• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > La Casta colpisce ancora: salvato dall’arresto il Senatore Vincenzo (...)

La Casta colpisce ancora: salvato dall’arresto il Senatore Vincenzo Nespoli

La Casta colpisce ancora: salvato dall'arresto il Senatore Vincenzo Nespoli

Il caso Nicola Cosentino aveva procurato il primo vero scossone all’interno del governo.

L’incriminazione a suo carico per concorso esterno in associazione camorristica, la richiesta d’arresto a suo carico (respinta dalla Camera dei Deputati) e quella successiva di utilizzo delle intercettazioni (fondamentali per il processo ma respinte dalla Giunta per le Autorizzazioni di Palazzo Montecitorio) erano riuscite a mettere in subbuglio l’intera maggioranza, tanto da portare alla rinuncia del sottosegretario all’Economia alla candidatura per le regionali di marzo in Campania e alle sue dimissioni dall’esecutivo (immediatamente rientrate dopo un colloquio chiarificatore con il premier in persona).

Il secondo caso celebre della sedicesima legislatura, quello dell’ex senatore Nicola Paolo Di Girolamo, si è concluso ancora più "drammaticamente": con le sue dimissioni forzate dall’incarico di rappresentate del popolo alla "camera alta" e con l’esecuzione dell’arresto.

Martedì, alle ore 17:40, la Giunta per le Autorizzazioni del Senato dava il via alla seduta per la discussione della richiesta d’arresto emessa dal GIP di Napoli, Alessandro Buccino Grimaldi, nei confronti del Senatore Vincenzo Nespoli (PDL). Dopo appena un’ora di discussione, la Giunta rigettava la richiesta di misura cautelare emessa dal Tribunale di Napoli. E garantiva ancora una volta lo status di libero cittadino ad un Senatore della Repubblica pluri-indagato.

L’indagine su Vincenzo Nespoli si smarca dalle precedenti per la totale assenza, in questo caso, della componente mafiosa. Eppure, la faccenda giudiziaria assume i connotati di un vero e proprio maxi-reato: i capi d’imputazione a carico del senatore superano la decina, e per almeno 4 di essi i pm di Napoli ne hanno richiesto l’arresto.
Ciò nonostante quasi nessun organo d’informazione ieri ne ha dato notizia. E i pochi che lo hanno fatto hanno relegato l’ultimo atto di autodifesa dell’autorità politica nazionale ai margini della cronaca.

I reati contestati al senatore Nespoli per cui se ne richiede l’arresto non sono irrisori: concorso aggravato in fatti di bancarotta fraudolenta, bancarotta fraudolenta e riciclaggio, tutti legati da un capo d’imputazione iniziale che è quello di voto di scambio.

Secondo le indagini effettuate dai pm campani, Vincenzo Nespoli, "amministratore di fatto e occulto, dominus della società di vigilanza La Gazzella srl", candidato per Alleanza Nazionale in occasione delle elezioni nazionali del 2001 e del 2006 (e in entrambi i casi eletto alla Camera dei Deputati), avrebbe sfruttato il suo ruolo all’interno della società per "farsi promettere e consegnare da più persone la somma di euro 30 mila per ciascuno e la promessa del voto elettorale, in corrispettivo della promessa di assunzione quale guardia giurata presso la società La Gazzella", di cui era proprietario.

Assunzione che poi veniva effettivamente eseguita.

Tali assunzioni coinvolgono ben 30 beneficiari accertati, "dipendenti del tutto inutili e comunque esorbitanti rispetto alle esigenze della società" che, il 23 maggio 2007, chiudeva i battenti con un passivo di quasi 25 milioni di euro. Secondo gli inquirenti tali assunzioni, legate alle varie promessa di voto (e alle relative quote versate a Vincenzo Nespoli), avrebbero contribuito al fallimento dell’azienda.

Oltre a ciò, sempre secondo gli inquirenti, il senatore aennino "distraeva dai conti della società", poco prima del fallimento, tutte le somme dovute a Inps, Inail, Agenzia delle Entrate, dipendenti in forma di TFR e alla società in qualità di proprietario, "sottraeva, distruggeva o falsificava i libri e le altre scritture contabili", "falsificava le quietanze bancarie su circa trenta modelli F24" per oltre 867 mila euro, "falsificava l’attestazione di deposito delle domande di dilazione del pagamento del debito per omessi contributi verso l’INPS", "distruggeva e comunque occultava il registro degli affari" ed emetteva false fatturazioni.

A tali accuse, si uniscono quelle di aver distratto "le attività costituite dall’avviamento e dalle commesse di lavoro relative a numerosi clienti quali finora accertati Unieuro Porte di Napoli, Banca Popolare di Ancona, Banca Popolare di Bari, Condotte Acqua SpA per l’ammontare di 960 mila euro", cedendole gratuitamente "ad altre società operanti nel ramo quali la ISS International Security Service e la Mondial Security" (di cui era comunque segretamente proprietario) ed, infine, di essersi reso protagonista di un atto illecito di riciclaggio, per mezzo di prestanome a cui intestare i conti bancari sui quali traghettavano quantità di denaro che, stando agli accertamenti finora effettuati, ammonterebbe a 300 mila euro, al fine di "ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa di tale denaro".

Nella richiesta della misura cautelare, inviata al Senato della Repubblica il 14 maggio 2010, i capi d’imputazione raggiungono la lettera M. E nulla esclude che i capi d’accusa possano procedere oltre tra quelli non fondamentali per l’arresto.
I reati contestati contemplano la bancarotta fraudolenta ed il riciclaggio di denaro sporco.

Se, come indicato dal premier Silvio Berlusconi, il DDL intercettazioni si appresterà ad essere approvato in ultima lettura presso Senato e Camera senza ulteriori modifiche, a breve notizie come questa sulla pluri-incriminazione ed il mancato arresto di un Senatore della Repubblica non potranno più essere fornite in questa forma.

E nella giornata di ieri nessun quotidiano nazionale ha pubblicato la notizia con la stessa attenzione riservata ad altri casi celebri. Forse qualcuno, mentre battaglia strenuamente sulle proprie pagine contro un disegno di legge definito "scempio", ha già cominciato a farci l’abitudine.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares