• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > L’evoluzione del supermercato

L’evoluzione del supermercato

Sono molte le catene della grande distribuzione che offrono ai propri clienti un servizio bancario, simile in tutto e per tutto agli istituti di credito. Impariamo a conoscerli e capire il motivo del loro successo. Fino a cinque anni fa le banche prestavano soldi e i supermarket vendevano la spesa, ora tutto è cambiato: le banche hanno serrato i portoni a doppia mandata, i centri commerciali offrono ai clienti la spesa e i soldi per poterla fare 24/24 sette giorni la settimana. Siamo entrati nell’era della banca familiare. L’idea non è nuova, anche se nel Belpaese le novità fuori dall’ordinario stentano a decollare, e arriva direttamente da Francia e Regno Unito. Colossi commerciali come Carrefour, Auchan, Mark & Spencer e Tesco aprono le porte dei supermercati, spedendo i propri clienti sia a fare la spesa che a richiedere servizi bancari di prim’ordine.

E mentre i cordoni delle Borse si sprangano per la crisi, nuovi tipi di finanziamenti “familiari” si fanno spazio tra la moltitudine di proposte per le famiglie, vincendo la loro personale battaglia contro il debito. Se poi lo sportello è all’interno dell’amichevole centro commerciale in cui tutte le settimane facciamo la spesa, e specialmente se è aperto sette giorni su sette, compreso la domenica, la vita delle banche, come le conosciamo oggi, sarà breve. Servizi fisici, non virtuali. La prima banca da supermercato l’ha aperta Carrefour lo scorso anno con 23 uffici, sparsi nel territorio italiano e altri sette in programma per quest’anno. Tutto in regola: uffici con personale, autorizzazioni della Banca d’Italia, possibilità di dare prestiti, finanziamenti, mutui.

Si chiama Banca Carrefour come il gruppo, e ha scelto l’Italia come primo Paese in cui investire all’estero, dopo che in vent’anni, in Patria, ha raccolto qualcosa come 1.600 milioni di euro e due milioni e mezzo di clienti. Cifre non da capogiro evidentemente, ma se pensate che nasce da un supermercato. I punti di forza sono i tassi vantaggiosi, derivati dalle agevolazioni di cui godono gli istituti di credito stranieri – e il non-stop degli sportelli, aperti tutti i giorni fino alle 22 comprese le domeniche. La seconda banca amicale l’ha aperta Auchan tramite Banque Accord, una finanziaria controllata dallo stesso gruppo commerciale transalpino. Il primo passo è stato quello di offrire prestiti e carte di credito tramite un’altra controllata di Accord, la Oney.

Il successivo arriva tramite la partnership con Unicredit e la carta punti Nectar: si può richiedere un prestito personale fino a 30mila euro o una carta di credito – classica o prepagata – sia online che negli sportelli Unicredit dislocati nei centro Auchan sparsi nel territorio. A differenza di Carrefour, Auchan non ha preteso che la sua sia una vera e propria banca, ma ha il vantaggio di poter richiedere un prestito o una carta senza la necessità di aprire un contro corrente. E in più, cosa che non nuoce, visto il grande consenso, si accumulano punti Nectar per raggiungere la soglia premio. Dalla Francia al Regno di Elisabetta II.

Tre sono i colossi della distribuzione che hanno fatto fortuna grazie al binomio spesa-credito. Il primo è il popolarissimo (in Patria) Mark & Spencer, il quale offrendo mutui, conto correnti e prestiti, entro fine anno aprirà 50 filiali in tutto il paese anglosassone. Il servizio è l’evoluzione di M&S Money, di proprietà della HSBC, che dal 1985 offre servizi finanziari limitati. L’intento di M&S Bank è di raggiungere e superare le 50 milioni di sterline arrivate nelle casse di M&S Money lo scorso anno, e se le prospettive di crescita europee rimangono invariate – cosa abbastanza facile da supporre – non avranno molte difficoltà a raggiungerle nel giro di pochi anni. Il secondo colosso commerciale inglese è Tesco. La società è divisa in tre settori: grande distribuzione, telefonia e servizi finanziari. Il primo punto vendita è stato aperto da Sir Jack Cohen, il fondatore della società, nel lontano 1929; oggi l’azienda ha più di duemila punti vendita sparsi tra Gran Bretagna, Irlanda, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Cina, Giappone, Thailandia, Malesia, Sud Corea. Negli Stati Uniti è presente con il marchio Fresh & Easy, in Turchia con il marchio Kipa.

Nel 2008 rileva per 950 milioni di sterline la joint venture finanziaria con la Royal Bank of Scotland che durava dal 1997 con l’obiettivo dichiarato di introdurre nei mesi successivi una valida offerta di mutui, prestiti e, il prossimo anno, conti correnti. L’ultimo supermercato inglese ad aprire i battenti finanziari è Sainsbury’s. Fondato nel 1869 da John James Sainsbury e sua moglie Mary Ann, a Londra, crebbe fino a diventare la più grande drogheria del Regno Unito. Sainsbury ha avuto il merito di essere la prima ad operare con il self-service durante l’epoca Vittoriana. L’azienda ebbe il periodo di maggiore prosperità negli anni ottanta, diventando, in quegli anni, la prima catena di distribuzione inglese. Il gruppo ha anche interessi nel settore bancario e dei beni immobili, quindi il passo successivo di proporre prestiti, mutui e carte di credito è apparso alquanto scontato. Anche in Italia esiste un piccola realtà che cura i propri clienti non solo con i prodotti da banco, ma anche con il cosiddetto "prestito sociale”: la Coop. I soci Coop hanno la possibilità di aprire un libretto di prestito – il ”prestito sociale” – depositando somme fino a 33mila euro (la media è di 9.800 euro per ognuno del milione e passa di soci che la cooperativa gestisce).

Fin’oggi gli euro depositati nelle casse della Coop sono 11 miliardi, ma la tendenza è in crescita vertiginosa. Il libretto funge da libretto di risparmio con la possibilità di fare prelievi, versamenti, richiedere prestiti e mutui a tassi agevolati studiati per le famiglie meno abbienti, pagare la spesa a fine mese senza costi aggiuntivi, fornendo al cassiere solo i dati del libretto. Apertura e chiusura conto sono assolutamente gratuiti, e sempre più famiglie, sia quelle in difficoltà che quelle più fortunate, stanno sperimentando con successo il ”prestito sociale” della Coop. Le banche, quindi, stanno subendo attacchi da tutte le parti. Probabilmente dovranno correre ai ripari con l’unica arma che hanno a disposizione: concedere prestiti, che è il motivo del loro lavoro.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares




Ultimi commenti