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La Regione Campania scarica il Napoli Teatro Festival Italia

 

“Perdere il posto di lavoro è come subire la perdita di un caro, come livello di stress” spiega un dipendente appena licenziato nel film “Tra le nuvole”. E di stressati, in una crisi internazionale, ce ne sono tanti, anzi, troppi.
 
Solo un anno fa scrivevo a proposito del Napoli Teatro Festival Italia, un festival innovativo che legava vari tipi d’arte, promuoveva artisti italiani ma anche internazionali; un bacino di nuovi talenti; un’opportunità per ripulire l’immagine di una Napoli “immondezzaio” d’Italia. “Napoli non è solo monnezza, ma anche arte, giovani, innovazione” pensavo mentre scrivevo il mio articolo di presentazione.
 
In un vuoto di cultura e di idee che permea l’aria, le cose, le persone, l’Italia eccolo qui, oggi alle 20.30 alla Galleria Umberto I, il Napoli Teatro Festival, tutto riunito, pronto a stringersi in un abbraccio di congedo. Un abbraccio per la città, per i napoletani perbene che c’hanno creduto e che in tanti, sono accorsi a guardare gli spettacoli. Un addio, il sipario che cala sulla scena senza possibilità di bis.
 
Un giorno di ordinaria dis-amministrazione, dunque, che uccide sistematicamente “il bello” per poter fare spazio all’“inferno”, parafrasando Saviano.
 
Il gruppo di professionisti, napoletani e provenienti da molte città italiane, che ha dato vita al primo triennio del festival ha subito la revoca, su richiesta della Regione Campania, di quasi tutti contratti di lavoro o il mancato rinnovo per l’attuazione del decreto legge n. 78/10 convertito in L.122/2010”. Un taglio che in un attimo lascia a casa sogni, famiglie, cultura, progetti, arte, senza prevedere una sostituzione, un miglioramento. Il nulla. “Il Napoli Teatro Festival Italia con questa squadra di lavoro non ci sarà più, a partire già dalla prossima edizione che si sarebbe dovuta tenere dall’8 al 26 giugno 2011 e per la quale era già pronto il programma. A questo si aggiunge il danno arrecato a quelle compagnie teatrali in Italia e all’estero già al lavoro e in prova per la creazione dei loro spettacoli e a quanti sarebbero stati coinvolti a vario titolo a collaborare sul territorio cittadino, regionale, nazionale ed internazionale.”
 
“Iohofattoilfestival”, è perciò un saluto- ringraziamento alla città, un momento di riunione tra tutti quelli che hanno partecipato a vario titolo a tre anni di festival: artisti, organizzatori, fornitori, partner nazionali ed internazionali, aziende direttamente coinvolte come sponsor, albergatori, taxisti, ristoratori e ditte di trasporto private, interpreti, traduttori, stagisti, volontari e chiunque abbia lavorato al e per il Festival o lo abbia vissuto e seguito come spettatore.
 
Durante la manifestazione- evento saranno proiettate sugli schermi allestiti in Galleria le video dediche di artisti e compagnie teatrali: Alexander Zeldin, Gustavo Tambascio, Ismael Ivo, Roberto Andò, Jan Fabre, Alba Clemente, Giorgio Barberio Corsetti, Ming Wong, Haris Pasovic, il Festival Internazionale di Sibiu, Ivan Cotroneo, Marisa Laurito, Alessandro Gassman, Nidal Al Achakar, Matthew Lenton, Carlo Presotto, Enrico Frattaroli, Fanny&Alexander, Arturo Cirillo, Benedetto Sicca, Marco Cacciola e Daniele Pilli, Sara Sole, Michelangelo Dalisi, Manuela Cherubini, Francesco Villano, i ragazzi Accademia della Danza Biennale di Venezia e tanti altri con performance spontanee di Mariano Bauduin, Funny&Alexander, Maria Nazionale, Ramblas e Marco Messina.
 
Su alcuni monumenti della città, tra cui Castel dell’Ovo e Real Albergo dei Poveri, saranno proiettate poi immagini di spettacoli, backstage e momenti significativi dei tre anni del festival.
 
Perché anche se i ragazzi, i tecnici, gli artisti, gli stagisti e tutte le figure che hanno partecipato alla realizzazione del Festival, i loro volti, saranno a casa, l’addio è pensato in grande stile. L’arte non può morire, nonostante l’ottusa volontà dei decisori politici. 

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