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L’ombra della camorra sui servizi sociali del comune di Napoli?

Dal 2005 ad oggi, nell'ambito del servizio di assistentato materiale ai bambini disabili delle scuole di Napoli, ben due volte, cooperative affidatarie vincitrici delle gare, sono state colpite dai provvedimenti interdittivi antimafia della Prefettura, un'altra è invece fallita ed esclusa dalle gare del comune per irregolarità contributive. 

Circa 300 bambini disabili delle scuole dell'infanzia e degli istituti superiori di Napoli, dall'inizio dell'anno scolastico costretti a casa per l'assenza del servizio di assistenza materiale, finalmente potranno tornare nelle aule, dopo la gara d’appalto indetta ad ottobre, e vinta dall’ATI composta da Nuova Sair Onlus e Confini. Il 22 ottobre, dopo la comunicazione ufficiale dei vincitori della gara, in seguito ad una denuncia riportata su blog ed organi della stampa locale, il comune è stato costretto a chiedere all’Agenzia delle Entrate, alla Prefettura ed alla Polizia Municipale di verificare l’effettiva sede legale del consorzio Confini, e (come denunciato e riportato sulla stampa da alcuni operatori socio assistenziali) se dietro gli aggiudicatari dell’appalto si nascondessero soggetti che hanno ricoperto in passato ruoli all’interno di cooperative poi finite in tribunale per il mancato pagamento di salari e trattamenti di fine rapporto.

Tutto risultato in regola dopo i controlli. Attualmente sono in corso le procedure per il "passaggio di cantiere", con l’assunzione dei 104 operatori ed operatrici OSA precedentemente impegnati sul servizio di assistenza ai disabili, così come previsto dal Piano di Zona del Comune di Napoli, ed ai sensi dell’art. 37 del CCNL socio educativo assistenziale e di inserimento lavorativo. I problemi giudiziari sembrano invece riguardare proprio i denuncianti, così come emerso sulla stampa, il 27 novembre, in seguito alla chiusura delle indagini su un’altra vicenda riguardante una truffa ai danni dei dipendenti di una società di vigilanza. Ai lavoratori ed alle lavoratrici OSA in corso di assunzione verrà richiesto, comunque, anche il casellario giudiziale

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I bambini disabili, oggetto della gara, fanno parte di una quota, circa 1/3 del totale, di uno dei più turbolenti settori delle politiche sociali del comune di Napoli. Dal 2009 al mese di giugno del 2012, l'affidamento del servizio è avvenuto sempre per proroghe ai consorzi gestori, cooperative ed associazioni iscritte al RECO (Area disabili per l’affidamento delle prestazioni assistenziali), attraverso la modalità della selezione aperta, e per una durata di 6 mesi, per importi fino ad un massimo di 1 milione e 300mila euro, dopo le uniche due gare indette fino ad oggi: la prima nel 2005, vinta dal consorzio Gesco, da Punto H (colpita poi da interdittiva antimafia) e dalla cooperativa Magnifica 1; l'altra, nel 2007, vinta da Gesco, dal consorzio Icaro e Magnifica 1 (poi fallita ed esclusa per irregolarità contributive). Lo scorso giugno, in seguito ad una informativa antimafia emessa dal prefetto di Napoli (in data 12/6/2012, nota prot. 0206529 del 9/3/2012 del "Servizio gare d'Appalto - Area Forniture e Servizi"), al consorzio Icaro è stato revocato il contratto in quanto risultava affidatario di beni confiscati alla Camorra, a Pignataro Maggiore (CE), distinguendosi “per inerzia, permettendo così al clan Lubrano-Ligato di continuare a ricavare dagli stessi beni delle rendite”.

La revoca del contratto è avvenuta ai sensi dell'art. 2, comma 2 del protocollo di legalità in materia di appalti stipulato dal Comune partenopeo con la prefettura di Napoli il 1° agosto 2007, sottoposto obbligatoriamente a tutti gli enti che stipulano contratti con l'ente comunale per importi superiori a 250 mila euro, e per gli enti subappaltanti per importi superiori a 100 mila euro per le opere pubbliche, oppure di 50 mila euro per forniture e servizi.

Dopo quest'ultimo episodio, il consiglio comunale di Napoli, a giugno, aveva votato per affidare il servizio alla partecipata del Comune, la Napoli Sociale S.p.A., che da diversi anni provvede già, con costi mediamente inferiori, all'assistenza di altri 500 disabili nelle scuole della città. La giunta ha poi preferito bandire due gare. Una andata deserta a settembre, per soli due mesi di copertura del servizio, ed un'altra ad ottobre, per un importo di 4.637.472 euro, a copertura dell'assistenza fino a dicembre 2014. 

Non sono finiti intanto i guai per il consorzio Icaro, e per Gabriele Capitelli, ex presidente del Consiglio d’Amministrazione fino al 31 marzo del 2011, la cui gestione è oggetto di diversi accertamenti giudiziari, alle prese anche con le cause di lavoro dei suoi ex dipendenti, alcuni dei quali hanno presentato delle denunce alla Guardia di Finanza ed alla Direzione Provinciale del Lavoro, per presunte irregolarità riscontate sui CUD e per avere notizia sulla effettiva consegna dei DURC all’INPS, a partire dall’anno 2006. Nel mese di marzo, prima della revoca del servizio a Napoli, in un irrituale tentativo di conciliazione tenutosi negli uffici dell’assessorato alle Politiche Sociali, in presenza dell’assessore D’Angelo, ad un gruppo di ex lavoratrici è stato chiesto di chiudere la vertenza accettando il 30% in meno delle spettanze.

Il caso è invece finito, con tanto di foto dell'incontro, sui tavoli del sindaco e del prefetto di Napoli, con la richiesta delle lavoratrici di verificare a che titolo fosse presente Gabriele Capitelli, dimessosi dalle cariche un anno prima. Da chiarire anche i debiti del consorzio Icaro nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni, tra questi quelli dell'ATI di cui faceva parte per la gestione delle soste a pagamento nel comune di Aversa, per 1 milione e 240 mila euro di Tosap (Tassa per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche), e per 340 mila euro di Tarsu del periodo 2005-2010, a carico di Icaro, mai pagati.

Debiti evidentemente non ritenuti dichiarabili all'atto della stipula del "Programma 100" del Comune di Napoli, il protocollo di legalità obbligatorio per gli enti fornitori di servizi nel quale si dovrebbe certificare di essere in regola con il pagamento dei tributi locali, oltre che sull'osservanza rigorosa delle disposizioni in materia di collocamento, igiene e sicurezza sul lavoro.

Commenti all'articolo

  • Di Emiliano Di Marco (---.---.---.70) 21 ottobre 2013 19:37
    Emiliano Di Marco

    A titolo di chiarimento, e prima che lo chieda un rappesentante legale del Gabriele Capitelli, citato nell’articolo, riporto per dovere di cronaca il comunicato stampa, relativo all’esito favorevole del ricorso presentato contro la notifica antimafia delle prefetture di Napoli e Caserta. Ovviamente si conferma, alla data odierna, tutte le altre notizie riportate, salvo sentenza o provvedimento giudiziario opposto.


    Emiliano Di Marco 21/10/2013


    Comunicato stampa Consorzio Icaro

    Il Tribunale Penale di Napoli, presieduto dal Giudice D’Auria, all’udienza del 18/10/2013, ha assolto perché il fatto non sussiste il professore Gabriele Capitelli e Antimo De Angelis, rispettivamente ex presidente ed ex vicepresidente del Consorzio Icaro, dai reati a loro ascritti per aver trascurato la gestione di un bene confiscato al fine di favorire la criminalità organizzata. Dopo quasi tre anni di attesa, si chiude una brutta pagina nella lotta al recupero dei beni confiscati alla camorra dove, proprio coloro i quali avevano raggiunto i migliori risultati in questo campo, sono stati fermati da accuse tanto ingiuste quanto infamanti. Questa sentenza di piena assoluzione restituisce un po’ di quella dignità che il Consorzio Icaro ed il suo storico presidente si sono conquistati in oltre 20 anni di onesto lavoro.

    Ben più di due anni fa la struttura consortile è stata interessata da un’informativa prefettizia che è non è un’interdittiva antimafia, ma una mera informazione della Prefettura, non avente alcuna valenza interdittiva. L’ex presidente e il suo vice del Consorzio Icaro sono stati indagati per l’accusa di aver trascurato di gestire una parte di un terreno agricolo confiscato sito nel Comune di Pignataro Maggiore di cui, in realtà, si occupava un colono che pagava il fitto ai vecchi proprietari: fatti questi che il GIP del Tribunale di Napoli ha ritenuto che neanche costituissero reati. Nel 2005 lo stesso consorzio aveva ricevuto l’affidamento giuridico e non il materiale possesso del bene in questione, che presupponeva la redazione in contraddittorio dello stato di consistenza e l’immissione in possesso, dal Commissario Prefettizio, allora operante nel comune di Pignataro Maggiore. In pratica è stato sottoscritto un documento di assegnazione al Consorzio a cui non è mai seguita la materiale consegna da parte del comune del terreno. Tale elemento è risultato di fondamentale importanza in quanto non ha consentito al Consorzio stesso di rendersi conto della sua reale ubicazione, oltre che della grandezza e delle condizioni, entità e condizione. Se ciò fosse avvenuto, per esempio, ci si sarebbe potuto accorgere subito che su questi Beni vi era un pescheto coltivato e si sarebbe potuto intervenire per individuarne i conduttori e i beneficiari. Del resto, il colono che gestiva l’area aveva un contratto regolarmente registrato e coltivava il pescheto anni prima che venisse affidato al Consorzio Icaro.L’“Informativa Atipica” rilasciata dalle Prefetture di Napoli prima e di Caserta poi non evidenzia alcun rapporto della struttura con la criminalità organizzata ma riporta le circostanze di fatto indicate ed inerenti la gestione del pescheto e conferma, in modo inequivocabile, che non vi è preclusione alcuna per il Consorzio Icaro a continuare a gestire o acquisire servizi.

    Alcuni enti invece hanno proceduto in autonomia alla rescissione dei contratti in essere, provvedimenti che sono stati impugnati dallo stesso consorzio nelle opportune sedi giudiziarie. Il Tribunale Regionale amministrativo della Campania ha definitivamente disposto l’annullamento dell’informativa antimafia atipica, ex art. 1-septies del D.L. 629/1982, rilasciata dalla Prefettura di Caserta, n. prot. 1575/12b.16/ANT./Area 1^ del 19 giugno 2012 e dell’informativa antimafia atipica, ex art. 1-septies del D.L. 629/1982,rilasciata dalla Prefettura di Napoli rilasciata in data 17 aprile 2012,riguardanti entrambe il Consorzio Icaro nonché i provvedimenti di revoca di rescissione disposti dagli enti.  Tra i beni confiscati di cui, da anni, il Consorzio si è occupato con successo figurano la Comunità per Minori “Stella Marina” di Castelvolturno, lo Sportello Immigrati istituito presso il bene confiscato di Castel Volturno, la Fattoria Agricola con Comunità per Disabili (Maiano) in Sessa Aurunca ancora condotta da una cooperativa associata al Consorzio e, nello stesso comune di Pignataro Maggiore, i beni “100 Moggia” e “Villa Ligato”, ove sono state realizzate iniziative di carattere sociale finalizzate ad aiutare persone svantaggiate, ricevendo solo consensi e apprezzamenti per l’operato.

    Santa Maria Capua Vetere, 18 ottobre 2013    

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