisione positiva, un uso delle tecnologie digitali eticamente apprezzabile, dimostrando che il Web non è solo l’area del pettegolezzo, è anche uno spazio dove nascono casualmente delle iniziative di estrema gentilezza come Virtual Choir 2.0 che Eric Whitacre ha dato vita grazie al commovente video e alle sonorità che Britlin Losee ha dedica, su YouTube, al compositore e direttore di coro statunitense.
 
Un video che ha innescato una reazione a catena che Eric Whitacre ha stimolato con una richiesta ufficiale, attraverso la rete, di altri video. Uno stimolo che ha portato alla realizzazione, sotto le direttive di Eric Whitacre, di un coro di oltre 2000 voci che non si sono mai viste né conosciute prima, provenienti da 58 paesi, con l’inserimento 185 singole parti di coro.
 
Un paziente lavoro che ha trasformato dei semplici utenti in protagonisti in sorta di puzzle e strumenti per l’esecuzione di Sleep, per tante voci e altrettanti visi immortalati dalla webcam e sospesi nel cosmo della Rete.
 
Gli stimoli che Avaaz immette in Rete scavalca ogni specifica questione nazionale, dando speranza ad un Mondo migliore, come inneggiava John Lennon in Imagine e rendendolo così reale nell’interpretazione di Noa e Khaled, dando vita a campagne di grande respiro, per una risposta immediata, flessibile, tramutandosi un megafono.
 
Campagne che Avaaz promuove, responsabilmente verso l’Umanità, l'uno nei confronti dell'altro e nei verso le generazioni future e del pianeta, riversando grande speranza in una crescita di valori condivisi, sorreggendosi sull’autofinanziamento dei membri, rendendo indipendente l’organizzazione da governi o aziende.
 
L’attività di Avaaz, con i suoi volontari sparsi in 4 continenti e operanti in 14 lingue, promuovendo petizioni e campagne pubbliche, attraverso e-mail ci si appella ai capi di Stato e organizzazioni non governative, predisponendo proteste in piazza e altri eventi, assicurando al punto di vista e ai valori dei cittadini in tutto il mondo, sia per interessi locali che globali, come la salvaguardia del Pianeta o il rispetto dei Diritti Umani, siano presi in considerazione nelle decisioni che riguardano tutti noi, potrebbe rappresentare uno stimolo per una candidatura al Nobel per la Pace 2012.

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