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 Home page > Tribuna Libera > L’eutanasia e l’aborto, falsa compassione?

L’eutanasia e l’aborto, falsa compassione?

L'eutanasia e l'aborto non possono essere annoverati come espressione di atti di "falsa compassione". La compassione, ovvero il sentimento di compartecipazione del dolore, fa parte di dell'essenza dell'umanità e non può risentire di influssi. Essa è e deve rimanere soggettivamente indipendente e personale.
 
L'uomo, provando compassione, nel senso originario del termine, patisce assieme agli altri per il dolore; non solo ne prende coscienza, ma lo sente e lo fa suo. Quello stesso dolore, unendo gli uomini li accomuna e li conforta.

L'eutanasia e l'aborto fanno parte della cultura e della civiltà, fanno parte di tempi che non possono più risentire di preconcetti obsoleti, fanno parte delle regole di quell'Eurozona che ci accomuna.

II peccato è proibire un qualcosa che viene fatto senza alcun peccato nell'anima, ma solo come una scelta soggettiva dettata da quella compassione e da quell'amore. Non si può interferire su volontà decisionali proprie, ma solo regolamentare queste scelte che pur dolorose devono far parte esclusivamente e soggettivamente di noi stessi.
 
Non si può pretendere di prolungare l'agonia per una vita che non è più tale, ne si può obbligatoriamente accettare "un dono" che pur essendo tale non è stato il frutto voluto di un atto d'amore. 
 
Dobbiamo rimanere "giudici" esclusivi delle nostre capacità decisionali e dei nostri cari quando questi non lo possono fare, del diritto di non soffrire, intendendo come sofferenza non solo quella fisica ma anche quella morale della persona in oggetto e di chi gli sta accanto.
 
Non possiamo invocare quell'egoismo bieco, ma al contrario dobbiamo trarre da questo una raffinata conoscenza del nosro se e della nostra vita.
 
La negazione di un qualcosa non è mai un atto d'amore. La vita è nostra e spetta a noi decidere se porre la parola fine a quella che spessissimo non è più tale, alla sofferenza di chi ha deciso di porre fine a quella che non è più una vita, e alla sofferenza di chi sta vicino e che non puo' essere imposta.
Nella Bibbia c'e la bontà di Dio, non l'ossessione del peccato e se per caso sbaglieremo la misericordia di Dio sarà sempre più grande dei nostri errori.
 
 
 

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.49) 23 novembre 2014 18:32

    Tutti devono poter esprimere le proprie opinioni, quindi, anche la Chiesa e i cattolici, ma arrivare a consigliare...o imporre... bastava  dire: la Chiesa è contraria -stop - Poi, ciascuno, in coscienza, si regolava e, soprattutto, molti religiosi non si sarebbero sentiti intimiditi se lo ritenevano giusto .
    Sono più attratta dal messaggio spirituale della Chiesa, 
    questa cosa mi ha fatto molto arrabbiare e ci ha attirato addosso risentimenti che ci potevano essere risparmiati e colpevolizzazioni inutili .

    Antonello Laiso,graffiante ironico e corretto, ha centrato .

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