• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > La giornata mondiale contro le mutilazioni femminili

La giornata mondiale contro le mutilazioni femminili

Sono 130.000.000 le vittime dell'infibulazione nel mondo, con un incremento di 3 mln ogni anno. La pratica, spesso attuata con pretesti religiosi, nasconde invero una concezione oggettivistica della donna, all'interno di un'altrettanto oggettivistica concezione della società e della vita: idolatria del possesso che trova concrezione in una falsa e finta concezione della "purezza", della "castità" e della morale.

"Possiedo le MIE cose, tra cui le MIE donne che servono a procrearmi i MIEI figli per perpetuare il MIO possesso e il MIO "dio" istituisce e legittima tutto questo". Il centro, intorno al quale tutto ruota e si muove, è, come subito si vede, il mio possesso. Idolatria dunque nella quale non rimane invero alcunché né dell'uomo (meno che mai della donna), della persona, della sessualità, dell'amore, della vita. La persona è sfregiata nel suo più intimo, e con lo sfregio è negata una sessualità autentica e con esso, se da una parte si impedisce definitivamente il piacere della donna, al tempo stesso dall'altra, si nega la virilità ovvero la capacità di dare piacere alla propria compagna, all'uomo.

E' tolto così il coronamento fisico all'amore che dovrebbe - secondo natura - segnare quella sublimazione anche fisica da cui scaturisce la procreazione. Si nega al tempo stesso la maturità psichica della persona formando personalità incapaci di una relazione vera con l'altro, in specie con la sessualità dell'altro, che qui viene negata in toto. La donna è così separata, anche fisicamente e socialmente, in un apartheid che le riserva spazi circoscritti, che la nasconde persino con vestimenti che ne negano l'apparizione della fisicità corporea nella quale trasparirebbe la sua sessualità.

Con ciò la sessualità stessa, nella sua naturalità, è ridotta ad immoralità e depravazione cui alla mutilazione nella vita presente è aggiunta la condanna eterna in quella futura. Ai praticanti osservanti di queste concezioni sfugge, ovviamente, il dettaglio che se Dio, come loro stessi affermano, è creatore di tutto e perciò anche della donna e della sua sessualità (che è poi quella dell'uomo per reciprocità), loro non hanno alcun diritto di negarla e meno che mai di distruggerla.

 
Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità