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La Sinistra si risveglia dal letargo?

Da qualche giorno a questa parte quella parte della Sinistra lucana e potentina che si riconosce in Art. 1 Mdp è diventata particolarmente attiva. La domanda sorge spontanea: è vero risveglio dal letargo o solo le solite esternazione dirette più che alla società lucana ai ceti che si contendono le spoglie mortali di un territorio? 

La questione, per il futuro della Basilicata, non è secondaria. Il risveglio dal letargo va messo in rete con un dato politico verificatosi di recente. Piero Lacorazza già segretario regionale del PD, Presidente della Provincia di Potenza, Presidente del Consiglio regionale, non eletto alle ultime elezioni regionali quale sanzione per aver osato contrapporsi all’establishment promuovendo il referendum sull’art. 38 dello “Sblocca Italia”, di recente da Zingaretti ha avuto l’incarico di organizzare il PD nel Mezzogiorno. Da quando non è stato eletto Consigliere regionale Lacorazza si sta occupando del Mezzogiorno e nello specifico dell’Appennino come sistema sociale, culturale ed economico attraverso la Fondazione che presiede. Parlare di Appennino equivale a parlare dell’osso del nostro Paese. L’incarico conferitogli da Zingaretti con l’avallo del Ministro per il Sud, dal bravo Peppe Provenzano, è coerente con la figura del quarantenne dirigente politico. Il PD in Basilicata, dopo le batoste elettorali delle politiche, delle regionali e delle comunali a Potenza, città capoluogo, e dopo l’incapacità dei vari capi corrente è stato commissariato. Il commissario è l’on. Dario Stefàno. Dalle lamentazioni degli stessi iscritti del PD lucano evinco che il Commissario non conosce la Basilicata. 

Il dato vero è che la Basilicata da anni è luogo di frequentazione di pugliesi e napoletani che vengono a spiegare come si fa politica e come si amministra la cosa pubblica. In sostanza uno Stefàno in più o in meno non ha modificato il contesto politico lucano. Il mio professore di diritto processuale civile soleva ripetere “giovani! Tre indizi fanno una prova”. Gli indizi ci sono. Dopo l’incarico a Lacorazza si sono succedute le dimissioni del coordinatore regionale dei giovani di Art. 1 Mdp Michele Fasanella e dopo 24 ore un documento sottoscritto da 80 giovani, non pochi, nel quale sono state poste una serie di questioni che meritano attenzione: la scomparsa dal radar della politica tanto della Sinistra quanto del PD; l’assenza di opposizione alla Giunta di centro destra in Basilicata; la necessità di rilanciare una proposta di Sinistra e la Basilicata.

In ultimo si è aggiunta l’intervista di Giampiero Iudicello, già coordinatore cittadino dimissionario di Art. 1 Mdp, con la quale ha ricordato a chi doveva “uagliò, ci sono pure io”. Nell’intervista ha rilanciato la necessità di un “campo largo” (in Basilicata data la bassa densità demografica di campi larghi da coltivare ce ne sono e tanti) con l’aggiunta di un accordo rosso – verde. Sommessamente faccio notare che i “rossi” sono una specie in via di estinzione e che dei verdi lucani ricordo personaggi che non meritano nemmeno di essere menzionati. Tradotto i Verdi lucani sono una delle tante liste utili a riempire il “campo largo” della politica lucana. Devo anche ipotizzare che il richiamo all’alleanza rosso – verde sia stato ispirato dal recente risultato alle amministrative in Francia.

Su questo dato mi permetto una domanda: dove sta scritto che un’esperienza politica vincente in Francia ( 39% di partecipazione al voto) possa automaticamente produrre gli stessi risultati in Italia, nello specifico in Basilicata e a Potenza? Per avere la risposta servirebbe il mago Otelma. Un dato positivo da tutto questo però emerge e cioè il riconoscimento della funzione rivestita da Art. 1 Mdp per la politica lucana, esso ha rappresentato l’ideal tipo del “familismo amorale” descritto da Banfield. In aggiunta, almeno per la Basilicata, Art. 1 Mdp ha contribuito, se ce ne fosse stato bisogno, ad annientare il progetto di Sinistra Italiana. Dai fatti che cito, seppure in modo succinto, si evince la mediocrità culturale e politica di larga parte della classe dirigente lucana. Ed è sulla mediocrità del ceto politico lucano che Sinistra e centrosinistra devono riflettere. Dopo i primi dieci anni di amministrazione regionale del centrosinistra il ceto politico ha pensato di dover amministrare la rendita di posizione riveniente da una base elettorale che vedeva insieme: DC, PCI e PSI. Questo ceto politico ha pensato che fosse sufficiente l’appello ai padri nobili e agli ideali dei singoli partiti per poter continuare indisturbati ad amministrare. Questo ceto politico ha confuso le manovre di corridoio con la realtà. Non è un caso che il centrosinistra, e il PD più di tutti, perde tutte le elezioni, perfino quelle nelle assemblee condominiali. I lucani d’emblée diventano leghisti?

Pensare che larga parte dei lucani sia diventata leghista equivale a non voler riconoscere i propri errori. La mia impressione è che non solo gli elettori lucani non sono leghisti ma anche molti degli eletti non lo sono. Hanno scelto la Lega perché era l’unico spazio politico nel quale collocarsi per defenestrare il PD ancor prima del centrosinistra. In conclusione che la Sinistra si risvegli dal letargo è un fatto positivo. Che lo facciano dei giovani ventenni è ancora più interessante. Agli 80 firmatari del manifesto mi permetto di far rilevare che dalla loro parte hanno il tempo. Cosa questo che non hanno altri. Il tempo è la loro arma principale nella trattativa con il ceto politico responsabile della crisi sociale ed economica della Basilicata. Proprio perché hanno tempo devono evitare di farsi strumentalizzare, di farsi prendere da falsi entusiasmi, di utilizzare frasi fatte e luoghi comuni. Quando non si è in grado di contrapporsi alla destra con argomenti validi non ha senso utilizzare l’antifascismo di maniera, il tema dei diritti civili che sovrasta e oscura quelli sociali o l’ecologia mainstream alla Thunberg, per inciso ambientalista oggi è perfino il capitalismo finanziario. La costruzione di un progetto politico richiede tempo e gli 80 giovani hanno tempo. Invito solo Lacorazza a saper essere generoso, il vero leader politico è colui che fa crescere una classe dirigente, non colui che fa terra bruciata attorno a se per rimanere l’unico. Ultima nota, dopo l’intervista rilasciata da Iudicello nella quale ricorda che c’è anche lui, me ne aspetto almeno un’altra dello stesso tenore da parte di ex esponenti PD. Spero che ci venga risparmiata questa ulteriore sofferenza psicologica, dopo quella più drammatica dovuta al COVID – 19.

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