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L’invenzione cattolica della pillola che non esiste

Nei giorni scorsi abbiamo commentato la presa di posizione dei vescovi tedeschi nei confronti delle pillole non abortive. E abbiamo sottolineato l’ambiguità della loro decisione: “o i ve­sco­vi te­de­schi hanno ema­na­to, per mere ra­gio­ni di im­ma­gi­ne, una regola che non sarà mai ap­pli­ca­bi­le ad alcun fedele cat­to­li­co, oppure hanno sem­pli­ce­men­te ester­na­liz­za­to la de­ci­sio­ne sulle cli­ni­che, in­vi­tan­do­le a di­stin­gue­re i di­ver­si prin­ci­pi attivi, e au­to­riz­zan­do di fatto una prassi che in teoria, stando al do­cu­men­to va­ti­ca­no, non può mai essere am­mes­sa”.

Il Corriere della Sera ha dato notizia ieri di un’analoga presa di posizione da parte dell’espiscopato iberico: Pillola del giorno dopo in caso di stupro: sì anche dei vescovi spagnoli, il titolo dato al pezzo. Titolo fuorviante, perché la lettura dell’articolo ha confermato le nostre impressioni di qualche giorno prima: non c’è nessuna apertura, e la presa di posizione è probabilmente soltanto il frutto di una strategia di immagine.

Il segretario generale della conferenza episcopale spagnola, Juan Antonio Martinez Camino, ha infatti affermato di non conoscere alcuna pillola “non abortiva”: “Se in Germania c’è, noi non la conosciamo”.

Beninteso, si parla di “non abortiva” secondo le definizioni della dottrina cattolica: perché il mondo scientifico è pressoché unanime nel considerare la pillola del giorno dopo un contraccettivo, e non un farmaco abortivo. Tuttavia, oltre a ridefinire i termini scientifici, i vescovi cattolici si stanno spingendo oltre, discettando sulle caratteristiche di qualcosa che non esiste. Non è la prima volta.

Si sente spesso dire che la comunicazione della Chiesa e la sua capacità di aggiornarsi sono disastrose, ma la vicenda mostra che non è vero: il secondo quotidiano italiano è stato preso all’amo da una dichiarazione di puro maquillage, e ci sono di conseguenza cascati tanti suoi lettori. I vescovi cattolici si sono rivelati bravissimi a creare una nuova leggenda metropolitana e a diffonderla con l’efficacia di un meme. Mentre la loro dottrina improntata alla negazione e al contrasto dell’autodeterminazione delle donne resta inalterata.

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