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La manovra è legge: il Senato vota la fiducia

L’aula del Senato ha approvato la fiducia al governo sulla manovra con 165 sì e 141 no. Sono stati tre gli astenuti. Il provvedimento passa domani alla Camera. Quella a cui palazzo Madama ha dato il via libera ieri è la 49esima fiducia chiesta dal governo.

Mentre in Senato si votava sulla fiducia in piazza Navona si sono registrate tensioni tra i dimostranti dei sindacati di base dell’Usb e dei Cobas, che protestavano contro la manovra, e le forze dell’ordine. I manifestanti hanno provato a forzare il blocco di polizia che chiude l’accesso a palazzo Madama in diverse occasioni. Lanci di uova sono partiti dalle fila dei manifestanti, lacrimogeni da quelle delle forze dell’ordine. Nel corso degli scontri un carabiniere, secondo quanto riportano i militari, ha subito una contusione a una mano. I manifestanti hanno lanciato anche bottiglie di vetro. Erano circa un centinaio.

Finiti gli scontri, sul terreno sono rimaste alcune bandiere stracciate di Cgil, Idv e Sel. Immediata la condanna del presidente del Senato, Renato Schifani: ”Depreco – ha detto – le manifestazioni di violenza nelle vicinanze del Senato da parte di alcuni soggetti che preferisco non definire. La violenza è contro la democrazia”.

Soddisfatta del risultato in aula la maggioranza, polemica l’opposizione.

I contrari. ”Siamo alla 49esima fiducia – ha detto Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato – con un testo che reca gli stessi segni di sempre. Questo governo – ha aggiunto – è cattivo con la gente che ha di meno, lavoratori, lavoratrici, famiglie, gente che ha bisogno di servizi e assistenza, giovani in cerca di prima occupazione, ed è molto tenero con chi ha di più”. “Per i reati fiscali più gravi – ha sottolineato Giovanni Legnini, senatore Pd e membro della commissione Bilancio di palazzo Madama – e per i grandi evasori, quelli che fatturano più di 10 milioni di euro all’anno, si stabilisce un regime penale più favorevole. Si tratta di una decisione del Governo molto grave, evidentemente finalizzata a coprire qualcuno che certamente non è un piccolo evasore”.

“Avete sbagliato tutto con la manovra di due mesi fa ed oggi volete curare con l’aspirina un malato nella tenda ad ossigeno”, ha detto il capogruppo dell’Idv al Senato, Felice Belisario. “Non ci sono misure – ha proseguito – eque e strutturali per la riduzione del debito pubblico, che durante la gestione del vostro governo è aumentato. Nessuna misura contro a corruzione. Avete proposto manovre usa e getta, vi siete coperti di ridicolo ma avete anche coperto di ridicolo gli taliani all’estero”.

I favorevoli. ”L’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 è da considerare storico, ed è il vero modo di celebrare con i fatti i 150 anni dell’Unità d’Italia”, ha detto il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. “Noi stiamo superando – ha aggiunto – queste prove, anche con grande capacità d’ascolto, in un contesto internazionale in cui è cambiata l’agenda del mondo, l’opposizione deve aprire gli occhi”.

“Di fronte alla crisi siamo riusciti a resistere, a tenere, anche grazie ai provvedimenti di contrasto alla crisi presentati e sostenuti dal governo e in particolare dal ministro Tremonti”, ha commentato il capogruppo della Lega Nord al Senato, Federico Bricolo. “Non potevamo lasciare alla sinistra – ha proseguito – o a qualche governo tecnico il compito di far quadrare i conti di questo Paese. Grazie alla determinazione di Umberto Bossi siamo riusciti a non toccare le pensioni di anzianità, siamo riusciti a reperire quasi due miliardi a favore degli enti locali, abbiamo chiesto e ottenuto un contributo di solidarietà per chi ha un reddito superiore ai 300mila euro, e lo pagheranno anche i calciatori miliardari che non lo volevano fare”.

Con il 49esimo voto di fiducia di questo Governo, il Senato ha dato il via libera alla manovra bis. Poco dopo le 20 è stato votato il maxi-emendamento che il Governo ha presentato in aula a palazzo Madama.

Autorizzata nel CdM di martedì, la fiducia ha di fatto blindato il nuovo pacchetto di misure elaborato nel vertice a palazzo Grazioli, in replica alla risposta negativa dei mercati alla manovra licenziata domenica sera dalla commissione Bilancio del Senato e al richiamo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che invitava il Parlamento ad una rapida approvazione.

Ecco cosa troviamo in questa ennesima versione del decreto d’urgenza:

  • Iva più cara di un punto, dal 20 passa al 21 per cento
  • Contributo di solidarietà del 3% per i redditi superiori ai 300mila euro
  • Anticipato l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne nel settore privato dal 2014
  • L’evasione fiscale deve ammontare a oltre tre milioni di euro per far scattare subito le manette, ma con un ritocco alla norma dell’ultim’ora deve corrispondere anche al 30% del fatturato. Non può nemmeno essere chiesta la sospensione condizionale della pena nel caso di evasione superiore a tale cifra, un vincolo che di fatto allenterebbe la portata della norma.

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