La nuova speranza, la camorra che domina le coscienze
Un’esecuzione che segna la caduta definitiva di quella barriera culturale che proteggeva e allo stesso tempo uccideva un poco alla volta le donne di camorra.
Donne di camorra vengono chiamate da chi non sa veramente di cosa si parli quando si citano personalità come Immacolata Capone, o Anna Mazza che hanno fatto del loro nome un sinonimo di potere. Un potere che prima era concesso solo agli uomini o almeno prevalentemente a questi ultimi.
Eppure negli ultimi decenni si è potuti assistere ad una crescente emancipazione della figura femminile; un’emancipazione pericolosa per la società cosiddetta giusta e per quella “sbagliata”, insomma una mina vagante, un problema da risolvere in fretta in quanto come detto le “donne di camorra” erano protette da un codice d’onore maschile (estremizzazione della normale, anche se ormai sempre più raramente conosciuta sana educazione) che impedisce a questi di uccidere i bambini e le donne appunto, e che quindi iniziavano a spadroneggiare quasi fossero immortali.
Il loro potere, di base, spesso proviene dai mariti morti ammazzati dai killer di altri clan, e iniziano gli affari con i soldi della “mesata” che si aggiungono a quelli che già gli fruttano dalle imprese edili (come fu nel caso di Anna Mazza) e con i cognomi dei mariti iniziano le scalate al potere. Quando poi si ha un cognome importante come quello dell’omonimo clan Mazza e si ha come defunto marito un certo Gennaro Moccia, boss di Afragola, il potere carismatico è quasi certo. Una donna superba Anna che però un poco alla volta è stata messa in disparte ma con grande fatica, lei che nelgli anni 90 era stata capace di provare ad organizzare altre reti di affiliazioni tra i vari clan mentre era in completo isolamento a Treviso.
La prima aveva un potere imprenditoriale circoscritto all’area del suo potere, quindi soggetto alle varie faide mentre la seconda essendo prima un’imprenditrice aveva un potere malavitoso esteso fin dove potessero arrivare i suoi soldi e i suoi legami d’affari e perciò era ancora più pericolosa perché davvero poteva puntare in alto.
Donna Immacolata viene uccisa a Sant’Antimo un paese definito pericoloso da tanti, un paese come altri.
Sant’Antimo fa notizia sui giornali della Campania e anche nazionali perché si è meritata questa considerazione grazie a quel lavoro certosino di distruzione da parte di quei cosiddetti boss degli anni 80. Boss che erano con Cutolo si diceva, salvo poi essere soppiantati da altri facenti parte della nuova Famiglia, insomma entrambe le fazioni non hanno fatto altro che legare Sant’Antimo agli altri paesi dell’hinterland napoletano che vengono definiti “paesi di camorra” (cosa vi ricorda? Provate ad allargare ora la vostra visione della frase precedente, rapportatela in un contesto maggiore).
Sant’ Antimo in prima pagina per l’omicidio Gaito ennesima prova dell’assenza non delle istituzioni che qui ormai quasi non conosciamo più ma di un capozona carismatico e giusto anche se a modo suo.
Purtroppo è la verità, la nostra speranza non è più nelle istituzioni ma in un primo cambiamento nel potere della camorra, del Sistema.
Ora che le donne possono essere uccise alle spalle, ora che i bambini possono essere sciolti nell’acido, perché hanno un padre che collabora con la giustizia penso non debba fare specie se pensieri come i miei (che non sono soli) vengano espressi ad alta voce.
I capi non sono altro che guappi di quartieri senza esperienza, “guappi di cartone” si usava dire.
Guappi che si nascondono dietro le mura dei soliti paesi facendo credere alla società che il vero Bronx è li quando la loro merda è altrove. Sappiamo tutti da dove proviene quel fetore di ingiustizia e violenza che invade le strade dei nostri piccoli comuni e non è una metafora, paesi come quelli dell’agro-aversano che hanno fatto fortuna grazie a persone che hanno giocato per anni a fare i gangster in paesini di neanche 12mila abitanti. Paesi come Orta di Atella dove la popolazione è passata dai 12.851 del 2002 ai 26.318 del 2004.In soli due anni 14mila persone hanno deciso di andare a vivere in un centro che sia pur caratteristico quanto si voglia non offre nulla di speciale nelle discariche a cielo aperto o fogne fetide sempre a cielo aperto. Sì, le nuove famiglie che tanto sono felici di vivere in case acquistate a meno di 100mila euro non sanno di vivere li dove La Nuova Famiglia aveva deciso fosse stabilito il centro di discarica della mondezza di camorra.
La speranza non deve morire ma di certo non può continuare ad essere tenuta in vita da principi distorti come quello dei “comunisti con i vizi dei capitalisti” che ancora una volta hanno violentato Il Capitale di Marx. Perché così facendo si regalano fondamenta per organizzazioni come la camorra che amano queste società per infiltrarsi fino ai più alti livelli di cariche istituzionali. Infatti dal 1991 al 2006 sono stati sciolti per infiltrazioni camorristiche ben 56 giunte comunali (quasi 20 in più della Sicilia):
Pozzuoli, Quarto; Marano, Melito, Portici, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano; San Gennaro Vesuviano, Terzino, Calandrino, Sant’ Antimo, Tufino, Crispano, ecc.
A questi ed altri va aggiunta forse anche Orta di Atella anche se poi l’ex sindaco Angelo Brancaccio è stato prosciolto da tutte le accuse. I santi in paradiso hanno lavorato bene o semplicemente è stata accettata una delle tante verità plausibili. E intanto la speranza continua a morire.
Forse sarebbe meglio staccarle la spina voltare pagina e creare una nuova speranza più combattiva e determinata della precedente. Un processo lungo ma necessario.
Basti camminare per i tanti paesini come Cesa, Sant’ Arpino ma anche Aversa per capire che qui la speranza è quotidiana ma fondata su principi davvero strani.
Paesi come Sant’Arpino dove tanti giovani promettenti sono guidati nel sociale e nella politica da individui con un livello culturale pressoché inesistente, che si ritrovano ad essere leader di giovani o pseudo esponenti politici solo perchè "ad otto anni mio padre invece di farmi andare a scuola, mi portava a fare i picchetti davanti le aziende".
Ma in fin dei conti se chi ci rappresenta al governo e all’opposizione, non perde occasione di dimostrare quanto sia caprone, non possiamo non aspettarci questi risultati a livello territoriale. La nuova speranza è che sia migliore di quella vecchia.
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