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La Bp sta per cominciare a trivellare nel Mediterraneo

Con estrema cautela, senza dare troppo nell’occhio, tra qualche settimana cominceranno le operazioni di perforazione a 200Km a ovest di Bengasi in un’area dove vennero affondati da parte degli americani i vascelli della marina libica. A questo punto sarebbe utile sapere che razza di mondo è questo, dove in piena tragedia - la storia del Golfo del Messico non è ancora finita, anzi ancora non si sa come venirne fuori - si passa al mediterraneo, che nel suo 1% di mare è la patria della biodiversità e, tra l’altro, un mare semichiuso. Vediamo subito alle reazioni che ci sono state da parte delle opposizioni e da parte delle associazioni ambientaliste.

Ermete Realacci responsabile green economy del Pd afferma:”E’ una notizia che desta grande preoccupazione. Il governo italiano deve intervenire con urgenza e promuovere, a livello internazionale, la richiesta di una moratoria per lo stop a nuove trivellazioni nel Mediterraneo.

E sempre Realacci in una nota aggiunge: ”E’ particolarmente critica perché si dovrebbe effettuare a grandi profondità e questo è un elemento di ulteriore insicurezza in caso di incidente. Se quello che sta accadendo in Messico accadesse nel Mediterraneo, un mare chiuso e con un ricambio lentissimo, sarebbe una sciagura senza eguali. Il nostro paese, per la posizione geografica e politica che ha nel bacino del Mediterraneo, ha il dovere di essere capofila in un’azione internazionale di tutela dei nostri mari e fare pressione presso il governo libico per fermare questa nuova trivellazione”.

Fulco Pratesi Presidente onorario del Wwf Italia invece afferma: ”’Assurdo: il Mediterraneo non è un mare qualsiasi; pur rappresentando solo l’1% della superficie dei mari del mondo, presenta un concentrato di biodiversità, di ambienti e di paesaggi introvabile altrove. ’La minaccia che incombe su questo gioiello non solo naturalistico - osserva ancora Pratesi -, con la previsione di trivellazioni petrolifere nel Golfo della Sirte a ben 1700 metri di profondità (superiore a quelli del Golfo del Messico), potrebbe rappresentare un colpo gravissimo alle numerosissime specie. Molte delle quali uniche al mondo, come la posidonia, una pianta marina che solo in Mediterraneo vegeta, il corallo rosso, la foca monaca, il gabbiano corso, una sottospecie endemica di balenottera, e, dal punto di vista della loro riproduzione, alcune specie di tartarughe marine. Ci preoccupa moltissimo – sottolinea Pratesi - la mancanza a oggi di regole e norme, trattati internazionali e convenzioni globali che mettano al riparo questo piccolo e prezioso mare dalle minacce petrolifere che stanno assassinando le coste meridionali degli Usa. E anche la saggia decisione del nostro governo di impedire queste perforazioni a meno di 10 miglia dal litorale non basta a tranquillizzarci. Le precauzioni già adottate in Norvegia per le piattaforme nel Mare del Nord e la moratoria imposta dal presidente Obama alle trivellazioni marine possono rappresentare un primo passo. Ma per il Mediterraneo, un mare chiuso su cui si affacciano centinaia di milioni di abitanti, di pescatori e di turisti, - conclude - occorre molto di piu”.

Per Paolo Brutti dell’Italia dei valori, le nuove trivellazioni ”devono essere immediatamente sventate con un intervento da parte dell’Unione Europea e dell’Italia, che sarebbe direttamente interessata dagli effetti di un eventuale incidente. E’ molto grave che sia stato proprio il ministro Prestigiacomo ad autorizzare le perforazioni in Sicilia da parte della Shell. Un’autorizzazione che non ha tenuto in alcun conto delle crescenti preoccupazioni per le perforazioni sottomarine rivolte da moltissimi ambienti europei all’Italia, che consente vaste concessioni estrattive nell’Adriatico, nello Jonio e in Sardegna. Tutto questo - aggiunge l’esponente dell’IdV - dimostra che il ministro Prestigiacomo, invece di garantire la difesa dell’ambiente italiano, non solo è al servizio del potentato industriale militare che ruota intorno al nucleare, ma è anche il ministro delle società petrolifere.Forse le decisioni del presidente libico sulla Bp e quelle del governo italiano sulla Shell fanno parte di un’intesa volta a trasformare il Mediterraneo in un immenso campo petrolifero sottomarino?”.

Commenti all'articolo

  • Di Sergio Faglia (---.---.---.80) 26 luglio 2010 17:28

    Non una voce si e’ alzata per tutte le perforazioni iniziate e abbandonate ’a perdere’ in Nigeria, o semichiuse in Messico. Solo cio’ che ci colpisce direttamente ( perche’ fa audience) entra nel nostro immaginario di paure. L’importante e’ poter protestare quando la Super Unleaded supera 1.40e pronti poi a dimenticarsi che qualcuno deve pur fare lo sporco lavoro di estrarlo il petrolio e tanto petrolio se lo vogliamo a buon mercato alla pompa o se fanno comodo i posti di lavoro del Signor Agnelli il quale, in ultima analisi, produce auto, con questi posti di lavoro, che vanno a petrolio.

  • Di pint74 (---.---.---.49) 26 luglio 2010 18:16
    pint74

    Questa notizia non farà "notizia" fino a che non succederà una tragedia come in Messico.
    E poi si piangerà,ma in ritardo...
    O forse la gente continuerà a fare la sua vita fra lavoro,TV e calcio...
    Fino a che morte non li separi...
    O meglio,fino a che le condizioni del pianeta non saranno così degenerate a causa nostra da non consentire la sopravvivenza...

  • Di pv21 (---.---.---.5) 26 luglio 2010 18:56

    Quando fa caldo è meglio non agitarsi. Non fa bene agitarsi per manovra, intercettazioni, Mirafiori, ecc. Aspettiamo che passi l’estate. Come nel paese del BARBIERE e il LUPO, se si vuole, si trova sempre il modo di arrangiarsi ... 

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