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La leggerezza che coglie l’esistenza

Elisa Laraia, nata a Potenza nel 1973, vive e lavora tra Bologna e Potenza.

Nel 2001 consegue il diploma di laurea in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, approfondisce i suoi studi presso l’Università Parigi 8 di Parigi e la Wimbledon School of Art di Londra.

Nel 2000 realizza il primo dei suoi numerosi interventi di Arte Pubblica nella manifestazione “Oltre il Giardino” a cura di Roberto Daolio che tutt’oggi segue la sua ricerca. Critici tra i quali Mili Romano, Dede Auregli, Antonella Marino, Dores Sacquegna, Eleonora Frattarolo, Marta Massaioli, Rosalba Branà, Rosalba Paiano hanno scritto di lei e curato le sue maggiori esperienze espositive personali e collettive dal 2000 ad oggi in Gallerie Private e Musei, come la GAM di Bologna. Ha partecipato alla Biennale Giovani artisti del Mediterraneo, Sarajevo, ed alla XIV Quadriennale di Roma.

Nel gennaio 2004 crea a Bologna Orfeo Hotel contemporary art project, opera d’arte in progress sul concetto di Scambio Identitario, oggi project room a Potenza ed in Second life (www.orfeohotel.com).

La sua attività artistica dal 2006 si sviluppa tra Bologna, dove co-cura la manifestazione annuale Art for Art’s Shake, e Potenza, dove è parte della rete Art Factory Basilicata.

"River Glass Box", quattro bicchieri di vetro decorati a mano rappresentanti altrettanti fiumi lucani, E' la tua ultima opera che Acquedotto Lucano utilizzerà come simbolo del valore dell'acqua lucana: arte e servizio pubblico a braccetto?

L'acqua lucana è una risorsa delle più importanti della nostra regione, l'Acquedotto Lucano una delle più importanti aziende a partecipazione pubblica del nostro Sud, un connubio importante quello tra arte e servizio pubblico, sì, l'idea è stata quella di produrre in edizione limitata un'opera creata ad hoc per veicolare il messaggio di Acquedotto Lucano: il valore dell'acqua lucana. E' bello lavorare in un contesto dove l'arte viene apprezzata con intelligenza e dove si interpreta la Basilicata che lavora con grinta e che dà valore a ciò che io ritengo più importante di ogni cosa: la cultura.

Hai sempre voluto misurarti con il tema dell'identità, fin dagli anni dell'Accademia; un concetto che oltre a fare da contrappeso all'alterità vede l'individuo come ingranaggio sociale. Cos'è per te l'identità lucana?

Da quando ho deciso di vivere in questa città, in questa regione, ho riflettuto sul forte desiderio, rimasto sempre vivo in me, anche negli anni bolognesi, di mantenere il senso forte di appartenenza alla mia terra, di interpretarne l'identità, sia nelle sue radici, sia nel percorso di integrazione con i luoghi più avanzati della cultura, luoghi che ho avuto modo di esplorare con coraggio, anche per riportare poi nella mia terra il succo della mia esperienza, ed è qui che, come evidenzi tu stesso, l'individuo inteso come ingranaggio sociale. Credo che noi lucani siamo molto forti, proprio perché legati alle nostre tradizioni, senza farne però una zavorra, bensì un trampolino verso il futuro.

Un segno evidente della tua presenza a Potenza è il Laboratorio permanente di Arte Pubblica che tutti probabilmente conoscono per via di quell'uso dello spazio urbano come luogo di esposizione dell'arte (l'installazione dei quei "famosi" grandi pannelli in diversi punti della città). Hai progetti futuri su Potenza?

Credo che sia un obiettivo importante consolidare e far crescere il LAP Laboratorio permanente di Arte Pubblica, che prevede anche di essere completato con percorsi concorsuali e di alta formazione. Ho molte idee e progetti, il mio lavoro d'artista cresce e si arricchisce in un rapporto dinamico con il territorio, perciò, come è accaduto per il LAP, per "River Glass Box", per "Il Bosco che vorrei", per "A cielo aperto" non perderò alcuna occasione per esprimere attraverso la mia ricerca artistica lo spirito della mia terra.

Alberto Cottica, in Wikicrazia, dice che i creativi sono in grado di guardare il proprio territorio e vederci cose che altri non vedono per questo possono costruire community orientate al business.

L'artista si connota per la sua capacità di rivolgersi al mondo con uno sguardo sempre nuovo, scoprendovi aspetti e prospettive inusuali, credo che la bellezza di questo territorio, spesso vissuta attraverso la lente dell'abitudine, la sua storia per molti aspetti inesplorata, la sua originalità, dovuta ad una perifericità che l'ha preservata dalla banalità e dalla serialità del tempo contemporaneo, siano per gli artisti uno scrigno cui attingere anche per creare nuove possibilità economiche. La cultura e l'arte, infatti, oggi sono veicoli di ricchezza sociale ed economica, spero che la Basilicata scopra nel frattempo anche lo spirito della community, che non le è proprio congeniale. E' evidente che insieme si cresce meglio, ma è un auspicio, più che una certezza.

Che cos'è Orfeo Hotel? E che cos'è la rete Art Factory Basilicata?

Nella mia ricerca grande parte ha avuto la condivisione. Non credo infatti nella "solitudine" dell'artista, ma nello scambio indentitario, su questo concetto nasce a Bologna nel 2004 il progetto "Orfeo Hotel Contemporary Art Project" all'interno del quale si sono confrontati artisti che lavorano a livello internazionale come Cuoghi e Corsello, Karin Andersen, Christian Rainer, Alessandra Montanari e tanti altri. L'Orfeo nasce nel centro della città come luogo di fraintendimento, cercare un posto dove trascorrere la notte e trovare arte, ancora oggi settimanalmente mi trovo al telefono a spiegare che non è possibile pernottare, ma è possibile progettare opere insieme; ora la project room è a Potenza, una occasione per la città di creare con l'artista opere per rendere unica la propria casa, il proprio ambiente di vita. La rete Art Factory Basilicata comprende persone a capo delle associazioni che sul territorio lucano rappresentano delle eccellenze a 360 gradi nel campo delle arti, L'Orfeo hotel insieme a Rossana Cafarelli con il suo Salone dei Rifiutati, peraltro adiacente all'Orfeo in contrada Bucaletto, Silvio Giordano con Cartoons, Luigi Catalani e Pietro Sacco con Feedback/Tragittisonori, Lorenza Colicigno con Opera Prima, che è la prima associazione sul nostro territorio ad aver immaginato nel lontano 1998 un museo di Arte moderna e contemporanea nella nostra città, che continua ad essere uno degli obbiettivi di un'azione di coinvolgimento della cittadinanza e delle Istituzioni sui temi dell'arte, in parte raggiunto con la nascita del LAP.

Parlando con giovani artisti che vivono fuori regione spesso ho registrato l'impotenza di chi è costretto a rivelarsi in altri luoghi. Ma in Basilicata è possibile fare arte?

Dopo aver vissuto e operato per 15 anni a Bologna e aver girato il mondo dell'Arte, Parigi, Londra, Milano, Roma, New York, Miami, Sarajevo, tornare a Potenza non è stato da me vissuto come una deminutio delle mie possibilità di espressione artistica, né della mia "carriera". L'artista deve viaggiare, esprimersi in realtà diverse, assorbire da altre realtà, ritornare, poi, è una scelta di vita, che non compromette la propria "rivelazione" come artista. L'importante è non chiudersi, continuare a mantenersi in contatto con il mondo esterno, in una sintesi tra la valorizzazione delle proprie radici e l'esplorazione di nuove prospettive. 

Tempo fa hai detto che intendevi mappare il mondo per creare un nuovo archivio antropologico della società del XXI secolo. A che punto è quella mappa?

Sempre in farsi, ovviamente. Il progetto si intitola "The Future of the country", il primo tassello di questo ritratto antropologico l'ho creato per "A cielo aperto", rilevante manifestazione che ogni anno si svolge a Latronico, che mi ha visto ospite il 18 agosto scorso; ho chiesto a persone del paese di rivelarmi davanti ad un telecamera un loro segreto, il video che ne ho ricavato è stato poi proiettato su uno dei palazzi storici del paese, con il suo audio diffuso nello spazio, per trasferire il privato nel pubblico, per cercare la condivisione, mi sono trovata davanti bambini, ragazzi, donne, uomini ed anziani, uno specchio di tutta la società di questo piccolo grande centro della nostra Basilicata. Io, con Monica Nicastro che ormai da un anno lavora costantemente al mio fianco, siamo pronte per raggiungere ogni segreto di questo popolo lucano, e lancio da qui l'invito, a chiunque voglia essere protagonista di quest'opera, di contattarci sul sito www.orfeohotel.com.

Lavori utilizzando la fotografia, il video, l'installazione, la performance, ma c'è una forma che prediligi in particolare?

Punto molto sull'integrazione tra i linguaggi, poiché in ognuno trovo possibilità di esprimere la complessità della mia ricerca.

Sei una delle giovani artiste (e talenti lucani) che investono nella propria regione ma quanto è difficile il rapporto con la politica locale?

E' difficile, indubbiamente, perché non si ha sempre l'impressione che la politica punti sulla cultura, al di la dei problemi reali di un periodo di difficoltà finanziarie nazionali e locali. Esiste un dialogo aperto con le istituzioni quindi con la politica di questa regione, con persone che hanno grande spessore e capacità di comprendere che l'arte è ciò su cui bisogna puntare per valorizzare il nostro territorio, siamo in attesa di mosse concrete. Devo però dire che in quest'ultimo periodo ho scoperto, grazie ad alcuni partner che sostengono il LAP, quanto la cittadinanza, il mondo produttivo di Potenza stia scoprendo le potenzialità anche economiche dell'arte. E' un buon passo, credo, che partner privati si affianchino a partner pubblici.

Cappelli dice che i tuoi temi sulla memoria fanno ritrovare una forma d'arte liquida, aerea, sfuggente.

Stimo moltissimo Cappelli che è un fine interprete anche della mia arte. E' vero che la mia ricerca sfugge alla pesantezza della realtà avventurandosi nei territori del sogno, dove tutto è etereo, perché ricco di mistero, come nell'ultimo video "Zefiro". Ho affidato spesso al tema della memoria questo mio desiderio di leggerezza per cogliere gli aspetti più misteriosi e profondi dell'esistenza.

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