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La puntata di Presa Diretta di lunedì 16 gennaio: i ciarlatani della salute

Malika Ayane apre la puntata in cui si parla di ciarlatani (nella medicina) e della vita di chi lavora h24: sta lavorando allo spettacolo sulla vita di Evita Peron, che ha portato in tutta Italia.
La pelle d'oca per gli applausi, l'imbarazzo nel raccogliere l'entusiasmo del pubblico e la responsabilità nel dover dare ogni volta qualcosa di più.
Evita è un personaggio emozionante: figlia illegittima di genitori poveri, ha lottato nella vita.
Ad Evita ha prestato la sua splendida voce, che abbiamo conosciuto a Sanremo che ha già vinto 5 dischi d'oro. Una carriera iniziata a 13 anni, alla Scala, in un coro diretto dal maestro Muti: una carriera che può interrompersi ogni giorno, ogni giorno è una sfida, ci si mette in gioco.
Il padre di Malika è marocchino, nella Milano degli anni 80: “per me era una risorsa” ha raccontato la cantante, la diversità non era un limite ma le ha dato la possibilità di attraversare paesi diversi.
 
Un bel messaggio a quella politica che fa cassa elettorale gridando contro gli stranieri: un paese informato è la miglior cura nei confronti di questa politica. Aiutare un'organizzazione come Oxfam è un dovere morale – raccontato a Iacona, a commento del suo viaggio in Libano, nei campi dove accolgono i profughi siriani. Oxfam punta a micro progetti, più efficaci nei confronti dei grandi: donne che imparavano a lavorare i telai, l'olio essenziale ottenuto dalla spremitura del rosmarino in Marocco, dove era una pianta infestante.
 
Due canzoni sono già state scritte, per il prossimo album e parlano dello “stare”: stare ad osservare la vita e gli altri.
 
Il servizio sui Ciarlatani della salute: Manuela Trevisan è morta perché anziché curarsi per un tumore è ricorsa alle cure del dottor Hamer. Un altro signore raccontava della sorella, morta perché non ha voluto togliersi un neo. Un'altra raccontava del dottor Simoncini, che curava i tumori col bicarbonato.
 
Quanti sono i ciarlatani, nel mondo e in Italia? Quanti morti hanno causato?
Il ricorrere alle cure alternative è un fenomeno grande, anche in Europa: il servizio è cominciato dalla storia di una ragazza, Eleonora Bottaro, morta per un tumore.
Leucemia acuta: è morta dopo aver rifiutato la chemio terapia, nell'ospedale di Padova.
Quella forma di tumore era una delle più curabile: ma i genitori hanno dimostrato fin da subito una resistenza passiva, non acconsentivano alle cure. Il primario ha chiesto il permesso al tribunale per le cure, ma la famiglia si è nuovamente opposta e ha firmato per le dimissioni di Eleonora.
 
Sognava di andare al mare a festeggiare i 18 anni, ma non è riuscita: la malattia l'ha uccisa e i genitori le hanno impedito di curarsi.
I genitori hanno negato il consenso ad un trattamento chemioterapico anche in Svizzera: ma in realtà anche in Svizzera erano andati per prendere tempo, in attesa della maggiore età.
Il padre aveva contattato una clinica in Svizzera dove si curava il tumore in modo “naturale”: Eleonora era pesantemente condizionata dai genitori, che avevano sposato la “nuova medicina germanica” di Hamer, secondo cui il tumore si cura da solo, essendo causato dallo stress.
“Le malattie non sono malattie, ma benattie ..”
 
Torino: processo contro la dottoressa Dorando, seguace del dottor Hamer, avrebbe convinto una donna di 53 anni a non togliersi un neo, per il rischio di un melanoma.
Anziché seguire i protocolli normali, ha scelto le cure alternative, il neo è cresciuto ed è morta.
Marina era plagiata dalla sua dottoressa tanto che, anche una volta asportato il neo alla fine, si è rifiutata di sottoporsi ai cicli chemioterapici.
 
Ora c'è un processo per delitto: il perito ha scritto che se nel 2005 il neo si fosse tolto, la ragazza sarebbe viva.
 
Alessandra Tosi viveva vicino a Rimini: anche lei ha rifiutato la chemioterapia, dopo aver scoperto di avere un tumore al seno. Dopo il rifiuto della chemio, le vengono riscontrate delle metastasi: il suo medico scoprì poi che aveva incontrato uno “sciamano” del dottor Hamer.
Il dolore era funzionale alla guarigione della malattia, diceva.
 
Lo sciamano si chiama Roberto Bodi ed è stato incontrato dal giornalista di Presa diretta con molte difficoltà, senza voler rispondere alle domande. Niente dati scientifici, niente domande, niente prove delle cure alternative.
Bodi è la persona che ha seguito in ospedale Alessandra, che la rincuorava che le metastasi erano guarite, che bastava la fisioterapia. Niente chemio e niente morfina per il dolore.
Eleonora era più che convinta della sua scelta.
 
Chi sono i seguaci del dottor Hamer?
Sono persone che dicono che la malattia non esiste, negano la malattia e le cure. Danilo Procaccianti ha raccontato la storia del dottor Hamer, in Germania, intervistando un altro giornalista dello Stern: Hamer è stato cacciato perché inseguito dai creditori.
Nel 1978 muore il figlio, ucciso da una pallottola sparata da Vittorio Emanuele: anni dopo muore la moglie, per un tumore e poi si ammala anche lui.
Questa è stata la base della sua teoria: lo choc psicologico è causa del tumore, guarisci il conflitto e guarisci il tumore. In queste teorie le metastasi non esistono: peccato che nelle cliniche di Hamer la gente morisse.
Lo testimoniano infermieri e collaboratori delle sue cliniche che ancora temono le persecuzioni dei seguaci del medico. Le cliniche furono chiuse dall'autorità, nel 1986 fu radiato dall'albo: da quel momento ha continuato ad operare in modo abusivo.
Nel 1992 viene condannato dal Tribunale di Colonia.
Nel 1993 viene condannato in Austria per calunnia.
Fugge in Francia ma viene condannato anche qui nel 2001 per esercizio illegale della professione.
 
Un caso suscitò molto clamore: nel 2005 una bambina si ammalò di tumore e i genitori la portarono in Spagna, per curarla da Hamer. La bimba fu poi riportata in Austria e lì curata in modo scientifico e così salvata.
I genitori di Olivia non si sono pentiti, sono ancora convinti che la chemioterapia è un veleno, che non cura.
Le cause del tumore sono i conflitti e le tensioni: questo ripetono e se non ci sono pubblicazioni è colpa dell'establishment, che osteggia le cure di Hamer.
Eppure l'ingegner Pilar si fa pagare per le sue conferenze....
 
Non esistono prove né casi di persone curate col metodo Hamer, non esiste alcun legame scientifico tra la psicologia e l'insorgere dei tumori. Lo stress e la psiche portano a comportamenti insalubri, come il bere e il mangiare male.
Chi entra nella rete di Hamer rischia la vita: chi parla male di questa terapia ha subito minacce, anche di morte.
 
Oggi Hamer vive in Norvegia: ad un giornalista ha raccontato la storia di un chip assassino che avrebbe ucciso una sua paziente, che stava curando telefonicamente. Incredibile.
 
Anche in Italia ci sono tanti seguaci: Ilario D'Amato è un giornalista che segue questo fenomeno e ha raccontato la storia dell'associazione Alba. È un business che si poggia dalla vendita di libri, che finiscono in mano a gente ammalata.
Alba e gli hameriani hanno cercato di avere il riconoscimento da parte del ministero, senza fornire prove: colpa delle case farmaceutiche, dicono.
Dietro gli hameriani quante morti ci sono state?
 
Mark Fister, ex presidente di Alba ha fondato un'associazione che fa conferenze sulle leggi biologiche, anche se ammette che mancano ancora le evidenze scientifiche.
Se poi una persona muore, fa niente, fa parte della vita…
 
Manuela Trevisan è una signora, morta per un tumore: teneva un diario dove scriveva della sua condizione. Anche lei si è fidata di Hamer: le sue amiche non riescono ad accettare quella morte e nemmeno l'atteggiamento di Manuela, ostinata.
Non possiamo fidarci di questi ciarlatani, dicono a Danilo Procaccianti.
 
Online si trovano decine di promesse miracolose: c'è una dottoressa che cura i tumori con le parolacce, chi li cura col clistere di caffè, chi con l'artemisia.
 
Il paradiso delle cure alternative è il Messico, dove trovi le cliniche che offrono cure per i disperati che vogliono curarsi dal tumore. Il tour (e la fiera dei metodi alternativi) è organizzata dalla Cancer control organization: raccontano del complotto delle compagnie assicurative, delle case farmaceutiche, delle cure alternative che sono boicottate dai medici.
Come se le cure alternative fossero gratis, come se non si pagassero le cliniche, i libri, i congressi. Un business.
 
Oltrepassato il muro che separa San Diego dal Messico, il pullmann porta i malati alla clinica, dove il cancro è curato da persone che non sono medici, ma sembrano venditori.
Trattamenti iperbarici, i clisteri di caffè per rimuovere le tossine, trattamenti al calcio per via endovenosa, vitamine: costo del programma è 27mila dollari per tre settimane.
Niente dati scientifici, ma solo testimonianze: tutto così assurdo, ma vero.
 
In una seconda clinica non si usa l'ozono, né semi di albicocca ma un'altra formula esclusiva.
Una terza dice che i suoi metodo sono migliori, perché sono i più vecchi.
In un'altra dicono che bisogna conoscere le ragioni del cancro, combattuto col suono..
 
Per fortuna le persone del tour si sono dimostrate più mature dei presunti medici di queste cliniche: il presidente dell'ordine oncologico racconta che in Messico è consentito creare cliniche che nascono come case di riposo per cure palliative.
Dovrebbero esserci dei controlli, ma i soldi possono tutto: anche proporre cure che ora sono di moda ma che dietro non hanno alcune prove scientifiche.
Una truffa, per soldi.
 
Tijuna, la capitale del regno del cartello di Sinaloa, è anche la patria delle cure alternative: sono milioni di dollari, pazienti che arrivano da tutta la bassa California, posti di lavoro.
Un business basato sull'inganno e sulla disperazione: i medici delle cliniche alternative possono operare solo in Messico, perché in America queste persone rischierebbero il carcere.
Come il dottor Young, che somministra il bicarbonato di sodio per curare il cancro...
 
Catania: il figlio della signora Olivotto era malato di tumore al cervello.Prima di operarsi fu convinto di farsi curare in modo alternativo dal dottor Simoncini.
Sosteneva, questo dottore poi radiato, che i tumori hanno origine basica: Simoncini non poteva operare in Italia, ma aveva una clinica a Tirana.
Prima di operare Luca, ha chiesto ai genitori i soldi, 20000 euro per salvare una persona malata: dopo aver avuto i soldi ha iniziato la cura. Dopo queste cure, sono arrivate le convulsioni poi la morte. L'autopsia dice che Luca è morto per il bicarbonato, non per il tumore: i genitori ora vogliono testimoniare e raccontare la storia di Luca e delle persone che circondano ciarlatani come Simoncini.
 
Non affidatevi nelle mani di nessuno che non sia un medico. Non cascate nelle mani di ciarlatani.
Questo articolo è stato pubblicato qui

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