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 Home page > Tribuna Libera > La forza apparente di Renzi

La forza apparente di Renzi

La forza politica di Renzi è apparente almeno fino all'esito delle elezioni europee di maggio, ed è installata sulla debolezza di tutti i suoi avversari o oppositori politici.
Berlusconi, azzoppato da una condanna che, nonostante le piroette verbali dei suoi sostenitori, è definitiva, è penalizzato dall'età e dagli errori politici. Sostenitore autorevole di un governo di larghe intese, in cui aveva voce in capitolo, si è praticamente isolato, togliendo la fiducia al governo Letta, permettendo ad Alfano e altri rappresentanti del centrodestra di liberarsi della sua tutela, assottigliando la sua formazione, che si è spaccata in due. Vorrebbe rientrare in gioco, ma ormai è out. Nè glielo consentirà il percorso delle riforme che si annuncia accidentato e difficile per tutti.
 
La minoranza, opposizione interna del patto democratico, deve reggere lo sforzo per vincere le elezioni e sostenere il segretario, se non vuole che il partito si sfasci.
SEL, la formazione di Vendola, su posizioni confusamente conservatrici non sa che pesci prendere, persa nella retorica di un pacifismo e di un ambientalismo superati o nella riproposizione di rimedi vecchi come patrimoniali, tasse, nazionalizzazioni di imprese decotte (vedi Alitalia), pur di salvare qualche posto di lavoro a rischio.
 
Altri cespugli di destra o di sinistra non hanno molte speranze di superare soglie di sbarrmento e quindi di rientrare nel gioco politico.
 
Resta l'incognita Grillo ed il movimento 5 stelle.
Però la ritirata sull'Aventino del movimento sin dalle prime battute della legislatura, la perseveranza in un simile sterile atteggiamento, l'assunzione da parte dei capi di atteggiamenti stalinisti verso i propri eletti che osavano voler discutere o intraprendere iniziative politiche concrete, senza isolarsi, anzi la cacciata, l'epurazione, la scomunica di molti di questi ultimi, hanno sicuramente indebolito e ridimensionato la formazione politica.
 
Renzi ha di fronte queste sparse debolezze. Ma la sua forza non è consolidata, perché per il momento poggia sulle promesse e gli annunci del fare che caratterizzarono i governi Monti e Letta.
La riforma del mercato del lavoro, quella del welfare, premesse indispensabili ad un effettivo rilancio della crescita economica, sono le pareti più ardue da scalare. Non da meno sono quelle istituzionali. Ma nulla succederà se non si neutralizzerà il potere di veto che hanno le alte sfere della burocrazia, delle varie magistrature, e del conservatorismo sindacale, che spesso in passato hanno insabbiato i migliori propositi di governi anche più esperti del suo.
Caro Renzi, per dirla con un verso di un tuo famoso concittadino, qui si parrà la tua nobilitate.
 
Foto:Maurizio Lupi/Flickr

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