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La Caduta dei Bossi

Dopo le dimissioni del Leader leghista, Umberto Bossi, arrivano quelle del figlio Renzo. Alcuni pilastri di un'insana politica in odore di corruzione e appropriazione privata di finanziamenti pubblici, sono caduti: ma il sistema marcio reggerà, se non ci assumeremo noi, popolo vilipeso, la responsabilità smantellarlo. 

E finita? E’ veramente finita? Possiamo finalmente dire che un’altra vergogna nazionale, abbattutasi sullo Stivale coi suoi volgari slogan, è stata debellata? Umberto Bossi, colui che ha sputato nel piatto dove mangiava, su quella Roma ladrona che gli ha permesso di sbeffeggiare l’intelligenza degli italiani – ben trincerato nel suo Inesistente Impero Padano sgretolato immantinente dalla scure togata – è davvero fora dai ball?

Qualche Pilastro è crollato, ma il Putrido Castello reggerà, se non ci assumeremo noi, Popolo vilipeso e offeso, la responsabilità di smantellarlo. Dalle fondamenta.

Politici senza virtù, ominicchi di bassa lega, gemelli non troppo diversi dal dismesso alleato Svicolone e banda al seguito – l’amico colpito al cuore dinanzi alla funesta tragedia che ha travolto il compare Umberto? Sembra incredibile, eppure questi ceffi hanno comandato, manipolato, deriso, insultato, degenerato, corrotto questo Paese. Ridotto a pattumiera dagli artefici che hanno rianimato la prima nauseabonda Repubblica.

Ignobili manichini a cui abbiamo permesso di essere Numeri Primi, uomini importanti e rispettabili, venerati da altrettanti e purtroppo numerosi loro simili, mentre, in realtà, rappresentano l’infima, arrogante, ignorante umanità. Una Casta di individui incapaci di elevarsi a uomini di valore, e non riuscendoci, trascinano quelli superiori nei bassifondi in cui sguazzano, per sentirsi e risultare Migliori.

Ma guardateli, guardateli bene: sono disgustosi persino nei loro goffi gesti. Scabrosi dentro e fuori, e cionostante ancora alzano la cresta, ci ridono in faccia, negando l’evidenza. Maschere dall’ipocrita ghigno. Con quale spudoratezza ostentano innocenza! Sono scene raccapriccianti. Inquietanti. Rivoltanti. Questa gente non ha alcun pudore, alcun orgoglio!

E’ ora di spezzare il cerchio malefico, altro che magico. Altro che buon esempio! E’ ora di ridare onore a questa società affollata da mascalzoni devoti all’ingiustizia, illegalità, diseguaglianza, impunità, indecenza, falsità. Uomini da premio Nobel dei Disvalori, i quali andrebbero piuttosto isolati e rieducati alla Civiltà, alla Cultura, all’Onestà e che tuttavia hanno “illuminato” la più degenerata, oscura classe politica dell’ultimo ventennio.

Ora cadono, una a una, le figuracce marce. Ma è ormai troppo tardi per risanare il male incurabile di cui sono affetti non solo i nostri rappresentanti, ma la società stessa. E’ ora di riprenderci il posto occupato dai potenti di turno, noi, che siamo ingiustamente seduti dalla parte del torto. Noi, che stiamo pagando a suon di suicidi, depressioni, miseria. Angosciati dalla consapevolezza di un futuro prossimo. Nero. Dove non avremo più alcuna garanzia di benessere. Sopravvivenza. Un roseo domani negato ai più, ma riservato solo a quei pochi privilegiati che ci hanno fregato gran parte delle ricchezze.

E’ ora di rovesciare questo sistema. Basta chiacchiere. Basta subire piegati a novanta. Basta stipendiare pregiudicati col nostro sangue. Basta pagare sempre e solo noi la mala gestione di questa insana politica!

Ringrazio chi mi ha indotta a riflettere non poco su sensazioni provate e riprovate milioni di volte. Un’idea maturata nel tempo e che ha preso magistralmente forma, in questa massima di Albert Einstein.

Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare. 

Vignetta di Matteo Bertelli

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