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La Legge Tarzia recita il “de profundis” dei consultori

L’assemblea delle donne del Consultorio di Via Dina Galli opera nel IV Municipio di Roma, ricostituitasi da pochi mesi, è un luogo di partecipazione attiva che si adopera per il buon funzionamento dei consultori pubblici del territorio. Un luogo di confronto e prevenzione sulle problematiche che riguardano la vita e la salute: salute riproduttiva, sfera evolutiva/adolescenziale, tumori femminili, procreazione responsabile e interruzione volontaria di gravidanza, malattie a trasmissione sessuale.

I Consultori, uniche strutture socio-sanitarie gratuite presenti in tutti i territori, stanno subendo pesanti tagli che impediscono il loro pieno funzionamento e forti attacchi politici dal centro destra, come la recente proposta di riforma presentata alla Regione Lazio da Olimpia Tarzia (Pdl), che ne vorrebbe la privatizzazione, lo snaturamento e l’abrogazione di fatto. I consultori sono servizi pubblici espressione dello Stato laico e delle lotte per l’emancipazione delle donne, si ispirano ai principi di uguaglianza, imparzialità e diritto di scelta contenuti nella Carta Costituzionale, compresa la legge 194 del 1978 che regola l’interruzione volontaria della gravidanza. L’Assemblea delle donne del IV Municipio in un momento in cui i consultori recitano il “de profundis” hanno creato spazi di riflessione sulla legge proposta dalla consigliera regionale Tarzia che ne prevede la soppressione.

Olimpia Tarzia (Lista Polverini) oltre ad essere prima firmataria della legge è anche Vice presidente nazionale della Confederazione Italiana Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana e figura tra i fondatori del Movimento per la Vita. La proposta non è solo una riforma del settore consultoriale, ma una nuova impostazione del welfare familiare, giudica la legge vigente obsoleta e da riscrivere. Ne parliamo con Rosy Gennusa, 39 anni precaria, laurea in archeologia, una tra le tante voci dell’Assemblea delle donne del IV Municipio che sintetizza il disappunto e le criticità della legge circa la sopravvivenza dei consultori: la legge Tarzia disconosce la funzione costituente e fondamentale dei consultori, nati come servizi socio sanitari integrati di base, con competenze multidisciplinari, volti alla promozione e alla prevenzione nell’ambito della salute della donna e dell’età evolutiva, aperti alle famiglie di ogni genere, alle coppie, alle donne e agli uomini, agli adolescenti anche non accompagnati, alle persone con diverse identità etiche, religiose, culturali; introduce un’impostazione ideologica e confessionale molto marcata finalizzando i servizi consultoriali alla tutela “della famiglia fondata sul matrimonio”e ai valori etici da questa espressi e all’unità e la fecondità della stessa; promuove la partecipazione e la gestione dei servizi di tutte le associazioni confessionali pro-life escludendo le associazioni/assemblee delle donne; prevede di duplicare obbligatoriamente i percorsi di applicazione della Legge 194/78 considerando implicitamente l'inadeguatezza delle attuali modalità di intervento degli operatori e l'incapacità delle donne e delle coppie di assumere con senso di responsabilità decisioni relative alla propria vita e futuro.

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