• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Istruzione > La mobilitazione continua: next stop la discussione della riforma (...)

La mobilitazione continua: next stop la discussione della riforma Gelmini

Nessuno avrebbe potuto prevedere l’entità di una manifestazione che ha segnato una giornata importante per la storia del nostro paese. L’Italia vive uno dei momenti più difficili del conflitto sociale. Mentre i palazzi della politica si barricano e blindano ai manifestanti gli spazi di tutto il centro storico della capitale, un fiume di persone protesta legittimamente; sono in tanti, centomila, a documentare un’umanità diversa che si organizza dal basso e che rappresenta tutti i campi della vita sociale: scuola e università, lavoratori e precari, comitati ambientalisti, terremotati dell'Aquila, etc. Chissà quale commozione ha provato questa volta la ministra del più discusso DDL della storia dell’Università italiana, rispetto allo stupore di qualche settimana fa, quando faceva finta di non capire le ragioni per le quali generazioni distanti e senza confidenza sfilavano per non lasciarsi depredare del loro futuro. Martedì centomila anime hanno sfilato contro quel governo che contestualmente faceva le alchimie dei numeri per la fiducia, ma lo scarto dei voti è stato così risicato che ormai anch’esso è precario e senza futuro. Tra qualche giorno avremo anche i risultati del voto al Senato del DDL della ministra Maria Stella Gelmini e poi sapremo se questo governo passerà alla storia per aver considerato la conoscenza un lusso inutile e pericoloso. Chissà se tra le “meraviglie che produce la democrazia”, tanto per parafrasare Tocqueville, egli aveva immaginato proprio quel genere di pericolo che ha come effetto collaterale la presunzione ideologica, oppure la nascita un grande movimento studentesco di protesta, o entrambe le cose. Sono giovanissimi gli studenti che hanno immaginato con passione un futuro ed è un fatto che all’indomani delle cariche della polizia e della guerriglia urbana che hanno messo a ferro e fuoco il centro di Roma, all’indomani dai fatti gravi e violenti che si consumavano contestualmente nelle strade e nel palazzo arrivano le repliche dei movimenti degli studenti che hanno animato da settimane le piazze pacificamente. A ridare prospettiva al movimento studentesco non solo l’importanza che esso ha rivestito nell’attuale dialettica politica, ma anche l’impegno a ritornare pacificamente in piazza contrari a ogni forma di violenza.

Diagnosi condivisa anche da Giorgio Paterna, coordinatore nazionale dell'Udu 4, l'Unione degli Universitari. "La giornata di ieri ha visto una grande partecipazione degli studenti in tutta Italia. E i gravi atti di violenza non appartengono al movimento studentesco". Poi, le prospettive: "Supereremo questi episodi: continuando la mobilitazione in occasione della discussione della riforma Gelmini al Senato con le modalità pacifiche come abbiamo fatto in questi mesi". Non potrebbe essere altrimenti. Per Paterna, la posta è alta: "In gioco c'è il futuro del Paese e di noi giovani. Dobbiamo essere in grado di portare la società civile a rendersi conto di cosa significa questa riforma per il futuro del Paese". Alla denuncia delle violenze si unisce anche Alessandro Pezzella, della Rete29Aprile 6. Quelli del tetto della Sapienza: "Questi cento teppisti riescono sempre a oscurare noi, che siamo migliaia di manifestanti pacifici". Il pericolo adesso è la strumentalizzazione: "la propaganda che ci stanno montando sopra, sfruttando questi atti riescono a convincere le masse che le proteste sono violente e distraggono l'attenzione dalle motivazioni dei pacifici". L’analisi è che mai come oggi diventa urgente il sostegno di chi nella vita sociale e politica non si rassegna a chiedere un po’ di più all’esistenza e lotta con passione civile per dare un contributo al bene di tutti.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.230) 16 dicembre 2010 16:38

    ma la gelmini quale? quella presentata dai mainstream come grande statista o quella svelata dalla Guzzanti: "ma se faccio bene i pompini divento come la gelmini"? https://www.facebook.com/group.php?...

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.126) 16 dicembre 2010 17:59
    Damiano Mazzotti


    Nella vita non si finisce mai di stupirsi... Sotto sotto gli occhialucci...

  • Di Mauro Lore (---.---.---.44) 16 dicembre 2010 19:39

    ‎Il RISCHIO è... che la protesta venga STRUMENTALIZZATA ... solo per far cadere questo governo (che NON piace agli USA ed ai "bankester" loro padroni...) ... POI ... rischiamo di trovarci con un "governo tecnico" con DRAGHI come preside...nte del consiglio (stessa cosa accaduta ne ’92... con CIAMPI alla presidenza del consiglio (e poi della Republica)... e DRAGHI (Goldman Sachs) a svendere il NOSTRO PATRIMONIO, frutto di ANNI di SACRIFICI... ai loro "compari" sia di Dx che di Sin...
    http://www.youtube.com/watch?v=lD_qRPGf0ug&feature=player_embedded

    ... questo NON deve ACCADERE ...

    ... dobbiamo IMPEGNARSI per portare la CONOSCENZA di quali sono le vere RADICI dei problemi... i "bankester" con il loro "Signoraggio primario e secondario"... etc...

    ... NON facciamo la solita... cacciamo un "re"... e ci Ri-Troviamo con un "IMPERATORE" ...

    smiley

  • Di Pere Duchesne (---.---.---.138) 17 dicembre 2010 09:44
    Pere Duchesne

    Che noia, che barba! E’ dal 68 che sento ripetere le stesse banalità, le stesse frasi fatte, la stessa disinformazione, la rivoluzione fatta dai piccoli borghesi, ai quali si aggiungono gli squadristi organizzati, rossi o nei che siano. E la scuola peggiora, gli studenti sono poco più che alfabeti (secondo Invalsi due terzi degli studenti universitari hanno difficoltà di connessioni logiche sui testi), ma guai a parlare di riforma, che sia fatta da Berlinguer o dalla Gelmini. L’importante è che nulla cambi, sia fatta la volontà dei baroni, il cui gioco è retto dagli studenti, consciamente o inconsciamente. Qualunque riforma è perfettibile, l’importante è iniziare a cambiare. E in quanto ai soldi mancanti, in che paese vivete? Non vedete la mancanza di lavoro, la precarietà? La Grecia non vi dice niente? O siamo ancora al salario “variabile indipendente dell’economia”? Tutti devono iniziare a tirare la cinghia, magari ad iniziare da quei baroni culturali (registi e compagnia bella) che guadagnano alte cifre con i contributi statali, diretti o indiretti; ad iniziare dai politici, di tutti gli schieramenti nessuno escluso, che intascano i milioni mancanti alle riforme sotto forma di emolumenti, rimborsi elettorali, rimborsi ai giornali, pensioni dopo 35 mesi. Quando i leader si arrampicano sui tetti a cercare facile popolarità, nessuno gli chede conto di queste cose. Situazioni come le attuali serviranno solo a creare altri piccoli leader (si fa per dire) alla Capanna, che vivranno bene per tutto il resto della vita a carico dello Stato. L’economia reale può andare a rotoli anche se tutti gli studenti d’Italia si mettono a gridare che non è vero.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares