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“L’altra figlia” di Jasmin Darznik

"'Se diventi come le ragazze di qui» diceva «tornerò in Iran e andrò a stare con la mia Brava Figlia. Ma io non volevo aver niente a che fare con la “brava figlia”: quella apparteneva al mondo iraniano di mia madre. Meno le assomigliavo, più mi piacevo…"

«Se diventi come le ragazze di qui» diceva «tornerò in Iran e andrò a stare con la mia Brava Figlia.»
Sapevo che quella della “brava figlia” era solo una storia che lei aveva inventato per spaventarmi e trasformarmi in una figlia come si deve. Era tipico di mia madre raccontare storie del genere per tenermi attaccata a lei e per farmi star buona. Ma io non volevo aver niente a che fare con la “brava figlia”: quella apparteneva al mondo iraniano di mia madre. Meno le assomigliavo, più mi piacevo…

A tre anni Jasmin lascia insieme ai genitori l’Iran della Rivoluzione islamica e approda negli Stati Uniti. La madre è iraniana e il padre tedesco, ma lei vuole solo essere americana. Sua madre Lili, invece, vuole solo avere una “brava figlia” persiana che rimanga fedele agli usi della terra d’origine, senza farsi corrompere dai costumi licenziosi del nuovo mondo. Così quando Jasmin incomincia a dire parolacce, a indossare gonne troppo corte o a flirtare con i ragazzi, la madre inizia a parlarle dell’altra figlia, la “brava figlia”… quella che viveva in Iran; non ribatteva mai quando le si diceva qualcosa; sapeva tutto delle buone maniere e della modestia; non andava in giro per strada da sola; dava retta alle parole della madre e, quando un uomo la guardava, abbassava subito lo sguardo. Tutto il contrario di lei.

Finché un giorno, poco dopo la morte del padre, mentre Jasmin sta aiutando la madre a traslocare, tra una pila di vecchie lettere sbuca una foto in bianco e nero che ritrae una ragazzina iraniana sull’orlo delle lacrime accanto a un uomo molto più vecchio. Quella sposa bambina è sua madre Lili, ma l’uomo bruno ed elegante accanto a lei non è suo padre. Chi è? In quel momento Lili non le dà nessuna spiegazione, non è ancora pronta a rivivere il suo passato, ma quando Jasmin torna a casa sua, a New York, riceve per posta una serie di cassette registrate cui la madre ha affidato il racconto della propria vita prima di approdare negli Stati Uniti.

Jasmin Darznik viene così a conoscenza della vera storia della sua famiglia intrecciata con quella dell’Iran degli scià e della Rivoluzione islamica, e scopre che la “brava figlia” della quale ha sentito tante volte parlare non è solo un fantasma evocato dalla madre come aveva sempre creduto.

Mette insieme i tasselli della vicenda e decide di raccontare tutto in questo libro: una storia di povertà, lutti e battaglie, ma anche di sapori, odori e tradizioni di un Paese che si dibatte fra una modernizzazione forzata e l’attaccamento alla sua cultura millenaria. Una storia che, attraverso una serie di ritratti memorabili, rivela la volontà tutta femminile di non arrendersi, di cambiare e di ricostruire. Una storia che rivela quanto più essere profondo il legame che lega una figlia a una madre

Elena Grimi

Questo articolo è stato pubblicato qui

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