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La Grecia e il ricatto dei mercati

I mercati stanno di nuovo “attaccando” la Grecia per la situazione politica a dir poco incerta del paese ellenico. In Grecia si deve eleggere il nuovo capo dello stato e il governo non ha i voti necessari per fare ciò. Allora si andrebbe a nuove elezioni e secondo gli ultimi sondaggi dovrebbe vincere Syriza di Tsipras, il quale vuole ridiscutere il pagamento del debito pubblico greco e annullare l’azione della Troika (Bce, FMI, Commissione europea).

In che cosa consiste l’azione della Troika? In aiuti finanziari concessi ad un paese in difficoltà economica in cambio di riforme di austerità che riguardano la riduzione della spesa pubblica in materia di sanità, scuola, ricerca etc. e altre riforme che riguardano pensioni e mercato del lavoro.

I prestiti che vengono concessi in diverse rate vengono erogati man mano che le riforme suddette sono compiute. Insomma un “ricatto” da parte di un ente transnazionale, un ricatto dell’economia, un ricatto dei mercati. L’esempio greco e tanti altri simili fanno ben capire che nel mondo odierno la politica e i governi sono sudditi dell’economia, dei poteri forti, dei mercati globali.

Il potere statale sembra essere stato sostituito dal potere economico, dal potere del mercato globale: tutto ciò porta ad una perdita di sovranità da parte degli stati nazionali. Un’altra conseguenza è la quasi totale delegittimazione della democrazia di rappresentanza: in questa situazione la politica, ma soprattutto gli elettori, perdono il loro potere democratico per cederlo ad enti sovranazionali che decidono cosa è giusto e cosa è sbagliato per un paese o una nazione dal punto di vista economico.

Infatti, facendo riferimento alla situazione appena citata, si parla spesso di condizione di post-democrazia, una condizione in cui il voto elettorale è svuotato di ogni senso e in cui la democrazia è in una condizione sospesa. Nel mondo globalizzato dove trionfano capitalismo e neoliberismo, dove trionfa la deregulation, in questo mondo la democrazia sembra sempre più un lusso.

Infatti la democrazia si scontra da un lato con gli interessi economici e da un altro lato con la governabilità, condizione essenziale per portare avanti un pacchetto di riforme impopolari.

In un articolo pubblicato su ilfattoquotidiano.it, intitolato “Troika, come funziona il commissariamento e cosa rischia l’Italia” Lidia Undiemi riporta che:

“…i mercati generano le destabilizzazioni, poi interviene la Troika che con il pretesto del sostegno finanziario riesce di fatto a sostituirsi ai partiti e ai loro programmi politici, senza quindi nemmeno disturbarsi di ottenere alcuna forma di consenso popolare. E, tirando le somme, sono i cittadini a pagare il prezzo delle crisi mentre le banche ottengono ingenti salvataggi pubblici.

Link alla fonte

Lidia Undiemi sottolinea le cose che abbiamo accennato prima: perdita della sovranità degli stati, delegittimazione della politica, situazione di post-democrazia etc. Il problema, sembra molto evidente, è nella politica, è nella gestione della cosa pubblica, sempre più negata ai cittadini. Inoltre, questi ultimi, cosa ancora più grave, sono sempre più lontani dalla politica: essi scelgono spesso il disimpegno alla partecipazione attiva. La politica, dal suo canto, è sempre più lontana dal mondo reale, impegnata a prendere decisioni nei palazzi del potere.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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