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La fiction del debito greco

Molto opportunamente, Bloomberg segnala una criticità dell’economia greca sinora passata quasi inosservata rispetto al tema centrale dell’enorme indebitamento sovrano, pur dopo la “ristrutturazione” del 2012: l’enorme volume raggiunto dalle sofferenze sul debito privato. Perché anche lì, prima o poi, bisognerà pensare a cosa fare.

Dopo la ristrutturazione del debito pubblico greco e le agevolazioni concesse dalla Ue, in termini di allungamento della durata del nuovo debito ed abbattimento del suo costo, la Grecia ha un profilo temporale del passivo pubblico quasi invidiabile: una scadenza media del debito di 16,4 anni ed una incidenza del servizio del debito sul Pil del 4,9% (a valere sul prossimo quinquennio). Per dare la misura, l’Italia oggi paga sul proprio debito pubblico il 5,5% del Pil.

Il problema, come detto, è l’enorme stock di debito privato in sofferenza. Le banche greche hanno in portafoglio crediti non performing pari ad 80 miliardi di euro. In aggiunta a questo numero inquietante, c’è da aggiungere che privati ed imprese hanno tasse scadute e non ancora pagate per 69,2 miliardi di euro, a cui si aggiungono contributi sociali a fondi pensione non pagati per 14,5 miliardi di euro. Il totale delle esposizioni “sofferenti” dei privati greci, incluso il debito fiscale e contributivo, è quindi prossima al 90% del Pil. Appare sempre più evidente che, senza una “ristrutturazione” del debito privato (cioè un abbattimento del suo valore attuale), il paese è destinato a restare uno zombie. In realtà, è probabile che lo resti anche post ristrutturazione ma viene il momento, nella vita, in cui serve riconoscere la realtà, tirare una riga e voltare pagina.

La domanda è sempre la stessa: in ipotesi di ristrutturazione del debito privato, le banche certificherebbero la propria insolvenza. Da dove uscirebbero i fondi per ricapitalizzarle? In teoria, dovrebbero essere ulteriori fondi di salvataggio della Ue e del Fmi, ma non pare essere aria. L’effetto finale è che la Grecia resta immersa in una finzione politica: è un paese insolvente a livello di debito pubblico, e con un settore privato che è fallito da tempo ma nessuno vuole ancora dirlo esplicitamente.

In questo contesto, stanno per iniziare i colloqui tra il governo greco e la Troika, in quella che sarà l’ultima revisione periodica dei conti prima della scadenza del periodo di assistenza sovranazionale ottenuto da Atene. Noi siamo notoriamente dotati di scarsa fantasia, ma ci chiediamo come sarà possibile evitare un nuovo programma di aiuti, vista la condizione del paese.

 

Foto: aesthetics of crisis/Flickr

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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