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"La lotta di classe dopo la lotta di classe" e macelleria sociale

Secondo Luciano Gallino, mentre negli anni settanta del 1900 la lotta di classe ha portato verso il basso la distribuzione delle risorse e delle ricchezze da tempo ormai sta accadendo esattamente il contrario. Negli ultimi decenni le classi più povere e più deboli della società si sono impoverite gradualmente e c’è stata una redistribuzione verso l’alto della ricchezza. Per Gallino questa è “la lotta di classe dopo la lotta di classe”, una lotta di classe all’incontrario in cui ora sono i “padroni” che cercano di cancellare e abolire i diritti dei lavoratori e degli operai.

Nel mondo della globalizzazione e del neoliberismo le diseguaglianze e le ingiustizie sociali si fanno sempre più evidenti. In questa situazione gli individui non possono reagire perché non hanno coscienza di classe e oltretutto sono schiavi di un sistema-società che offre la finta libertà di poter scegliere cosa consumare.

Come riporta lIntellettuale dissidente:

Il vero inganno sta proprio nell’apparente libertà e, questo almeno prima della crisi, dall’apparente benessere: poter scegliere fra migliaia di capi di abbigliamento e telefoni dà l’illusione di poter scegliere uno stile di vita, ma niente può sfuggire alla macchina del consumo gestita da chi detiene le ricchezze”.

La società contemporanea infatti è società dei consumi e allo stesso tempo società dell’immagine che propone icone pop, mitologie, sottoculture, divi da adorare, supereroi e tanto altro ancora.

Una società dell’immagine che è come un locale dalle mille luci fosforescenti, il quale “inganna” le masse con lo “spettacolo incessante” offerto dal capitalismo.

La società di massa poi si caratterizza anche per la condizione di post-democrazia in cui viviamo: una condizione in cui il cittadino comune sceglie sempre più il disimpegno in relazione alla politica. Quest’ultima, inoltre, fa di tutto per allontanare il cittadino dalla gestione della cosa pubblica con la complicità di poteri forti e multinazionali.

Da tutto ciò deriva una vera e propria “macelleria sociale”, come spesso è stata definita: le vittime del capitalismo e del neoliberismo spesso sono inconsapevoli di essere vittime, sono assolutamente impotenti nei confronti dei suddetti poteri forti e delle multinazionali il cui unico interesse è generare sempre più profitti.

Il mondo contemporaneo in cui si fa sfoggio di una smisurata fiducia nella tecnologia e nell’innovazione, mondo contemporaneo in cui c’è una massiccia manipolazione mediatica, ebbene in questo mondo l’individuo di massa è più controllabile, passivo, inerte…

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